Asset allocation: si raffredda l’entusiasmo per diversi mercati

“Il nostro modello per le valutazioni supporta la riduzione dell’esposizione alle obbligazioni e la posizione neutrale sulle azioni“. Ad affermarlo sono gli esperti della Strategy Unit di Pictet AM, che di seguito spiega e motiva  nel dettaglio l’asset allocation.

Nonostante il recente aumento dei rendimenti, le obbligazioni rimangono al di sotto del valore equo e prevediamo un’ulteriore correzione dei prezzi.
Le azioni hanno registrato flussi settimanali negativi per la prima volta nel corso dell’anno, per oltre 24 miliardi di dollari. Considerate le valutazioni elevate di questa classe di attività, è possibile che l’aumento dei rendimenti obbligazionari pesi sui multipli degli utili. Un altro campanello d’allarme è costituito dai profitti societari.
La dinamica degli utili ha raggiunto il suo apice, con un utile per azione a 12 mesi salito ora al 20% per l’indice MSCI All-Country World, rispetto al 60% di giugno.
I nostri modelli suggeriscono che la crescita degli utili continuerà a decelerare in modo significativo nei prossimi trimestri, di pari passo con il rallentamento del ritmo dell’espansione economica.

I nostri indicatori tecnici delineano un quadro positivo per le attività più rischiose, sostenute da fattori stagionali e da un sentiment cauto degli investitori.

Regioni e settori azionari: interesse per i titoli difensivi

Rimaniamo neutrali sulle azioni, ma continuiamo a incrementare la nostra allocazione in segmenti difensivi del mercato per il timore di un aumento dei rischi per la crescita globale. Il rally iniziato nella primavera del 2020 sembra volgere al termine. La volatilità del mercato è in risalita, mentre rallentano la crescita economica e quella degli utili. Le banche centrali stanno riducendo gli stimoli monetari. E le valutazioni sono tirate.
Apportiamo due cambiamenti alle nostre allocazioni azionarie regionali e settoriali: chiudiamo la nostra posizione corta sulle azioni giapponesi, portandole a una posizione neutrale e innalziamo da neutrale a sovrappeso il settore sanitario.
Sebbene in Giappone i fondamentali non siano migliorati rispetto allo scorso mese (indicatori anticipatori in calo e Paese molto esposto al rallentamento del ciclo manifatturiero globale), il cambio di leadership nel governo, con Fumio Kishida scelto come prossimo primo ministro, apre quella prospettiva di cambiamento politico invocata da tempo dagli investitori. Ciò include un ritorno a programmi di stimolo in stile Abenomics.
Più in generale, all’interno della nostra esposizione azionaria regionale manteniamo una forte preferenza per i titoli europei, confermando il sovrappeso su quelli britannici, dell’eurozona e svizzeri. Nell’eurozona, la dinamica economica è più resiliente che altrove, lo stato delle vaccinazioni è più avanzato e la BCE non sembra intenzionata a inasprire la sua politica in tempi brevi. Inoltre, le valutazioni dei titoli sono ancora ragionevoli in termini sia assoluti che relativi. Il mercato britannico, nel frattempo, è il più economico nella nostra tabella delle valutazioni, con un rendimento da dividendi superiore al 4% e un buon mix di settori, dominato da titoli value ciclici e difensivi di qualità.

La sottoperformance del 30% del mercato azionario cinese di quest’anno è stata causata da risultati societari sorprendentemente deboli. Le previsioni sugli utili a dodici mesi sono rimaste invariate rispetto allo scorso dicembre, mentre nel resto del mondo sono salite di oltre il 25%. Ma anche se ciò fa sembrare convenienti le azioni cinesi, non lo sono ancora abbastanza per compensare i rischi: le incertezze legate alla normativa sono state ora aggravate da uno shock energetico. Rimaniamo molto ottimisti sulle prospettive a medio-lungo termine per le azioni cinesi, ma aspettiamo che la dinamica della crescita economica tocchi il fondo e che si verifichi una più significativa svolta accomodante nella politica monetaria per ampliare la nostra esposizione tattica.
Continuiamo ad aumentare la nostra allocazione nei settori difensivi portando quello sanitario al sovrappeso. Il settore gode di un forte slancio e da inizio anno ha sovraperformato i suoi concorrenti difensivi.

Inoltre, le valutazioni sono ragionevoli e un dollaro forte costituisce tradizionalmente un supporto. Manteniamo il nostro sovrappeso sui titoli finanziari, che dovrebbero beneficiare dell’aumento dei rendimenti, e nell’immobiliare, conveniente in termini relativi e che rappresenta un’operazione difensiva che trarrà vantaggio dalla riapertura delle economie. Rimaniamo invece sottopesati nei beni di consumo voluttuari, in quanto l’aumento dell’inflazione e il ritiro dei trasferimenti statali intaccheranno il potere d’acquisto delle famiglie.
Nei nostri modelli, il settore meno costoso è ora quello delle materie prime. Il de-rating del settore è dovuto alle preoccupazioni relative alla domanda in Cina e alla forza del dollaro. Insolitamente, ciò accade in un momento in cui i titoli energetici si sono apprezzati.

Più in generale, la dinamica degli utili ha chiaramente raggiunto il picco. Ancora a giugno, la previsione sull’aumento degli utili per azione a dodici mesi per l’indice MSCI All Country World era salita a un tasso annuo del 60%; il tasso annuale ora è sceso al 20%. I nostri modelli suggeriscono che la crescita degli utili continuerà a decelerare in modo significativo nei prossimi trimestri, di pari passo con il deterioramento del ritmo della crescita economica.

Reddito fisso e valute: influenzati dall’inflazione

Gli investitori nel reddito fisso sono in allarme a causa dell’inflazione che nel, lungo termine, potrebbe far risalire i tassi di interesse e rendere nuovamente interessanti i rendimenti obbligazionari. Per il momento, comunque, minaccia solo di rosicchiare il valore reale dei rendimenti, già ridotti all’osso.

A livello globale, prevediamo che l’inflazione rimarrà superiore alla tendenza e al consenso per quest’anno e per il prossimo, principalmente a causa della forte domanda derivante dal robusto aumento dei posti di lavoro e dall’accelerazione della crescita dei salari. Vista la carenza di manodopera e le scorte a un livello minimo record, sarà importante valutare anche i colli di bottiglia nelle catene d’approvvigionamento.

La chiave, pertanto, è trovare aree del mercato obbligazionario che siano protette al meglio dalla pressione inflazionistica. Crediamo che tale rifugio sia rappresentato dal debito sovrano cinese. I prezzi al consumo cinesi sono aumentati su base annua solo dello 0,8% ad agosto: meno del consenso e ben al di sotto dell’obiettivo ufficiale del 3%.

Oltre ad avere uno dei tassi di inflazione più bassi al mondo e godere della prospettiva di una politica monetaria più accomodante, la Cina offre attualmente dei rendimenti obbligazionari tra i più elevati al mondo, prossimi al 2,9%.

Prevediamo inoltre ulteriori azioni di stimolo, tra cui iniezioni di liquidità e tagli al tasso di riserva obbligatoria (RRR). Negli Stati Uniti, nel frattempo, gli acquisti di obbligazioni dovrebbero venire presto ridotti e i tassi potrebbero iniziare a salire entro la fine del prossimo anno.
 

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