Widiba, Mps sarà più forte

Il matrimonio mancato tra Unicredit e Mps è un evento che impatta diversi protagonisti. Non solo il Mef, ma anche elementi “secondari”, che secondari non sono. Come, in questo caso, la rete Widiba che balza dall’ipotesi di avere una nuova capogruppo alla realtà invece di un gruppo, quello Mps, che verrà nel breve rinforzato.

L’accordo saltato lascia margine a nuove prospettive, che già serpeggiano negli ambienti vicini alle due parti. Perché se non si sa su chi l’occhio d’aquila di Orcel si andrà a poggiare, è vero pure che quest’ultimo non ha pressioni dalla Bce, come d’altro canto le ha il Mef. Il Tesoro infatti per rispettare il patto con la Banca Europea dovrà uscire dal capitale dell’istituto senese entro il 31 dicembre. I fari sono puntati allora sulle prossime mosse del Mef e sul destino di Mps.

La prima a quanto pare sarà la lettera ufficiale alla Direzione Concorrenza (DgComp) guidata da Margrethe Vestager per negoziare una proroga sui tempi di uscita dello Stato da Mps. Arrivati a questo punto il 31 dicembre rimane una data impossibile da rispettare. Tale richiesta si traduce non solo in possibile proroga dei tempi, ma anche di risparmi e tagli del personale. Il nodo esuberi quindi rimane piuttosto caldo.

Tuttavia, il Mef sembrerebbe pronto ad attuare un nuovo piano per salvare (nuovamente) Mps. Ciò che si sa di certo è che questa volta non ci si dovrebbe appoggiare all’ipotesi di una ricapitallizzazione, come avvenne nel 2017 tramite il burden sharing, cioè il taglio di valore a carico degli 1,75 miliardi bond subordinati. Questa volta prevederà un aumento “di capitale sul mercato dove il Tesoro (64%) farà la sua parte e sarà accompagnato da misure compensative per rafforzare l’istituto. Imperniate su miglioramento dei rischi di credito (vendita di sofferenze), riduzione dei contenziosi (6,2 miliardi lordi), contenimento dei costi, a partire da quello del personale (7-8 mila esuberi), e cessione degli attivi, come la vendita di almeno 300 filiali” scrive Linkiesta.

La ristrutturazione fatta in casa dovrebbe rendere Mps più appetibile sul mercato, visto che comunque dal punto di vista operativo la banca è in miglioramento. A giugno l’istituto ha chiuso con 200 milioni di utile e i numeri della terza trismestrale dovrebbero essere posicit. Deficit inferiore a 500 milioni attuali. La rete di Widiba dovrebbe quindi ritrovarsi nonostante tutto contenta, poiché nello scenario attuale Mps dovrebbe ritrovarsi le spalle rinforzate, anche se in attesa di ulteriori sviluppi proprietari.

Intanto, i mercati rispondo male al matrimonio annullato: (-3,5% Unicredit, -9,5% Mps dopo la sospensione per eccesso di ribasso) mentre ha messo le ali Banco Bpm (+3,5%) che secondo la speculazione potrebbe diventare il prossimo obiettivo di Orcel. Unicredit ha poi concluso a -1,7% a 11,33 euro e Siena a -2,3% a 1,04 euro.

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