Criptovalute, Lagarde: “Sull’Euro digitale due anni per decidere”

L’Unione Europea potrebbe, relativamente presto, avere un euro digitale. L’annuncio arriva direttamente dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, che però avverte che ci vorranno ancora almeno due anni prima di prendere una decisione definitiva.

Bce: l’Euro digitale per rispondere ai nostri clienti

In un videomessaggio su Twitter, la Lagarde ha spiegato, come riportato da Cryptonomist.ch, le ragioni che spingono la Banca Centrale Europea a proseguire l’esplorazione dell’euro digitale: “Alla Banca centrale europea crediamo che dovremmo essere pronti e avere la tecnologia disponibile per rispondere alle richieste dei clienti. Se i clienti preferiscono usare la valuta digitale piuttosto che avere a disposizione banconote e contanti, dovrebbe essere disponibile e dovremmo rispondere a questa richiesta”.

Nel breve video, Christine Lagarde delinea anche le caratteristiche dell’euro digitale:

  • basato sull’Europa;
  • sicuro;
  • disponibile a condizioni ragionevoli;
  • non deve mettere a rischio il sistema bancario.

Concludendo poi: “Questa è la ragione per cui abbiamo deciso di andare avanti con un esperimento di due anni, per assicurarci di poter effettivamente rispondere a questa domanda”.

Come sarà probabilmente l’Euro digitale

L’Euro digitale sarà una versione non cartacea dell’euro, la moneta ufficiale dell’Unione Europea, dunque sarà emesso dalla BCE. Non rimpiazzerà il denaro contante, ma convivrà con esso. Il suo scopo sarà fare in modo di aggiungere altri sistemi di pagamento, favorendo così l’inclusione.

L’Unione Europea sembra aver preso atto che c’è una fetta di cittadinanza che non è più a suo agio con il denaro cash e preferisce altri mezzi di pagamento, che siano comunque sistemi europei.

Il progetto va avanti

Per questo il progetto dell’euro digitale, avviato a giugno 2021, andrà avanti. Ad ottobre 2021 prenderà il via una fase di investigazione per studiare le caratteristiche che dovrà avere questa valuta. Sicuramente sarà focalizzata sulla privacy degli utenti.

Ha detto a tal proposito la presidente della BCE Christine Lagarde: “Il nostro lavoro mira a garantire che nell’era digitale i cittadini e le imprese continuino ad avere accesso alla forma più sicura di denaro, il denaro della banca centrale”.

La fase di studio durerà due anni. In questo lasso di tempo, bisognerà capire come distribuirla a commercianti e cittadini, che impatto avrà su di loro, come adattarla ai regolamenti. Sarà un lavoro concertato con il Parlamento Europeo, come ha spiegato Fabio Panetta, membro del consiglio direttivo della BCE: “Ci impegneremo con il Parlamento europeo e altri decisori europei e li informeremo regolarmente sui nostri risultati. Anche i cittadini, i commercianti e l’industria dei pagamenti saranno coinvolti”. Il lavoro sperimentale fatto fino ad ora dimostra che non ci sono restrizioni.

Ma ciò non vuol dire che l’euro digitale sarà rilasciato. Spiegano infatti dalla BCE: “Una volta terminata la fase di investigazione, decideremo se iniziare o meno a sviluppare un euro digitale. Poi creeremo e testeremo le possibili soluzioni, lavorando insieme alle banche e alle aziende che potrebbero fornire la tecnologia e i servizi di pagamento”.

La concorrenza: stablecoin e CBDC

La decisione della Banca Centrale Europea di proseguire lo studio dell’euro digitale risponde sì all’esigenza dei clienti (ovvero dei cittadini europei), ma è anche un modo per affermare la propria sovranità monetaria. 

A minacciarla sono innanzitutto le criptovalute, ed in particolare le stablecoin. Sebbene le crypto che riproducono il valore dell’euro non sono poi così tante né così capitalizzate come Tether, sono comunque uno strumento abbastanza diffuso anche in UE.  In pratica, la BCE vuole diffondere una versione digitale dell’euro per evitare monete private, da Tether a Diem (la stablecoin di Facebook).

Ma l’Unione Europea (come gli Stati Uniti) è in ritardo. La Cina sta già sperimentando l’uso dello yuan digitale, mentre USA e UE stanno ancora “studiando” se ci sono le condizioni per poter realizzare la loro versione di valuta digitale della banca centrale (CBDC).  È facile prevedere che USA e UE siano destinate ad inseguire la Cina, che programma di far utilizzare la sua CBDC alle prossime olimpiadi di Pechino: nel 2022.

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