Asset allocation: Paesi del Golfo Persico alla prova della diversificazione

Nonostante a settembre i principali indici borsistici abbiano registrato cali importanti, le valutazioni in termini assoluti rimangano elevate e gli indicatori prospettici dell’economia mostrino che il picco della ripresa sia stato superato, nell’universo azionario possiamo ancora trovare delle valide opportunità di investimento decorrelate rispetto all’andamento dei mercati sviluppati.

Lo scorso mese l’area dei Paesi del Golfo Persico è andata controcorrente: l’indice rappresentativoe è salito dell’1,6% portando la performance da inizio anno a +33%.

E’ interessante osservare che, a differenza dei Paesi occidentali che hanno accresciuto considerevolmente lo stock di debito, le politiche fiscali della regione si sono inasprite con la pandemia. In base al piano Vision 2030, il contributo del settore privato a favore del PIL potrebbe passare dal 40 al 65% e quello relativo agli investimenti esteri dallo 0,7 al 5,7%.

Le opportunità nei Paesi del GCC (Gulf Cooperation Council) pertanto sono notevoli, ma per estrarre valore dall’investimento si dovrebbe avere un approccio di gestione attiva e un presidio locale. Affidandoci ad un gestore specializzato, infatti, in un orizzonte temporale di cinque anni siamo riusciti a realizzare circa il 50% di overperformance rispetto all’indice S&P GCC Composite.

A cura di Giacomo Calef, country manager di NS Partners

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