In qualche modo Obama aveva indicato la via nella green economy, ma è solo negli ultimi anni che gli investimenti sono diventati più concreti. Il Covid ha accelerato la transizione. Importante appare quindi l’accordo del G20 di limitare a 1,5 gradi l’aumento della temperatura che a prima vista potrebbe sembrare poca cosa, ma da un punto di vista economico è in grado di muovere nei prossimi anni ingenti investimenti pubblici e privati e traghettare l’economia mondiale verso la sostenibilità: le stime recenti indicano investimenti medi per circa 1000 miliardi di dollari l’anno per i prossimi 10-15 anni, pari a circa il 2% del PIL mondiale.
Questo potrebbe far crescere l’economia globale ad un tasso superiore a quello previsto dagli attuali modelli economici, ma senza un aumento dei rischi, degli shock, delle carestie e delle crisi conseguenti all’attuale economia grigia caratterizzata dall’alto livello di carbonio e responsabile, tra le altre cose, della riduzione delle risorse.
Oggi il mondo spende tra l’1 e il 2% del PIL mondiale per una serie di sussidi che prevedono un uso non sostenibile delle risorse in settori come per esempio i combustibili fossili e i pesticidi che stanno contribuendo ai danni ambientali e alle inefficienze dell’economia globale, mentre la loro graduale riduzione ed eliminazione produrrebbero molteplici benefici economici, liberando risorse per finanziare la transizione verso la Green Economy.
Ad esempio, investendo circa l’1,25% del PIL mondiale ogni anno in termini di efficienza energetica e nelle energie rinnovabili, si potrebbe ridurre la domanda globale di energia primaria del 10% circa nel 2022-23 e di circa il 40% al 2050.
I livelli di occupazione nel settore dell’energia sarebbero superiori di un quinto rispetto allo scenario business tradizionale, dal momento che le energie rinnovabili costituirebbero circa il 30% della domanda globale di energia primaria entro la metà del secolo. In uno scenario di Green Economy, il risparmio di capitale e dei costi per il combustibile nella produzione di energia sarebbe in media di circa 760 miliardi dollari l’anno tra il 2010 e il 2050.
Ecco il punto di rottura con il passato. La “nuova rivoluzione industriale” in grado di garantire una sostenibile crescita economica di lungo periodo.
A cura di Antonio Tognoli Head of Research di Integrae