Anche la Germania avrà a disposizione i fondi del Pnrr, che presumibilmente utilizzerà per il consolidamento della finanza pubblica. A differenza dell’Italia, che invece scommette su un complesso di riforme e investimenti, atteso produrre un impatto positivo e persistente sulla crescita del Pil. Il piano della Germania è molto più modesto di quello Italiano e ammonta a 25,6 miliardi di euro, pari a circa lo 0,7% del Pil (un decimo del valore per l’Italia), basandosi solo su trasferimenti e include 40 progetti di investimenti e 27 riforme. Al netto delle dimensioni dei due piani, che riflettono le differenti condizioni macroeconomiche dei due paesi, la differenza tra i due Pnrr emerge guardando alla cronologia indicata per il completamento di riforme e progetti di investimento.
Mentre l’Italia dà priorità alla realizzazione delle riforme e lascia il completamento dei progetti di investimento alla fine del Pnrr, la Germania anticipa sia le riforme sia i piani di investimento. Ciò significa che l’Italia otterrà verosimilmente i fondi più tardi rispetto alla Germania (posto che quest’ultima approvi tutte le riforme indicate in tempo, dato non scontato vista la campagna elettorale in corso).
Sicuramente a differenza dell’Italia, la Germania non ha problemi di bilancio: dopo l’aumento del debito indotto dalla pandemia, il rapporto debito/Pil è di circa il 75% contro il 160% dell’Italia. Occorrerà capire quanto possa essere sostenibile lo stimolo fiscale.
A cura di Antonio Tognoli, Head of Research di Integrae Sim