Mercati: i bond evitano la febbre gialla. Le nuove emissioni sotto la lente

Non bastava il Covid esportato dalla Cina in tutto il mondo nel 2020 con conseguenze ancora in essere in tutti i paesi, ora a creare preoccupazioni sui mercati sono anche alcune aziende cinesi estremamente indebitate. Il caso Evergrande è negli ultimi giorni sulle prime pagine dei media mondiali, ma per gli addetti ai lavori non è una novità. Infatti, l’eccessivo debito del gruppo stimato in circa 300 miliardi di dollari era noto da tempo. Le aziende cinesi in fase di espansione economica a doppia cifra si sono indebitate per finanziare la crescita e gli investimenti in un contesto socio economico diverso dalle economie occidentali, in un paese che sostanzialmente è guidato ancora dallo stesso partito unico che nel 1949 fondò la Repubblica Popolare Cinese.

La svolta intrapresa negli ultimi 20 anni è stata impressionante, passando da un’economia rurale con mobilità ciclistica, a diventare leader mondiali in molti settori industriali con mobilità d’avanguardia, quindi una traformazione del paese che inevitabilmente può aprirsi a qualche problema. Infatti è il caso di Evergrande, l’eccesso di espansione ha portato a costruire città fantasma con abitazioni invendute ed ai primi segnali di rallentamento economico del Paese, alcuni nodi sono venuti al pettine. L’indebitamento è principalmente interno verso il sistema finanziario del paese ed il mancato rimborso di due scadenze bancarie lunedi scorso ha creato una forte volatilità nei mercati. Sui mercati internazionali circolano alcuni bond in dollari la cui prima scadenza è prevista per il mese di marzo 2022; intanto nella giornata di giovedi doveva essere pagata la penultima cedola su questo bond. Le ultime notizie non confermavano ancora il pagamento effettuato, ma la volontà dell’azienda di farlo, nel frattempo le autorità di controllo di Pechino, esortavano il gruppo ad evitare il default, riprendere velocemente l’operatività dei cantieri aperti e ripagare gli investitori.

Questa entrata “a gamba tesa” del governo centrale, che tra l’altro ha iniettato subito nel sistema 17 miliardi di dollari, ha calmierato i mercati e le speculazioni. Nel mondo occidentale si alimenta il fantasma della Lehman, che se fosse stata salvata, avrebbe procurato minori esborsi rispetto all’esito finale. L’economia cinese, per quanto attraente sui mercati, non è ancora paragonabile a quelle occidentali in materia di regole, pertanto la centralità stessa della politica nella guida del paese, presuppone che il governo non possa permettere un “caso Lehman” interno e prenderà i provvedimenti adeguati al caso, introducendo magari anche nuove regole e controlli sulle aziende al fine di evitare il ripetersi di casi analoghi.
Quanto alla possibilità del contagio, al momento sembrerebbe più un problema interno che investe le banche cinesi creditrici ed i risparmiatori; i bond in dollari potrebbero essere presenti anche in portafogli internazionali, ma al momento nessuna istituzione ha evidenziato rischi di posizioni su Evergrande.

L’appuntamento con il meeting della Fed ha evidenziato che la riduzione dell’acquisto di titoli inizierà probabilmente a novembre, segnalando che i rialzi dei tassi di interesse potrebbero seguire più rapidamente del previsto. Il presidente Jerome Powell ha legato in qualche modo l’avvio del tapering dopo il meeting del 2-3 novembre alla crescita dell’occupazione a settembre, il dato sui payroll non agricoli è atteso a inizio ottobre e si prevede che dovrebbe essere ragionevolmente forte. Dal comunicato di politica monetaria e dalle proiezioni economiche della Fed emerge che nove esponenti su 18 sono pronti ad alzare i tassi il prossimo anno in risposta a un’inflazione che la banca centrale ora vede al 4,2% quest’anno, oltre il doppio rispetto al suo obiettivo del 2%.

Le nuove emissioni di bond governativi sotto la lente

Passando alla parte mercati, restiamo con un Btp benchmark 2031 allo 0.66% di rendimento ed uno spread contro Bund a circa quota 100. Per quel che riguarda le nuove emissioni, anche Londra ha fatto il suo debutto sul mercato dei green bond ed è stato un enorme successo. Entro 45 minuti dall’apertura degli ordini, le richieste sono arrivate a 90 miliardi di sterline, bruciando ogni record passato. Alla fine, hanno superato la cifra dei 100 miliardi, a fronte di un’offerta di 10 miliardi. Il green bond ha una durata di 12 anni , con scadenza fissata a  luglio 2033 e rendimento lordo dello 0.90%. Non sarà l’unico green che verrà emesso quest’anno da Londra, un secondo arriverà tra un mese per circa 5 miliardi di sterline e avrà durata tra 20 e 30 anni. Londra è arrivata sul mercato dei green bond tardi; prima è stato il turno di Polonia, Spagna, Francia, Germania, Italia e Ungheria.
Nello specifico l’Isin è GB00BM8Z2S21 cedola 0.875% con prezzo d’emissione a 100.033, taglio minimo retail da un centesimo con multipli di uno.

Continuano le emissione in Germania, lo stato tedesco Free and Hanseatic City of Hamburg ha raccolto 700 milioni di euro con un’obbligazione senior sulla scadenza a 10 anni, 29 settembre 2031. L’obbligazione (DE000A2LQPK4) offer una cedola annua fissa dello 0.01%, prezzo  100.05, lotto minimo mille euro con multipli di mille e rating AAA.

La Nigeria è tornata a rifinanziarsi sui mercati internazionali per la prima volta dopo tre anni con un’emissione in dollari suddivisa in tre tranche. Queste obbligazioni emergenti hanno raccolto richieste elevate e pari a un controvalore totale di 12,2 miliardi, tant’è che il Tesoro ha deciso di incrementare l’entità dell’emissione da 3 a 4 miliardi di dollari. Nel dettalio la Nigeria ha raccolto 1.25 miliardi per una scadenza a sette anni con rendimento al 6.125%, 1.5 miliardi per una scadenza a 12 anni con rendimento al 7.375% e 1.25 miliardi per una scadenza a 30 anni con rendimento all’8.25%.  Queste obbligazioni emergenti godono di un rendimento molto basso: B-/B2.

Sul fronte interno si comincia a respirare aria per un prossimo Btp futura nelle prossime settimane.

Le nuove obbligazioni corporate sotto i riflettori

Sul fronte corporate è andato molto bene il nuovo bond sustainability linked in tre tranche di Enel. Il colosso energetico ha collocato un bond a quattro anni, a sette anni long e a 13 anni con ordini che hanno superato quota 11 miliardi di euro. La guidance è stata rivista per la tranche più breve in area 40 punti base sul tasso midswap (da area 65 punti), per quella intermedia in area 55 punti base (da area 80 punti) e per quella più lunga in area 75 punti da area 100 punti. Le tre tranche hanno scadenze, rispettivamente, maggio 2026, maggio 2029 e settembre 2034 e ammontari di 1.25 miliardi, un miliardo e 1.25 miliardi di euro. Nel dettaglio, il prezzo per la tranche scadenza 2026 è stato fissato a 99,702, con un rendimento effettivo pari a 0,064% e cedola fissa a zero. La scadenza intermedia (2029) ha una cedola fissa di 0,375%, un prezzo di 99,902 e un rendimento a scadenza pari a 0,388%. Per la tranche più lunga, 2034, la cedola fissa è 0,975%, il prezzo di emissione è 99,512 e il rendimento a scadenza 0,915%. Isin XS2390400633 per la tranche a quattro anni, XS2390400716 per la scadenza intermedia e XS2390400807 per la tranche lunga.  Rating BBB+ e A- e lotto minimo 100mila euro con multipli di mille.

Linde Financial, azienda leader nel settore chimico e gas industriali, ha collocato un’obbligazione senior suddivisa in tre tranche: una prima tranche con scadenza a cinque anni, 30 settembre 2026, e prime indicazioni di rendimento nell’area di 40 punti base sulla curva midswap, una seconda tranche  con scadenza a 12 anni, 30 settembre 2033, e prime indicazioni di rendimento nell’area di 50/55 punti base sulla curva midswap, una terza tranche con scadenza a 30 anni, 30 settembre 20051, e prime indicazioni di rendimento nell’area di 90/95punti base sulla curva midswap. Gli ordini degli investitori hanno raggiunto i 4.25 miliardi ed hanno permesso all’emittente di ridurre il rendimento: la tranche a cinque anni (XS2391860843) offre un rendimento di 15 punti base sul tasso midswap, la tranche a 12 anni (XS2391861064) offre un rendimento di 25 punti base e la tranche a 30 anni (XS2391865305) offre un rendimento di 65 punti base.
Per la tranche a cinque anni cedola 0%, prezzo di emissione  100.562 e ammontare da 7000 milioni di euro, per la tranche a 12 anni cedola 0.375%, prezzo di emissione 99.649 con ammontare 500 milioni e per la tranche a 30  anni cedola 1%, prezzo di emissione 99.485 ed ammontare 700 milioni. Rating delle obbligazioni A2/A e lotto minimo di negoziazione 100mila euro con multipli di 100mila.

Rentenbank ha raccolto con successo ordini oltre 5.75 miliardi di euro rispetto ad un’offerta di 1.5 miliardi con la nuova emissione obbligazionaria a 5 anni con scadenza il 26 settembre 2026. Prime indicazioni di rendimento in area 10 punti base sotto il tasso midswap, ridotto poi a -13 punti base. Il bond (Isin XS2390861362) ha una cedola pari a zero, prezzo 102.014 e rendimento negativo -0.398%. Lotto minimo mille euro con multipli di mille e rating AAA.

Ha scelto la strada di un’emissione subordinata Commerzbank che ha collocato 500 milioni di euro con un’obbligazione Tier2 long 10NC5. Il titolo ha scadenza il 29 dicembre 2031 e prima call esercitabile dall’emittente dopo cinque anni. Prime indicazioni di rendimento in area 200 punti base, poi ridotte a 173 punti base sulla curva midswap grazie agli ordini raccolti che hanno superato 1.1 miliardi. Nel dettaglio il bond paga una cedola dell’1.375%, prezzo 99.50 e rendimento 1.475%. Lotto minimo 100k+100k, ammontare 500 milioni, rating Baa3/BB+ e Isin DE000CZ45WP5.

La branch tedesca di Unicredit ha collocato un covered bond green a cinque anni da 500 milioni di euro, facendo così il suo debutto sul mercato green anche con questo strumento. Il titolo Unicredit Bank AG (isin DE000HV2AYN4) paga una cedola annua fissa dello 0.01%, verrà rimborsato a 100 il 28 settembre 2026, prezzo di emissione pari a 101.483 per un rendimento negativo a scadenza di -0.284%, equivalente a meno2 punti base sopra il tasso midswap. Rating AAA e lotto minimo di negoziazione mille euro con multipli di mille.

Emissioni subordinate dalla società dei tabacchi Bat con un doppio deal in euro da un miliardo ciascuno, entrambi perpetual, si distinguono dalla call, prevista al 2026 per l’isin XS2391779134 con cedola 3% e prezzo d’emissione 99.412; il secondo bond ha la prima call nel 2029 con cedola 3.75% e prezzo di 99.154. Il titolo con la call più lunga ha performato meglio salendo di oltre mezzo punto, mentre l’altro è rimasto sui prezzi d’emissione, taglio minimo per entrambi 100mila euro con multipli di mille.

In Francia la Banque Postale ha emesso un perpetual al tasso più basso possibile, spuntando un 3% con la prima call nel 2028. Il bond emesso per 750 milioni con taglio minimo da 200mila euro con multipli di 200mila è uscito a 100 con molte richieste, però l’eccessivo abbassamento del rendimento non ha permesso al titolo di performare, con i prezzi in grey market in area 99,5.

Lo scorso anno Just Group emise il suo primo green bond. Lo fece con una scadenza a 10,5 anni e cedola 7%. In questi giorni ha collocato sul mercato un nuovo green bond in sterline, ma con una struttura un po’ più complicata. Si tratta di un’obbligazione perpetua convertibile all’occorrenza, nota anche come co.co.bond. In questa occasione, la cedola offerta è stata del 5%, giù dal 5,625% della guidance iniziale e leggermente inferiore anche al rendimento del green bond decennale emesso nell’ottobre scorso, sceso nel frattempo in area 5.10%. Il green CoCo bond di Just Group è un ESG, cioè un’obbligazione sostenibile, i capitali raccolti verrano impiegati in progetti sostenibili, Isin XS2386882729 taglio minimo da 200mila euro con multipli di mille e rating BBB-.

Coinbase ha aumentato da 1.5 a due miliardi di dollari l’offerta con l’emissione di un bond in doppia tranche, a sette e dieci anni registrando un’ottima reazione del mercato. Le richieste degli investitori sono state pari a sette miliardi. A questo punto, l’emittente ha portato a un miliardo l’ammontare di ciascuna tranche.  Sono due le scadenze offerte: 1° ottobre 2028 e 1 ottobre 2031. La prima di sette anni ha cedola fissa del 3,375%, la seconda a 10 anni del 3,625%. In questo caso, l’entità del tasso è stata abbassata rispetto alla guidance iniziale. Questi titoli hanno giudizi bassi da parte delle agenzie di rating: BB+ per S&P e Ba1 per Moody’s. Coinbase è la principale piattaforma di trading delle criptovalute nel mondo.

In collocamento sul Mot tra pochi giorni un titolo retail da mille euro di minima sottoscrizione della società di servizi Wiit, leader nel settore outsourcing aziendale. La cedola è stata fissata al 2.375% con scadenza a cinque anni e size massima di 150 milioni, l’offerta inizierà il 27 settembre per chiudersi il 10 ottobre, salvo chiusura anticipata, Isin XS2377768366.

A cura di Carlo Aloisio

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