Asset allocation: il portafoglio del Bel Paese

“Nel medio periodo preferiamo l’investimento in equity, con un focus su banche e assicurazioni,  energia, costruzioni e tecnologia. In termini geografici, l’area in cui siamo più esposti al momento è quella europea e in particolar modo in Italia, in secondo luogo Francia e Spagna”. Questa la posizione di Gianrito Nicodemo, Fund Manager di Zest, che di seguito illustra nel dettaglio la view.

Le motivazioni che ci spingono a guardare all’investimento soprattutto in Italia con assoluto interesse da qualche tempo sono molteplici.

Il primo è senza dubbio il piano di rilancio Europeo Next Generation Eu. L’Italia è oggetto di fondi per complessivi 209 bilioni di euro tra sovvenzioni e prestiti agevolati, una cifra davvero importante se rapportata al Gdp nazionale. Fondi che intervengono soprattutto, ma non solo, su infrastrutture, energie rinnovabili, digitalizzazione. Elementi a nostro avviso fondamentali per il Paese nell’ottica di incremento della competitività, della sostenibilità e della produttività, nel processo di rilancio e convergenza economica verso le aree più ricche dell’Unione.

Turismo e cultura sono altri due importanti obiettivi del piano. Grazie al Next Generation Eu, se governo e amministrazioni, attraverso un processo di riforme, sapranno cogliere al meglio l’occasione, per la prima volta dopo 20 anni si avrà un importante incremento della spesa pubblica nel paese, elemento di rottura, dopo tanta austerità, di non poco conto ai fini di una crescita sostenibile e duratura.

Il secondo è quanto il tessuto economico del Paese sia cambiato dal 2008 in avanti. Sia le società che il sistema creditizio sono profondamente migliorati. I managers di molte aziende, anche di società pubbliche, hanno condotto importanti processi di ristrutturazione ed efficientamento per far fronte a un lungo periodo di crisi e mancanza di competitività del sistema paese, processi che oggi rendono queste società competitive e pronte a cogliere al meglio le opportunità che il momento economico offre. In molti si propongono come polo aggregante a caccia di sinergie e il mondo della piccola e media impresa è in forte fermento, come testimoniato ultimamente anche dal numero e dal successo riscosso dalle Ipo.  Il sistema creditizio, sotto la forte pressione del regolatore europeo, ha dovuto cambiare molti dei suoi parametri.

Oggi l’efficienza nell’erogazione del credito impone l’assegnazione di prestiti ai meritevoli, a chi svolge bene il proprio lavoro con logiche economiche e prospettive di medio lungo periodo interessanti, diversamente gli accantonamenti imposti difficilmente verranno liberati e la redditività degli istituti bancari e creditizi ne risentirà inevitabilmente mettendoli fuori mercato.

Il terzo è l’attuale governo e la percezione che ne hanno i mercati. Al momento il governo Draghi rende il Paese credibile di fronte alla comunità Internazionale e lo riposiziona al centro della scena Europea. Vedremo poi se il frutto anche del lavoro concreto della squadra di governo tra riforme e sfruttamento dei fondi Ue saranno di pari valore, ma i primi risultati sono senza dubbio incoraggianti e una crescita del Gdp di oltre sei punti percentuali, inattesa in questi termini a inizio anno, è lì a testimoniarlo.

Infine, ma non da ultimo, il mercato azionario italiano, che è stato sottopesato per anni, presenta ancora multipli interessanti nel contesto globale. Le stime sul prossimo anno, grazie a un ottimo momentum degli utili societari, prevedono un rapporto Prezzo/utili di poco superiore alle 12 volte e un rendimento dei dividendi previsto del 3,8% circa.

A livello internazionale, i prossimi mesi vedranno ancora l’inflazione e i tassi come temi dominanti del mercato, insieme al costo dell’energia, che soprattutto nella stagione fredda risulta essere molto sentito. Le banche centrali continuano a ripetere che l’inflazione a cui stiamo assistendo sia un fenomeno transitorio, dettato da problematiche temporanee dovute a una ripresa dell’economia più rapida del previsto, mentre si apprestano a drenare liquidità dal mercato attraverso operazioni di tapering.

Il Recovery fund, unito a politiche di riforma economica, può portare ottimi frutti da qui ai prossimi anni in aree che a lungo sono rimaste ai margini delle politiche d’investimento di istituzioni finanziarie e grandi fondi. Oltre al tema infrastrutturale, che dovrà fungere da spina dorsale della ripresa, c’è grande fermento soprattutto nel mondo della piccola e media impresa dove realtà molto interessanti stanno emergendo nel mondo dei servizi, della tecnologia dei trasporti e dell’energia.

“Nel medio periodo, oltre ai finanziari e ai titoli legati al mondo dell’energia, sia tradizionale che rinnovabile, siamo presenti nel mondo delle costruzioni, che riteniamo molto attraente dal punto di vista valutativo nell’ottica dei trend futuri di spesa infrastrutturale, e in quello della tecnologia, in particolare semiconduttori e titoli legati alla cybersecurity e ai pagamenti digitali”, spiega Nicodemo.

“In particolare, nel mondo delle costruzioni vediamo positivamente ACS e Hochtief. Esse hanno valutazioni molto attraenti in un settore estremamente sottovalutato a oggi, trattandosi di società che operano su scala globale proprio nel momento in cui la spesa per infrastrutture è pronta a ripartire con vigore, grazie ai vari piani di rilancio economico, in particolare in Europa e negli Usa”, continua Nicodemo.

“Nel mondo delle energie rinnovabili troviamo attrattive ERG, Encavis e Neoen: le valutazioni non sono a buon mercato, ma neanche eccessive per quelli che sono settori di riferimento e con buone prospettive di crescita futura, che potrebbero diventare futuri target di consolidamento per oil e utilities. Tra le utilities, EDF, Nexi e Worldline nel settore dei pagamenti digitali. Tra le banche, Banca Intesa, BNP, Mediobanca e Rothschild & CIE. Tra le assicurazioni, Generali e Mapfre. Infine, tra le small e mid-cap in Italia sono interessanti Seri Industrial, Danieli e Tinexta, quest’ultima specializzata in cybersecurity”.

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