Consulenti “educatori” e super partes, tutto fumo e niente arrosto

Vi proponiamo di seguito una lettera inviataci da un nostro lettore, professionista fee only, che prende spunto dall’articolo Consulenti, il cliente ignorante a qualcuno fa comodo.

Spett.le Bluerating,

desidero inserirmi nella discussione tra mandanti e consulenti, dove alla fine i clienti, che sono quelli che nutrono entrambi, appaiono sempre come i polli da spennare. Suggerisco una proposta perché i polli siano un po’ meno polli.

Quando si parla di risparmio e risparmiatori gli argomenti privilegiati sono l’educazione finanziaria e il conflitto d’interessi.

Come se si potesse acculturare l’intera popolazione e si potesse superare il conflitto d’interessi.

Ma quando c’è un compratore ci dev’essere anche un venditore e questi sono sempre in conflitto. Se vado dal macellaio a parità di qualità questo preferirà vendermi la carne che scade prima mentre io avrò l’interesse a comprare quella che scade dopo. E se vado dal meccanico, vado perché mi fido e perché posso valutare il suo lavoro visto che stiamo parlando di qualcosa di materiale che posso toccare; non mi sogno nemmeno di imparare a fare il suo mestiere e vedere che cosa c’è dentro al motore. Però in finanza, secondo molti, tutti dovrebbero essere degli esperti.

Quindi, se il conflitto c’è sempre e acculturare tutti è impossibile, perché spendere tante parole su questi argomenti?

Tutto questo argomentare si può spiegare con una citazione dal Gattopardo di Tomasi di Lampedusa: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi.». Solo fumo negli occhi. Nessuna vera volontà, tale situazione fa troppo comodo a tutti.

Vi immaginate le banche e i consulenti autorizzati all’offerta fuori sede (ex promotori per intenderci) a fare gli interessi dei risparmiatori? A vendere ETF invece dei cari (in termini di commissioni) e inefficienti fondi? A non vendere più polizze multiramo? A rinunciare a buona parte delle commissioni gravanti sui prodotti altamente inefficienti? Ad interessarsi del recupero delle minusvalenze?

Eppure cambiare tale situazione e rendere più facile la vita del risparmiatore non sarebbe difficile.

Viviamo in un mondo altamente tecnologico, è registrato ogni nostro passo, ogni nostro movimento.

Sarebbe sufficiente, quando il risparmiatore entra in contatto con un operatore finanziario, che venisse videoregistrato l’incontro. In tale incontro il cliente espone le sue esigenze, l’operatore ascolta e fa domande per capire. L’operatore prende il suo tempo per esaminare le esigenze del cliente e al secondo incontro farà la sua proposta, che potrà o meno essere accettata dal cliente. Anche questo incontro verrà registrato e in entrambi i casi una copia della registrazione verrà lasciata al risparmiatore.

Se gli strumenti proposti dall’operatore non dovessero essere coerenti con le esigenze del cliente o dov’essero apportargli delle perdite inattese, quest’ultimo con la sua copia delle registrazioni potrà far valere i suoi diritti.

Tutto molto semplice, niente vendita di prodotti con costi nascosti, niente Mifid manipolate, ecc.

Troppo semplice, troppi interessi contrari, non succederà. Meglio il Gattopardo.

Scusate dell’intromissione, vi auguro un buon lavoro

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