Investimenti: “Keep calm and carry on”

Dopo la pausa estiva a colpire pesantemente i mercati azionari sono state le preoccupazioni per il rallentamento della crescita e per il rialzo dell’inflazione. I problemi della catena di approvvigionamento, l’impennata dei costi dei trasporti e dei prezzi dell’energia, la carenza di manodopera e i timori di una vera e propria crisi immobiliare in Cina hanno suscitato grande nervosismo su tutti i mercati. In questo scewnario, ecco di seguito la view e l’outlook di Alessandro Caviglia, responsabile Investimenti di Cordusio SIM.

Per gli investitori l’orizzonte si presenta, quindi, complesso e ambivalente. Da un lato, per il prossimo anno la dinamica di crescita dovrebbe rimanere al di sopra dei livelli pre-pandemia e questo di fatto sostiene i mercati azionari, ma dall’altro la stessa dinamica di crescita sta rallentando in misura significativa. La nostra indicazione è di mantenere i nervi saldi.

Uno scenario caratterizzato da bassa crescita e maggiore inflazione rende molto problematica la difesa dei rendimenti di portafoglio: le azioni sono infatti penalizzate dalla revisione negativa degli utili per azione, soprattutto quando le valutazioni sono considerate costose, mentre le obbligazioni risentono negativamente dell’aumento dei tassi di interesse, processo che le banche centrali sono costrette a compiere per raffreddare le dinamiche inflazionistiche, come avvenuto negli anni ‘70 e nella prima parte degli anni ‘80. In altre parole, esiste una correlazione positiva tra i prezzi delle azioni e quelli delle obbligazioni che mette in crisi i tradizionali portafogli bilanciati. Gli unici asset che potrebbero proteggere il portafoglio in uno scenario di piena stagflazione sono le obbligazioni legate all’inflazione, l’oro e, in termini nominali, il contante.

Nel dettaglio della nostra allocazione azionaria regionale, ribadiamo il nostro sovrappeso sull’Europa, che ci aspettiamo sia ben sostenuta da tassi di vaccinazione più elevati e dal miglioramento della crescita degli utili. I mercati azionari europei beneficiano di un elevato peso dei settori ciclici e value. Inoltre, nella Green Economy, grazie anche al programma Next Generation, l’Europa sta guadagnando posizioni di leadership a livello globale. Sovrappesiamo anche le azioni dei mercati emergenti, anche se a breve termine penalizzate dal rallentamento della Cina, mentre rimaniamo neutrali sugli Stati Uniti, dove le prospettive di crescita sono sostenute dalla politica fiscale molto espansiva di Biden, ma la valutazione è meno attraente rispetto alle altre principali aree geografiche. Rimaniamo market weight sul Giappone, sostenuto dalla ripresa globale, con un’elevata ponderazione dei settori value/ciclici.

In termini di allocazione settoriale, ci aspettiamo che la rotazione verso i settori value continui con il settore energia e le banche siano i beneficiari più probabili. Queste ultime sono chiaramente sostenute dall’irripidimento della curva dei rendimenti.

Gli attraenti rendimenti dei dividendi, che in Europa sono ben al di sopra dei rendimenti dei titoli di stato e delle obbligazioni societarie, possono beneficiare dell’attuale contesto di minore crescita e maggiore inflazione.

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