Criptovalute e dichiarazione dei redditi: ecco cosa fare

Dopo il chiarimento dell’Agenzia delle Entrate giunto la scorsa settimana su come trattare le operazioni in bitcoin nella dichiarazione dei redditi, molti tra aziende e imprenditori hanno dovuto correre ai ripari, ma sono ancora pochissimi i commercialisti con competenze specifiche in una materia scarsamente regolamentata.

In questo contesto, il gruppo Soluzione Tasse, recentemente sbarcato alla Borsa di Milano, è oggi tra le pochissime realtà in Europa capaci di assistere nella consulenza contabile e fiscale anche aziende e privati che hanno deciso di investire o addirittura utilizzare le criptovalute come mezzo di pagamento per beni e servizi, la divisione Crypto Consulting è stata letteralmente presa d’assalto dalle richieste di informazioni e supporto, con un significativo incremento del numero di clienti in pochi giorni.

“Accettare pagamenti in bitcoin, acquistare cripto a nome dell’azienda e detenerli a titolo personale sono pratiche sempre più diffuse tra gli imprenditori anche italiani – spiega Gianluca Massini Rosati, presidente del Gruppo Soluzione Tasse -. Inevitabilmente questo comporta nuovi obblighi in termini di compliance fiscale che quasi nessuno è in grado oggi di ottemperare correttamente”.

A partire da gennaio 2022, inoltre, Soluzione Tasse integrerà la possibilità per tutti i clienti di pagare i servizi di consulenza in criptovalute.

La richiesta di consulenza specifica su questi temi è alta e la divisione Crypto Consulting, in rapida crescita, sta selezionando commercialisti in tutta Europa per assistere le aziende anche all’estero, su un mercato che ha meno confini che mai e che rappresenta un territorio tutto da esplorare.

Il Bitcoin, infatti, continuerà a essere sempre più mainstream e presto diventerà fondamentale per le aziende dotarsi degli strumenti tecnologici adeguati, con funzionalità in grado di leggere e riconciliare le transazioni in cripto, in modo da fornire un dato comprensibile e immediatamente iscrivibile a bilancio. Nel momento in cui le transazioni diventeranno diverse centinaia e queste poste potranno finire nella tesoreria o investire in Defi, andranno riconciliate e rendicontate.

Non a caso, Soluzione Tasse è attiva su questo fronte fin dal 2018 con l’intelligenza artificiale Xriba, che, tra le altre funzioni, si propone anche di aiutare privati e aziende a rispettare la compliance fiscale, permettendo loro di riconciliare automaticamente i pagamenti e le transazioni in criptovalute, generando report e dichiarativi per completare le scritture contabili e adempiere agli obblighi di legge.

Come trattare dunque gli asset in Bitcoin?

Nonostante alcuni chiarimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate, la questione continua a essere complessa a causa di un vuoto normativo, soprattutto per quanto riguarda i privati, mentre è più chiaro cosa fare quando la cripto è di pertinenza dell’azienda.

Per quanto riguarda la detenzione di bitcoin da parte di privati, infatti, è necessario distinguere tra l’aspetto del monitoraggio e quello impositivo. Anche in questo caso il suggerimento è di dichiarare il possesso nel riquadro RW della dichiarazione dei redditi, scegliendo con quale modalità fare la dichiarazione in base al caso specifico che considera quando è stato effettuato l’acquisto e a che prezzo e che tipo di giustificativi sono disponibili per tracciare la transazione. Attualmente, invece, non esiste una norma che disciplini il pagamento delle imposte. Di fatto, l’unico documento su cui si potrebbe basare la valutazione di applicare un’aliquota del 26% sulle plusvalenze da bitcoin è una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate (la numero 72 del 2 settembre 2016) arrivata in risposta a un interpello sull’inquadramento fiscale dello strumento.

“I nostri commercialisti specializzati in cripto – prosegue Massini Rosati – ritengono invece di non dover assoggettare le plusvalenze a imposizione fiscale, sulla base del principio costituzionale del legittimo affidamento secondo il quale se non c’è norma non c’è evasione fiscale. Nel momento in cui sarà varata una legge che disporrà diversamente e quand’anche la disposizione fosse retroattiva, si potrà fare un ravvedimento e si sanerà la situazione senza pagare multe”.

Come iscriverli a bilancio se sono asset dellimpresa?

Per le imprese la situazione è meno controversa e le indicazioni su come trattare i bitcoin a bilancio sono reperibili nei principi contabili Ias/Ifrs della Commissione europea.

Per il legislatore europeo, in contrasto con la nostra Agenzia delle Entrate, le criptovalute non sono moneta e dunque non possono essere contabilizzate tra le disponibilità liquide o tra gli strumenti finanziari ma vanno qualificate come rimanenze (in base allo Ias 2), se detenute per finalità di trading nell’ambito dell’attività ordinaria di impresa, oppure,  diversamente, come attività immateriali in base allo Ias 38, perché posseggono delle attività immateriali tutte le caratteristiche (ovvero sono attività identificabili che possono generare benefici economici nel futuro e non sono accessibili da terzi).

Grazie alla diversificazione dei servizi offerti e all’alto valore tecnologico aggiunto degli strumenti di analisi e consulenza sviluppati negli anni, si conferma il primo riferimento nazionale per la consulenza contabile e fiscale delle PMI.

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