Asset allocation: ecco perchè i titoli value saliranno ancora

Il 24 settembre sorso ci siamo domandati per quale motivo i mercati finanziari continuassero a salire e proponevano uno scenario per i prossimi mesi. Indicavamo come le attese riguardo al Treasury Uaa indicassero come probabile un crescita a medio termine dei rendimenti a 10 anni a circa il 2,3-2,5%, sui timori di un riduzione del tasso di crescita del Pil più forte del previsto e un’inflazione meno temporanea di quello che si pensasse (anche indotta da una spinta salariale che cominciava a sostenerne la spinta).

Le Borsa Usa, così come quelle Europee, come era lecito aspettarsi, di fronte a un aumento del rendimento del Treasury a dieci anni all’1,56% e del trentennale salito di 30 punti base rispetto al 24 settembre, al 2,13% (dati di ieri), ne hanno immediatamente tratto le conseguenze con la volatilità in forte aumento.

La domanda è ora se siamo di fronte all’inizio di una flessione profonda, oppure di una pausa in attesa di ripartire al rialzo.

Non abbiamo cambiato le nostre aspettative rispetto a quanto scritto il 24 settembre scorso, sia per quanto riguarda i mercati Usa, sia quelli Europei. In Europa infatti, il rallentamento degli acquisti di asset nell’ambio dei QE dovrebbe spingere gradualmente al rialzo i rendimenti, che tuttavia ci aspettiamo restino probabilmente contenuti nonostante i volumi netti negativi di emissioni obbligazionarie, la scarsa liquidità di trading e le preoccupazioni per la variante Delta nel mondo.

Rimaniamo positivi con moderazione sull’azionario Usa dove continuiamo ad aspettarci un aumento medio della volatilità rispetto ai mesi estivi.

La graduale riduzione del tasso di crescita del Pil verso il suo potenziale (2-2,5%), gioca a favore dei titoli value che da fine maggio scontano comunque rendimenti legati ai dividendi piuttosto contenuti. Ma le valutazione giocano a loro favore, grazie ad una crescita degli utili (anche se più modesta dell’attuale) che potrebbe proseguire ancora per molto tempo, trainando al rialzo le rispettive stime a lungo termine.

Per quanto riguarda le small caps USA, riteniamo che i dubbi sulle aspettative inflazionistiche potrebbero limitare la loro sovraperformance. Diverso invece l’andamento atteso delle small caps Europee, dove stimiamo un rialzo maggiore rispetto a quelle USA ed alle big caps, favorito dal sostegno duraturo fornito al momentum ciclico e da una relativa più lenta riapertura delle economie regionali rispetto agli USA.

A cura di Antonio Tognoli, Head of Research di Integrae Sim

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