Investimenti, Italia: PIL al 6,1% e c’è ancora spazio per crescere

Quest’anno cresceremo al 6,1%, decimale più o decimale meno, un risultato straordinario che non vedevamo da due decenni. Non mancano, tuttavia, sull’Italia le incognite sul valore finale che dipende da tre fattori“. Ad afvfermarlo sono gli analisti della Mazziero Research, che di seguito illustrano nel dettaglio la loro view e il loro outlook.

Il primo, la conferma dall’Istat in seconda lettura del progresso del 3° trimestre al 2,6%, se questo passasse al 2,8% si raggiungerebbe il 6,2% annuo anche con una variazione nulla del 4° trimestre.

Il secondo aspetto riguarda l’evoluzione della pandemia che, anche in presenza di un green pass rafforzato, potrebbe costringere a limitazioni di movimento come già visti nel passato (coprifuoco oltre una certa ora, spostamenti solo per casi di necessità quali cure mediche e spesa alimentare).

Il terzo fattore è legato al continuo aumento dei prezzi che, in una condizione di salari stabili, potrebbe indebolire la fiducia dei consumatori e i relativi acquisti, in particolar modo durante le festività natalizie.

Attualmente quindi non escludiamo una possibile revisione al ribasso di qualche decimale della stima annua al 6,1%, ma se allarghiamo il nostro orizzonte d’osservazione possiamo constatare che l’attuale PIL trimestrale non ha ancora raggiunto i valori precedenti alla pandemia (si veda grafico sopra).

Questo ci fa ben sperare perché un recupero a pieno ritmo di tutte le attività unito ai progetti di sviluppo del PNRR darebbero un nuovo impulso al PIL.
In definitiva, c’è ancora spazio per crescere.

Nel confronto della ripresa post-pandemia fra Paesi europei l’Italia appare ben posizionata (linea blu, grafico sopra): quasi al medesimo livello della Germania, che ha visto un calo minore nella fase acuta, poco sotto la Francia, appena sopra il Regno Unito e ben al di sopra della Spagna.

Il valore raggiunto pari a 98,6, considerato il valore di partenza di 100, conferma ancora una volta come ci si trovi di circa un punto e mezzo al di sotto dei livelli pre-pandemici e come questi possano facilmente essere raggiunti e sorpassati una volta che l’economia sarà pienamente tornata a regime, probabilmente nel 1° semestre del 2022.

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