Investimenti: l’ombra delle manovre speculative su rame e argento

Nei giorni scorsi la voglia di rischio è tornata a farsi sentire portando l’S&P 500 in alto e l’indice VIX (che misura la paura) molto in basso, vicino al minimo di 20 mesi. Il dollaro si è indebolito rispetto a un paniere delle principali valute, mentre i rendimenti obbligazionari sono aumentati guidati dalle crescenti aspettative di inflazione. Crescono i guadagni sulla maggior parte delle materie prime, ad eccezione dei soft e del gas naturale. Ecco di seguito la view di Ole Hansen, Head of Commodity Strategy di BG Saxo.

Materie prime

La crescita dell’1,1% dell’indice Bloomberg Commodity a un nuovo massimo pluriennale non è riuscito ad attirare una risposta di acquisto da parte degli hedge fund. Nonostante gli ampi guadagni, con i softs e il gas naturale che sono le poche eccezion, le posizioni lunghe di 24 contratti futures è stata tagliata per la seconda settimana consecutiva.

L’acquisto di rame è in fase di contrazione. Qui un’impennata dell’8,7% ha contribuito a guidare un aumento del 52% del net long, mentre il rally del 6,1% dell’argento ha contribuito a sostenere una triplicazione del net long a 14,6k lotti. A parte una riduzione del 15% nel famigerato contratto volatile del gas naturale, la reazione nel settore energetico è stata mista, con la domanda su gasolio e benzina in crescita, mentre la lunghezza netta combinata del petrolio greggio è stata ridotta per la seconda settimana. Questo perchè l’acquisto del WTI ha continuato ad essere compensato dalla vendita del Brent. Durante questo periodo il WTI long è aumentato di 31mila lotti mentre il Brent long è stato tagliato di 56mila lotti.

Nel settore agricolo la vendita massiccia di soia è continuata con la lunghezza netta scesa a 18mila lotti, un livello visto per l’ultima volta 16 mesi fa, appena prima che la Cina iniziasse a fare incetta di forniture.

Nel complesso, la lunghezza netta di mais, soia e grano è scesa a 220mila lotti, una riduzione del 61% dal picco record di aprile. Le forti vendite di zucchero e cacao hanno anche aiutato a guidare una forte riduzione delle scommesse rialziste, mentre una correzione del 4% nel caffè ha tagliato la lunghezza netta solo dell’1%.

Cosa guardare in questi giorni 

Il petrolio greggio (OILUKDEC21 & OILUSDEC21) ha continuato a salire in Asia, con il Brent che ora viene scambiato a breve distanza dai massimi del 2018 a 86,75 dollari, mentre il WTI viene scambiato ad un nuovo massimo da sette anni. Il mercato rimane in offerta con l’OPEC che resta cauta rispetto all’aumento della produzione, temendo ancora la minaccia rappresentata dalla pandemia relativamente alla domanda.

Questo atteggiamento tende ad ignorare la crisi energetica in corso che, secondo le stime, potrebbe vedere la commutazione gas-petrolio aggiungere fino a un milione di barili di domanda supplementare di petrolio questo inverno. In questi giorni, l’attenzione si concentra sul calo delle scorte negli Stati Uniti e sulla Cina che sta affrontando nuovi focolai di Covid-19 dopo che le infezioni si sono diffuse in numerose province.

I recenti forti guadagni di oro (XAUUSD) e argento (XAGUSD) hanno ricevuto una temporanea battuta d’arresto venerdì scorso in risposta ai commenti del presidente della Fed Powell riguardo all’inizio del Tapering. Powell che ha parlato anche di basso rischio di aumento dei tassi di interesse, esprimendo preoccupazione per l’inflazione persistentemente elevata. Attenzione poi al dollaro che continua a perdere slancio e ai rendimenti obbligazionari dove il recente aumento dei rendimenti è stato principalmente guidato da una ripresa dell’inflazione, mantenendo così i rendimenti reali in territorio negativo. Resistenza a 1814 dollari seguita da quella grande a 1835 dollari.

Salgono i prezzi dei cereali guidati dal grano che ha registrato un forte rialzo la scorsa settimana, in mezzo alla crescente domanda di tutti i tipi di grano e alle scorte potenzialmente dirette verso un minimo di cinque anni alla fine della stagione 2021-22. A questo si aggiunge l’aumento dei prezzi dei fertilizzanti e del carburante, che fanno lievitare i costi di produzione, e una previsione meteorologica statunitense di tre mesi che prevede siccità in aree di coltivazione chiave come il Kansas. Il contratto future di riferimento per il grano tenero invernale (WHEATDEC21) è tornato a 7,63 dollari davanti a 7,86 dollari, il massimo di otto anni raggiunto in agosto.

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