Mercati: in forte aumento la volatilità sui tassi

La pressione sui rendimenti ha continuato a salire in Eurozona, sia su core che soprattutto su periferia europea. Le salite dei rendimenti si sono fatte importanti fino a superare abbondantemente le 2 cifre su Italia e altri emittenti. “Il bello è che, sotto questo movimento, abbiamo avuto una correzione dei breakeven inflation, fisiologica e attesa, ma strana in una giornata di rendimenti in rialzo e dati inflattivi elevati”. Ad affermarlo è Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners Sgr, che di seguito spiga la view nel dettaglio

Questa concomitanza di rendimenti nominali in rialzo e aspettative di inflazione in calo ha prodotto un esplosione dei tassi reali, che hanno cancellato sulla scadenza 10 anni il calo recente (vedi grafico).


Non possiamo sapere se all’interno del Governing Council qualcuno – appartenente allo schieramento dei falchi – sia soddisfatto che le curve prezzino rialzi dei tassi e calo dello stimolo, ma di sicuro è  evidente che lo scenario macroeconomico e inflattivo ufficiale dell’ ECB è sonoramente rigettato dal mercato.

Quindi, tassi in forte rialzo, parti brevi in movimento a prezzare rialzi, tassi reali in esplosione, l’euro proseguirà con forza il rialzo? Nossignore. La Divisa Unica ha accelerato  al ribasso, mangiandosi parte del rialzo e terminando la  seduta di venerdì a contatto coi minimi del mese. Pesantissima anche la  Sterlina, mentre lo yen ha ceduto un po’ meno.  Notare che i tassi nomiali e reali in US oggi salgono poco, e molto meno che in EU.

E l’azionario come ha reagito alla volatilità  sui tassi?

L’Eurostoxx 50 ha invertito la marcia, chiudendo con un buon progresso e ai massimi dell’anno. Chiaro, il  movimento sul BTP  ha frenato un po’ Piazza Affari, messa in crisi anche dalla controtendenza alcune delle proprie banche, causa  la  possibile  imposizione di un tetto alla trasformazione delle Deferred Tax Assets in crediti di imposta in caso di fusione. Mediobanca ha tagliato il giudizio su alcune banche e in generale il  settore ha ridotto il “premio M&A”.

In generale raccapezzarsi nei movimenti odierni di divise  azionario e tassi è un impresa. Si sa, a fine mese i movimenti inconsulti ci stanno, c’è  il  position squaring, il  rebalancing, e così via. Ma sono pressochè certo che la posizione dominante sia  un lungo Dollaro, solo  scalfito dal movimento di ieri, che ora sembra una presa in giro. E, come mostrato i giorni scorsi, si è rapidamente ricostituito un positioning lungo di azionario per cui non si spiega molto bene con la chiusura del mese questo flusso di acquisti pomerdiano che investe anche Wall Street. Su queste basi sqaring e rebalancing non hanno molto senso.

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