Yuan digitale: il ruolo di McDonald’s in Cina
Il governo cinese sembra ormai orientato a lanciare in grande stile il suo yuan digitale proprio in occasione del grande evento delle Olimpiadi Invernali, che si terranno a Pechino nel febbraio prossimo.
McDonald’s accetta già in alcuni suoi ristoranti a Shanghai il nuovo renminbi digitale, ma ora il governo di Pechino vorrebbe che l’adozione fosse estesa a tutto il Paese.
Un portavoce dell’azienda americano al giornale Business Insider ha dichiarato:“Attualmente i clienti possono utilizzare l’RMB digitale nei ristoranti McDonald’s a Shanghai, la nostra città pilota dove impareremo dalla risposta dei clienti. Accettare l’RMB digitale è una decisione aziendale presa tenendo conto degli interessi dei clienti e non c’è alcuna pressione per farlo”.
Al Financial Times Darrell Duffie, co-responsabile di un e-renminbi, progetto gestito dalla Hoover Institution della Stanford University ha aggiunto: “Ho sempre pensato che le grandi aziende statunitensi sarebbero state messe sotto pressione per dare peso al renminbi digitale, perché la maggior parte dei grandi rivenditori sarà messa sotto pressione e le aziende americane non saranno esentate”.
Lo yuan digitale
Lo yuan digitale è la nuova CBDC cinese, il cui progetto pilota è già partito su una vasta area del paese mesi fa. Secondo molti analisti, il divieto imposto dalla Cina a tutte le attività legate alle criptovalute tradizionali ha anche il fine di lanciare proprio il renminbi digitale, che potrebbe essere la prima valuta digitale di stato al mondo.
China Construction Bank (CCB) e Bank of Communications (Bocom), stanno testando da due mesi la CBDC cinese per fondi di investimento e servizi assicurativi.
Nei test svolti nei mesi passati sono stati distribuiti yuan digitali di stato a circa 10 milioni di cittadini cinesi.
Per il governo le Olimpiadi sarebbero il momento ideale per lanciare la valuta digitale di Stato, che secondo le autorità cinesi potrebbe sfidare lo strapotere del dollaro sui mercati globali.
La nuova sfida delle CBDC
Sulle valute digitali di Stato molti paesi (circa 80, compresa la UE) hanno già avviato progetti per un possibile lancio fra qualche anno. La Cina sembra essere in netto vantaggio rispetto a tutti gli altri paesi con la sua valuta digitale, che avrebbe già passato molti test nei mesi scorsi.
Gli Stati Uniti, invece, non si fidano ancora del mondo delle criptovalute perché pensano probabilmente che le valute digitali di Stato potrebbero nuocere al dollaro americano e quindi alla loro economia.
Il Presidente della Federal Reserve a settembre ha esplicitamente affermato che per il momento gli Stati Uniti non stanno pensando ad una loro CBDC. Difficile pensare che questa posizione possa essere mantenuta nel caso la Cina accelerasse sul suo progetto e lanciasse fra qualche mese lo yuan digitale.
La supremazia economica del futuro passa inevitabilmente anche dall’innovazione digitale del sistema finanziario. Come ha sostenuto anche di recente la Banca dei regolamenti internazionali, con le criptovalute prima o poi tutte le banche centrali dovranno fare i conti.