Asset allocation: nuove opportunità per le rinnovabili dalla Cop26

“La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021 (COP26) è un’eccellente opportunità per i responsabili politici di riaffermare il loro impegno verso gli obiettivi del cambiamento climatico. Con tutto quello che sta succedendo nei mercati energetici di recente, il tempismo della conferenza non potrebbe essere migliore“. Ad affermarlo è Mobeen Tahir, Associate Director, Research di WisdomTree, che di seguito illustra la view nel dettaglio.

Perché questa conferenza sta ricevendo così tanta attenzione?

Due elementi cruciali sono cambiati dall’accordo di Parigi. In primo luogo, è aumentata l’urgenza di agire da parte dei politici. E secondo, le tecnologie verdi – che permetteranno la transizione verso un mondo più pulito – sono diventate mainstream.

Lo stock globale di veicoli elettrici per passeggeri (EV) è passato da poco più di 1 milione nel 2015 a oltre 10 milioni nel 2020. Con le vendite su una traiettoria esponenziale e una proliferazione di nuovi modelli EV in arrivo sul mercato, l’industria automobilistica potrebbe vedere un profondo cambiamento nei prossimi cinque anni. Questo non è sorprendente dato il divieto di vendita di nuovi veicoli con motore a combustione interna che entrerà in vigore in molti paesi entro il prossimo decennio.

Mentre molti paesi si sono impegnati a raggiungere la neutralità di carbonio, per lo più puntando al 2050, in linea generale manca una chiara tabella di marcia per arrivarci. È improbabile che entro la fine di questa conferenza si riesca a ottenere tutte le risposte di cui abbiamo bisogno, ma potremmo comunque vedere dei passi nella giusta direzione.

Detto questo, si stanno già facendo progressi

Il crescente utilizzo da parte dell’Europa dei prezzi del carbonio come strumento per raggiungere i suoi obiettivi climatici ne è un chiaro esempio. La legislazione Fit for 55 proposta mira a raggiungere una riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Questi obiettivi provvisori rendono l’ambizione finale “net zero” più comprensibile. Anche i mercati fanno la loro parte, come abbiamo visto nel caso del forte rally nel sistema per lo scambio delle quote di emissioni dell’Unione europea (EUAs).

Le azioni dei policymaker stanno muovendo i mercati anche altrove. La Cina ha intrapreso un arduo viaggio per decarbonizzare la sua industria dell’alluminio riducendo la produzione e cercando di passare alle energie rinnovabili. Questo processo potrebbe richiedere anni, facendo perdurare per anni la scarsità di offerta di alluminio, un’aspettativa che si insinua nel prezzo di mercato del metallo.

Il Regno Unito, che è stata la prima grande economia a impegnarsi a raggiungere emissioni nette zero entro il 2050, si è ora impegnato a rendere la sua fornitura di elettricità interamente verde entro il 2035 e ha introdotto un divieto sulla vendita di nuovi veicoli a combustione interna dal 2030.

Obiettivi così elevati richiedono investimenti significativi. Il governo sta attualmente cercando 50-60 miliardi di sterline ogni anno dal settore privato. Con così tanto che può essere (e deve essere) fatto, le cifre potrebbero finire per essere ancora più alte. Dalla costruzione di un’intera rete di sistemi di stoccaggio dell’energia a batteria per sostenere una transizione verso l’energia rinnovabile alla messa in atto di una robusta infrastruttura di ricarica dei veicoli elettrici, c’è molto lavoro da fare.

Raramente l’opportunità per un’industria i prosperare è stata così ben sostenuta dalla politica. È probabile che i governi continuino a spianare la strada agli investimenti privati – per alimentare l’innovazione e finanziare l’infrastruttura. Tutto questo può tradursi in opportunità infinite per gli investitori che guardano ai megatrend in un’ottica olistica.

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