Investimenti: tre scommesse per chiudere il 2021

Riteniamo che la forza della ripresa economica in atto rimarrà intatta, alimentata da un aumento della domanda grazie alle riaperture post crisi pandemica e all’aumento delle spese in conto capitale dopo il decennio di bassi investimenti seguito alla crisi finanziaria. Il concretizzarsi dei piani fiscali come la spesa per le infrastrutture negli Stati Uniti ed il Recovery Fund Europeo possono sostenere il rilancio economico, dopo il previsto rallentamento globale degli ultimi trimestri”. A dirlo sono gli strategist di Plenisfer, che di seguito spiegano nel dettaglio la loro visione e il loro outlook.

Le principali aree di preoccupazione che monitoriamo sono tre:

  1. il mercato del lavoro continua ad essere rigido a causa della partecipazione della forza lavoro ancora al di sotto dei livelli pre-pandemici;
  2. le catene di approvvigionamento globale rimangono tese, spingendo in alto i costi di spedizione e ostacolando la fornitura delle scorte e la produzione;
  3. infine, il rallentamento della Cina potrebbe prolungarsi a causa degli effetti della variante Delta e della stretta normativa sul settore privato.

I primi due fattori sono potenzialmente inflazionistici mentre il terzo è di per sé stesso deflazionistico. Inoltre, l’aumento dei prezzi dell’energia a livello globale può alimentare il picco inflazionistico ancora per diversi mesi, prima che i problemi a livello di offerta possano essere risolti.

Un grande fattore di rischio è costituito dalla Cina. Il mercato cinese sta scontando molte notizie negative, con l’indice Hang Seng (indice azionario della Borsa di Hong Kong) scambiato ai livelli più bassi degli ultimi 10 anni, a 11 volte il rapporto valutazioni/utili societari. Le questioni relative al settore real estate richiederanno più tempo del previsto per essere risolte e non si può escludere un esito negativo, in quanto le società avranno difficoltà a rifinanziarsi nel breve termine. In tal caso, vedremmo una chiara ricaduta negativa sul resto dell’Asia (la Cina pesa circa il 50% dell’indice MSCI Asia ex Japan) dove Taiwan e India (circa 1/3 dell’indice MSCI Asia ex Japan) sono ancora scambiate a multipli elevati.

Per quanto riguarda i tassi, la riduzione marginale della domanda di titoli di stato da parte delle banche centrali, combinata con i fattori inflazionistici precedentemente menzionati, porterà probabilmente ad un rialzo.

I timori per uno scenario di stagflazione continueranno ad essere al centro del dibattito economico, ma riteniamo che per ora si tratti di uno scenario di rischio e non dello scenario più probabile.

Alla luce di tale outlook, preferiamo una posizione di duration corta e un’esposizione agli asset positivamente correlati con i tassi d’interesse. Continuiamo inoltre a privilegiare gli attivi con esposizione all’economia reale e ai real assets, oltre che posizioni sui temi ciclici, sia nelle azioni che nelle materie prime.

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