Investimenti: l’oro tornerà presto a brillare

“Dopo aver registrato una ripresa per la maggior parte del secondo trimestre 2021, l’oro è stato frenato dai ribassi di giugno e agosto 2021 e, in base al nostro modello di analisi, appare particolarmente sottovalutato. Un’inflazione che continua ad attestarsi attorno al 5% dovrebbe lanciare il prezzo dell’oro sopra i 2.000 dollari per oncia e invece la quotazione sta languendo”. Ad affermarlo è Nitesh Shah, direttore della ricerca di WisdomTree, che di seguito spiega nel dettaglio l’outlook.

Riteniamo che, quando l’oro riprenderà il suo comportamento abituale, dovrebbe salire rispetto ai livelli attuali e far fronte ai venti contrari costituiti dall’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato e dal lieve raffreddamento dell’inflazione. Il suo comportamento anomalo è evidenziato anche dal suo scostamento rispetto ai tassi reali riscontrato negli ultimi mesi; tuttavia, com’è avvenuto ad esempio nel novembre 2019 e nel novembre 2020, queste divergenze di breve periodo vengono spesso corrette.

Il nostro quadro modello riesce a fornire una prospettiva sui prezzi dell’oro fino al secondo trimestre 2022 comprendente un consensus sui dati macroeconomici utilizzati.

Il consensus economico che determina i risultati

Il consensus, che tiene sostanzialmente conto della guidance delle banche centrali, secondo cui l’inflazione elevata sarebbe transitoria e influenzata per lo più da effetti di base, ritiene che l’inflazione scenderà al 2,6% nel secondo trimestre 2022,

In questo scenario, i rendimenti dei titoli di Stato dovrebbero salire, recuperando gran parte del loro calo (osservato negli ultimi tre mesi) verso la fine dell’anno, per poi salire ulteriormente fino a un livello che non riscontriamo dal 2019.

Il dollaro USA rimarrà abbastanza stabile nel corso dell’orizzonte temporale stimato, scendendo leggermente a 91,0 al termine del periodo di riferimento delle previsioni.

Per essere coerenti rispetto allo scenario di rientro dei timori legati all’inflazione e di aumento dei rendimenti dei titoli di Stato, prevediamo una diminuzione delle posizioni speculative dal livello attuale di 200.000 a 130.000 contratti long netti.

Tenendo conto di queste ipotesi nel nostro modello, otterremo un prezzo per l’oro di 1.890 USD/oncia entro il secondo trimestre 2022, ma potrebbe verificarsi un picco sui 1.970 USD/oncia entro la fine dell’anno; nonostante i venti contrari costituiti da un rallentamento dell’inflazione e dall’ascesa dei rendimenti dei titoli di Stato, in questo scenario l’oro tenderebbe comunque al rialzo dopo un periodo di sottovalutazione.

Altri scenari

Attribuiamo un 40% di probabilità allo scenario di consenso, ma abbiamo anche analizzato altri scenari: in uno scenario rialzista, con un’inflazione stabilmente alta e una banca centrale che non metta i bastoni tra le ruote, l’oro dovrebbe raggiungere un massimo storico di 2.190 dollari/oncia. Nello scenario ribassista, invece, una politica aggressiva da parte della Federal Reserve potrebbe determinare un calo dell’oro a 1.550 USD/oncia.

Conclusioni​

L’oro è attualmente sottovalutato rispetto al nostro modello di previsione; se torna a comportarsi come prima, può contare su un certo potenziale di rialzo. Anche nel nostro scenario di consenso in cui “soffiano” i venti contrari dell’inflazione in calo e dei rendimenti dei titoli di Stato in aumento, l’oro dovrebbe comunque migliorare rispetto ai livelli attuali.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!