Mercati in fibrillazione tra fiducia dei consumatori e streghe

Ultimo dato USA della settimana. Nel pomeriggio sarà resa nota la fiducia dei consumatori calcolata dall’Università del Michigan: le attese indicano una leggera crescita a 72 punti dopo il crollo del 13,5% di agosto a 70,2 punti (da 81,2 di luglio) che, complice la variante Delta, ha segnato il livello più basso dall’aprile 2020.

Nell’ultimo mezzo secolo, il Sentiment Index ha registrato perdite maggiori solo in altri sei sondaggi, tutti collegati a improvvisi cambiamenti negativi dell’economia: per esempio durante la chiusura dell’economia nell’aprile 2020 (-19,4%) e al culmine della Grande Recessione nell’ottobre 2008 (-18,1%).

Fiducia in crescita può voler dire consumi in crescita, con effetti positivi sull’attività economica generale. Ma quali sono invece gli effetti sulle obbligazioni, azioni e valuta. Se la fiducia cresce molto, e oltre le attese dei mercati, i prezzi delle obbligazioni possono risentirne negativamente. Il loro prezzo di solito scende quando salgono inflazione e rendimenti. E un livello di consumi troppo in crescita, soprattutto se l’economia sta già utilizzando ampie porzioni di capacità produttiva, può generare inflazione che, a sua volta, potrà spingere in alto i rendimenti richiesti dagli investitori e in basso i prezzi delle obbligazioni.

Sulle azioni gli incrementi della fiducia dei consumatori hanno invece effetti positivi. L’economia in crescita premia infatti i mercati azionari. Più consumi vuol dire più attività per le imprese e più profitti. E la crescita dei profitti attrae investitori e fa crescere i corsi azionari.

Sulla valuta, una crescita della fiducia dei consumatori si accompagna di solito ad una sua crescita. La quotazione del dollaro è influenzata dall’andamento dell’economia e dal livello dei tassi di interesse. Fiducia alta ed in ulteriore incremento può voler dire crescita dei consumi e dell’attività produttiva e crescita dei tassi di interesse.

Ma oggi è anche giornata di scadenze tecniche dei futures sugli indici e sui singoli titoli e delle opzioni sugli indici e sulle azioni: le “quattro streghe” (ed è pure venerdì 17). La giornata è osservata con attenzione dagli operatori, soprattutto a causa dell’aumento dei volumi che conduce, spesso, ad un aumento della volatilità sui mercati.

C’è poi un momento particolarmente delicato, che corrisponde all’ultima ora della sessione di negoziazione a Wall Street (15.00 – 16.00 ora di New York), dalle 21.00 alle 22.00 (ora italiana). A causare questi movimenti anomali di mercato sono gli speculatori, ma è una situazione passeggera: la volatilità del giorno delle quattro streghe tende a rientrare e non comporta di solito variazioni nella valutazione dei fondamentali degli asset sottostanti. In queste giornate, di solito, i grandi operatori istituzionali aumentano operazioni di medio/lungo periodo o operazioni di copertura del portafoglio solitamente acquistando opzioni put (non quindi è raro assistere alla formazione di top o bottom di mercato).

Chi è entrato lungo sul mercato non ha nulla da temere, tranne che la sua strategia non sia corretta. Lo speculatore invece è bene che abbia in mente che l’elevato rendimento, si accompagna all’elevato rischio.

A cura di Antonio Tognoli, Head of Research di Integrae Sim

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