Asset allocation: PMI in calo ma ancora solidi, bene l’Eurozona

I dati più recenti hanno confermato un rallentamento dell’attività economica registrata durante il mese di agosto all’interno dei Paesi sviluppati. I sondaggi PMI flash per molti di questi Paesi hanno infatto tutti fatto segnare il segno meno: il rallentamento rispecchia in gran parte una normalizzazione fisiologica dei tassi di crescita, dato che l’impatto iniziale delle riaperture delle economie inizia intuibilmente ad affievolirsi. Tuttavia, i fattori in gioco erano più numerosi ed eterogenei, come ad esempio l’aumento della diffusione dei contagi derivanti dalla variante delta, i persistenti vincoli di approvvigionamento e le conseguenze di un rallentamento in corso per l’economia cinese. Ecco di seguito la view di Silvia Dall’Angelo, senior economist per la divisione internazionale di Federated Hermes.

In considerazione di tutto ciò i dati relativi agli indici PMI continuano a mantenersi ancora su livelli piuttosto elevati, coerenti con una crescita superiore al trend negli Stati Uniti, nel Regno Unito e all’interno dell’Eurozona. È interessante notare come le ultime rilevazioni lascino intendere come sia l’Eurozona a superare sia gli Stati Uniti che il Regno Unito, rispecchiando alcune dinamiche di recupero.

In futuro, le politiche monetarie e fiscali caratterizzate da un’intonazione accomodante dovrebbero continuare a sostenere la ripresa, soprattutto all’interno delle economie sviluppate, ma i rischi che circondano l’evoluzione della pandemia insieme alle persistenti differenze – in particolare per quanto riguarda il gap che intercorre tra Paesi emergenti e sviluppati – sono ancora evidenti.

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