Asset allocation, commodity: il nesso tra sviluppo sostenibile e decarbonizzazione

L’economia industriale globale sta sperimentando un rilancio che si verifica una volta ogni cinquant’anni. Stiamo vedendo aziende impegnate a sottoscrivere contratti di crescita di 25 anni, in vigore quindi fino al 2047. La COP26 ha portato a nuovi impegni e iniziative che dovrebbero vedere il mondo notevolmente cambiato entro il 2030 e sostanzialmente decarbonizzato entro il 2050, l’obiettivo primario. I finanziamenti per questa enorme transizione riguardano tutti i livelli della società, con governi, aziende, città, comunità e individui che giocano un ruolo significativo”. Ad affermarlo è Daniel Sullivan, Head of Global Natural Resources di Janus Henderson, che di seguito illustra nel dettaglio la view.

I megatrend della decarbonizzazione guidano il settore delle commodity

All’interno dell’ampio universo degli investimenti nelle risorse naturali, abbiamo identificato tre aree potenzialmente attraenti in cui operano leader del settore e innovatori che lavorano per crescere in modo sostenibile e contribuire allo sforzo di decarbonizzazione.

Queste aree sono legate a:

    1. Metalli necessari per l’elettrificazione dei veicoli;
    2. Passaggio dai combustibili fossili alle energie rinnovabili;
    3. Innovazione nell’alimentazione sana per utilizzare meglio l’agricoltura, dato che la popolazione globale dovrebbe crescere di oltre il 20% entro il 2050.

La grande ripresa economica del 2021 è seguita allo shock legato al COVID-19, con una crescita globale favorita dagli stimoli governativi e dalla progressiva riapertura e normalizzazione dell’economia. Le scorte limitate di molte materie prime e le catene di approvvigionamento interrotte hanno causato un’impennata dei prezzi, rendendo il 2020 l’anno più positivo per le materie prime degli ultimi cinque anni. I primi freddi e alcune interruzioni dell’approvvigionamento hanno portato alla forte spinta dei prezzi dell’energia, con i prezzi dell’elettricità, del gas e del carbone che si sono impennati. Molti di questi problemi a breve termine, tuttavia, sono già stati risolti.

Cavalcare la coda della ripresa economica

A livello globale, i tassi d’interesse rimangono molto bassi e i livelli di risparmio sono elevati. L’azionario legato alle risorse naturali può offrire un interessante profilo di rischio-rendimento, vista la presenza di molte società che in genere hanno forti flussi di cassa e un basso debito. Le risorse naturali sono difficili da trovare, finanziare e sviluppare e gli ultimi cinque-dieci anni hanno scoraggiato gli investimenti a lungo termine. Tuttavia, con la domanda globale proiettata dal mercato a tassi elevati (ben al di sopra della modesta crescita del PIL globale), a causa della crescita dell’energia rinnovabile e dei veicoli elettrici, i mercati si sono finalmente spostati in un’area favorevole agli investimenti, in cui le aziende possono contemplare l’impegno di capitale in mega progetti di oltre venti anni. La domanda potrebbe essere ulteriormente sostenuta da forti investimenti fissi aziendali, che sono cresciuti più velocemente rispetto alle precedenti flessioni. Ciò si riflette nella ripresa dell’industria automobilistica mentre le carenze di semiconduttori si attenuano. L’aumento della spesa per le infrastrutture negli Stati Uniti e l’aumento del capitale per affrontare le sfide del cambiamento climatico in tutto il mondo dovrebbero sostenere un contesto favorevole a lungo termine per le aziende innovative.

Il percorso verso un inasprimento della politica monetaria è già stato ben anticipato dall’aumento dell’inflazione dell’anno scorso e dall’irrigidimento del mercato del lavoro. Le banche centrali e gli analisti macro credono che gli aumenti dei prezzi siano transitori, con molti prezzi delle materie prime già scesi da picchi molto significativi.

La Cina rimane decisiva per la crescita globale e le risorse naturali. Stiamo osservando da vicino il settore immobiliare, dato che esso rappresenta il 60% del patrimonio netto delle famiglie e siamo incoraggiati dagli interventi del governo cinese per far sì che il rallentamento pianificato non sfugga di mano. L’obiettivo di garantire aria pulita per le Olimpiadi invernali del 2022 e i vincoli al consumo di energia elettrica potrebbero frenare l’attività industriale per tutto l’inverno, ma in seguito il governo cinese potrà stimolare nuovamente l’economia. Le implicazioni di tutto questo per la domanda di materie prime nel 2023 saranno, tutto sommato, positive, poiché i mercati hanno già prezzato un rallentamento molto aggressivo e prolungato, come si è visto nel calo del 50% del prezzo del minerale di ferro all’inizio dell’anno.

View positiva sulle società minerarie

Dato questo contesto, è facile capire perché alcuni investitori hanno una visione negativa sul settore minerario, che tende a performare quando i prezzi delle materie prime sono in aumento. Ora stiamo entrando in una fase del ciclo in cui il flusso di cassa libero migliora. Il match positivo di un’offerta limitata e di una forte domanda di materie prime probabilmente continuerà fino al 2022 e sosterrà i mercati dell’energia e dei metalli. Lo sviluppo di nuove miniere rimane impegnativo in termini di spesa di capitale e di tempi di autorizzazione: oltre una certa soglia temporale, è necessario che la produzione abbia inizio e che i prezzi delle materie prime siano elevati e sostenuti. La grande differenza rispetto ai cicli precedenti è la “parsimonia” delle compagnie minerarie. In passato, le spese in conto capitale sarebbero salite alle stelle e l’attività di fusione e acquisizione sarebbe stata aggressiva. Ciò non si sta verificando e abbiamo una visione ottimistica sulle società minerarie, dato che il flusso di cassa libero del settore si sta accumulando, il che dovrebbe sostenere forti ritorni per gli investitori, con i riacquisti di azioni che offrono riduzione del capitale e prezzi potenzialmente più alti per le azioni minerarie.

Per inciso, questa fase del ciclo è di solito molto accomodante per le piccole e medie imprese, che sono tipicamente libere dai vincoli che impediscono alle grandi società di investire. Un’esplorazione di successo e il de-risking del progetto portano solitamente a una crescita del valore e sono positivi per gli azionisti. Crediamo anche che alcune società di metalli preziosi con prezzi convenienti possano aver bisogno di essere rivalutate. Sono in condizioni migliori del passato, con una situazione finanziaria solida, flussi di cassa costanti e prospettive di crescita. Un ambiente inflazionistico con tassi reali negativi (corretti per l’inflazione) potrebbe sostenere il prezzo dell’oro e rivalutare i flussi di cassa.

Una gamma diversificata di opportunità nelle materie prime

Dal punto di vista degli investimenti, i produttori di metalli “elettrici”, cioè quelli necessari per l’elettrificazione dei trasporti, come il rame, il nichel e il litio, appaiono interessanti, così come le aziende che facilitano l’assorbimento del carbonio, producono energia rinnovabile e quelle che finanziano e creano crediti per il mercato volontario del carbonio.

Il Global Methane Pledge annunciato durante la COP26, che mira a ridurre le emissioni antropiche del 30% entro il 2030, è una vera vittoria, dato che il metano è un gas riscaldante molto più nocivo del biossido di carbonio. Uno dei modi in cui l’obiettivo sarà raggiunto è la messa in campo di contromisure per le emissioni animali, per esempio tramite aziende che producono additivi per mangimi che inibiscono la produzione di metano. Un altro modo per ridurre le emissioni è ridurre il consumo di carne rossa e incoraggiare, come alternative, il pesce, le proteine vegetali o le proteine cellulari. Ci aspettiamo che la robusta crescita delle proteine alternative continui nel 2022.

Nel settore agricolo, ci sono opportunità per investire in grandi risorse naturali, come le foreste, sempre più riconosciute come serbatoi di carbonio che possono assorbire grandi quantità di anidride carbonica dall’atmosfera terrestre. Essere pagati per assorbire il carbonio potrebbe generare entrate significative, ma la vera opportunità è quella di utilizzare questa risorsa rinnovabile nell’industria e nell’edilizia. I materiali da costruzione in legno possono sostituire quelli che hanno un alto contenuto di carbonio, come il cemento o l’acciaio, mentre gli alberi possono essere usati per produrre bioplastiche, o biocarburanti/pellet di legno per la produzione di elettricità. Le aziende del legno o della cellulosa e della carta sono ben posizionate in questa catena del valore per allineare “profitto e pianeta”.

Conclusioni

Nonostante un contesto macro dalle tinte in chiaroscuro, rimaniamo ottimisti sulle prospettive delle società di risorse naturali, che sono il fulcro dello sviluppo sostenibile e della decarbonizzazione. Mentre il 2022 potrebbe vedere una pausa dopo una crescita molto forte, una prospettiva multi-decennale si staglia all’orizzonte, mentre il mondo si muove verso le zero emissioni nette. Ciò significa che le prospettive a medio termine per i metalli, l’energia, l’agricoltura e alcuni settori industriali, e il loro potenziale per cambiare il mondo in meglio sono, a nostro avviso, incredibilmente eccitanti.

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