Criptovalute: la BIR inizia un test con quattro banche centrali

Solo qualche settimana fa il presidente della Banca dei Regolamenti Internazionali (BIR), di cui sono socie di maggioranza le principali banche centrali mondiali, Benoit Coeuré aveva lanciato un monito affinché venissero accelerati i progetti di CBDC per contrastarne la diffusione sempre crescente. Deluso forse dalla mancata risposta a questo suo grido di allarme, ha deciso cambiaere idea, come riportato da Cryptonomist.ch, annunciando l’inizio di un test su un prototipo di valuta digitale di stato con le banche centrali di Hong Kong, Cina, Emirati Arabi e Thailandia.

Si tratterebbe di uno sviluppo ulteriore del multiple central bank digital currency (mbridge) creato ad aprile dalla Banca dei Regolamenti Internazionali.

Benedict Nolens, capo dell’innovation lab dell’istituto a Hong kong, ha spiegato due giorni fa che si tratta di un progetto volto a migliorare l’efficienza dei trasferimenti transfrontalieri: “Consentire pagamenti all’ingrosso transfrontalieri più veloci ed economici, anche verso giurisdizioni che non beneficiano di un vivace sistema bancario di corrispondenza, sarebbe positivo per il commercio e lo sviluppo economico”.

Secondo il rapporto pubblicato dalla Banca dei Regolamenti Internazionali, questo esperimento di valuta tra più banche centrali potrebbe offrire vantaggi a quelle partecipanti.

Apporterebbe inoltre una maggiore capacità di gestire la liquidità della loro CBDC, monitorarne il flusso e i saldi, migliorare il livello di privacy delle transazioni e rendere più economici i trasferimenti transfrontalieri.

Questo non è il primo caso di accordo tra più banche centrali per realizzare progetti di piattaforme comuni di CBDC.

Ad inizio settembre le banche centrali di Australia, Sud Africa, Singapore e Malaysia sempre in collaborazione con il Bis Innovation lab, hanno dato avvio ad un test simile, il progetto Dunbar. Questo progetto guidato dal centro della Bis a Singapore mira a sviluppare prototipi di piattaforme condivise per le transazioni transfrontaliere utilizzando più CBDC. Queste dovrebbero permettere i trasferimenti in valute digitali fra paesi senza alcun bisogno di intermediari, riducendo così tempi e costi dei trasferimenti.

I primi risultati degli esperimenti sarebbero assai incoraggianti in termini di costo, perchè utilizzare questa piattaforma permetterebbe di ridurre i costi delle transazioni transfrontaliere del 50%.

Il presidente della HKMA,la banca centrale di Hong Kong, Howard Lee, si è detto entusiasta di questo nuovo progetto mBridge, che potrebbe mettere Hong kong al centro della finanza digitale, affermando che: “La solida e avanzata infrastruttura finanziaria di Hong Kong è stata la pietra angolare del successo della città come centro finanziario internazionale. Il progetto mBridge si basa sui nostri punti di forza e sulla rete esistenti nel sistema finanziario globale e aiuta a mantenere Hong Kong in prima linea mentre la digitalizzazione continua a fare passi avanti negli anni che si susseguono”.

Valute digitali di Stato arma per regolare e frenare le cripto?

Secondo alcuni osservatori questi progetti sempre più avanzati di CBDC sarebbero la vera arma in mano alle istituzioni finanziarie tradizionali per controllare, limitare e regolare la diffusione delle criptovalute. Così ha detto apertamente il presidente della Banca dei Regolamenti Internazionali pochi giorni fa.

Lo stesso bando della Cina sulle criptovalute è stato visto da molti esperti come un tentativo di preparare in grande stile il lancio del proprio yuan digitale, senza dover preoccuparsi delle criptovalute tradizionali che potrebbero ostacolare il progetto di Stato.

Le nuove valute digitali di Stato che non sarebbero come il Bitcoin ma come delle stablecoin, potrebbero essere la risposta statale ad un’innovazione che rischia seriamente di mettere in crisi nei prossimi anni il sistema finanziario tradizionale.

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