Investimenti, attenzione: Wall Street è ora senza salvagente

Il forte rimbalzo che abbiamo visto nei futures azionari statunitensi ha finito per lasciare il posto a un discreto sell-off nella sessione di negoziazione di mercoledì. Tutti i principali indici statunitensi hanno chiuso in ribasso: l’S&P500 ha chiuso la giornata in ribasso vicino all’1,20% e il Nasdaq è scivolato di quasi il 2% e ha chiuso la sessione sotto quota 16000. È stata la peggiore vendita consecutiva che abbiamo sperimentato dall’ottobre 2020 e potrebbe non essere finita. I futures sulle azioni statunitensi sono di nuovo positivi al momento in cui scriviamo, ma i guadagni sono difficilmente interpretabili come una ripresa; sono piuttosto il risultato di una crescente volatilità. “Il risk sentiment lascia l’amaro in bocca”, avverte Ipek Ozkardeskaya, Senior Analyst di Swissquote, che di seguito illustra nel dettaglio la propria visione.

L’umore del mercato è colpito da due notizie fondamentalmente brutte: in primo luogo, le incertezze intorno al nuovo ceppo Omicron, e in secondo luogo l’aspettativa che la Federal Reserve (Fed) possa ritirare più velocemente il suo sostegno per domare le crescenti pressioni inflazionistiche. E, naturalmente, nessuno può opporsi alla decisione della Fed, poiché la mossa era attesa da tempo e arriva anche un po’ troppo tardi.

Mohammed El Erian afferma che Powell abbandonando la parola “transitoria” abbia messo sotto i riflettori l’inflazione, e non perché le prospettive di una maggiore inflazione siano problematiche per l’economia, ma perché la comunicazione della Fed e le risposte politiche sono in ritardo rispetto alla realtà, e ora la Fed ha bisogno di recuperare il ritardo per non destabilizzare i mercati. E a ciò si aggiunga il fatto che la risposta tardiva della Fed significa chiaramente che ha tagliato la mano che ha alimentato il mercato sinora e il supporto che potrebbe fornire in futuro non può che essere limitato, finché l’inflazione rimane alta. Quindi l’inflazione sarà la metrica chiave che determinerà cosa è fattibile e cosa no nei prossimi mesi. Fino ad allora, potremmo non vedere nuovi record consecutivi nei principali indici azionari.

La volatilità è da tenere d’occhio e l’indice VIX è uno dei posti migliori per farlo. L’indice è salito a 30, è il livello più alto dall’inizio di quest’anno, un tocco al di sotto dei livelli che abbiamo visto nell’ottobre 2020 e molto al di sotto dei livelli che abbiamo visto nel cuore della pandemia quando l’indice VIX è salito a circa 85 punti. È improbabile che si arrivi ai livelli della pandemia, ma ovviamente il fatto che i mercati saranno presto lasciati ai propri fondamentali non può non essere un problema per un mercato con valutazioni alle stelle. L’S&P500 stava flirtando con il livello 3400 prima che colpisse la pandemia, e questo era un record in quel momento, ora siamo sopra il livello 4500. Quindi un pullback ai massimi pre-pandemia significherebbe una scivolata del 25%, e non è impossibile date le posizioni con leva finanziaria e l’estremo posizionamento rialzista nel mercato nell’ultimo anno.

Decisione dell’OPEC

Ora, un luogo che potrebbe far sperare in un rallentamento dell’inflazione è il petrolio, poiché i prezzi sono sotto la pressione per un paio di fattori.

In primo luogo, la decisione degli Stati Uniti e di altri Paesi di rilasciare riserve strategiche per domare la pressione positiva, che peraltro non può essere considerata decisiva in quanto stiamo parlando solo di giorni o settimane di più petrolio prima di tornare alla porta dell’OPEC.

In secondo luogo, e più importante, i progressi sorprendenti e inaspettati nell’accordo nucleare USA-Iran, che, se raggiunto, eliminerebbe il divieto sulle esportazioni di petrolio iraniano, che porterebbe sul mercato circa 4 milioni di barili di petrolio in più al giorno, e aiuterebbe Biden allentando i prezzi del petrolio. Quindi, se c’è un buon momento per concludere un accordo, è prooprio questo.

In terzo luogo, l’OPEC potrebbe reagire e decidere di non aumentare l’offerta tanto quanto pianificava di fare prima dell’azione degli Stati Uniti. E infine, le crescenti preoccupazioni per le varianti da Covid ora portano alle nuove misure di blocco e alle restrizioni di viaggio, e le ultime misure pesano sulle prospettive della domanda globale per i prossimi mesi. Il greggio statunitense è stato scambiato al di sotto dei 65 dollari al barile questa settimana, registrando il peggior crollo dell’anno.

L’OPEC si riunisce oggi; le aspettative sono volatili quanto le mosse del mercato. Le ultime notizie suggeriscono che l’OPEC sia sempre più incline a rinunciare al suo piano di aumento della produzione per gennaio. La decisione odierna fornirà finalmente chiarezza sul fronte OPEC, ma le incertezze sulla variante Omicron dovrebbero mantenere l’equilibrio inclinato al ribasso.

Stelle cadenti

Con la Fed che sta ritirando il supporto, vediamo le stelle brillanti del mercato della liquidità a buon mercato cadere in disgrazia. Ieri l’intrattenimento di AMC è sceso di oltre il 15%, GameStop ha perso l’8% e anche i produttori di chip hanno subito un duro colpo, con AMD che si è abbassata di quasi il 6% dai livelli record e Nvidia che ha restituito quasi il 4%. Anche il rally nello spazio delle auto elettriche potrebbe rivelarsi un castello di carte.

L’oro tradizionale rifugio sicuro sta andando piuttosto male, i cali sull’equity non si traducono in un aumento della propensione all’acquisto per il metallo giallo che si stabilizza vicino a $ 1785 l’oncia, nel frattempo il Bitcoin è stabile vicino al segno $ 56K, ma i rischi sono inclinati all’ingiù.

Quindi, sto pensando, ma sto solo pensando se il dollaro USA sarà di nuovo il posto dove parcheggiare fino a quando la polvere non si sarà depositata. L’indice del dollaro USA spinge al rialzo sulle aspettative della Fed da falco, e gli afflussi sui beni rifugio potrebbero aggiungersi al mix e spingere il Dollar Index al livello 98-100 nelle prossime settimane.

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