Asset allocation: la relazione tra Omicron e le obbligazioni

Recentemente, l’andamento dei mercati è stato dettato soprattutto dall’ultima variante del coronavirus, Omicron, che l’Organizzazione mondiale della sanità ha definito “preoccupante”. Tuttavia, viviamo ancora una fase di vuoto di informazioni, in cui le domande superano di gran lunga le risposte.

“Le prossime settimane ci diranno se, rispetto alla variante Delta, Omicron sia più o meno pericolosa, quale sia il suo grado di trasmissibilità dell’infezione e se comprometta l’efficacia dei vaccini. In termini di investimento, le risposte dei governi a Omicron determineranno gli effetti potenziali che questa nuova variante avrà sui fondamentali creditizi che, finora, sono rimasti indenni“. Ad affermarlo sono gliesperti del team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan AM, che di seguito illustrano nel dettaglio la loro view.

Nonostante questa nuova incertezza, la dinamica delle emissioni societarie investment grade e high yield è positiva. Grazie alla riduzione dei livelli di indebitamento e alla proroga dei profili delle scadenze del debito esistente i bilanci sono solidi. Inoltre, i tassi di insolvenza sono allo 0,4% negli Stati Uniti e all’1,0% in Europa e prevediamo che per tutto il prossimo anno si manterranno su questi livelli modesti. Complessivamente, le basi su cui poggiano la ripresa e la crescita economica sono solide e fintantoché i dati che saranno diffusi su Omicron non costringeranno a nuove chiusure, nei mercati del credito le dinamiche dovrebbero essere favorevoli.

Valutazioni quantitative

Nel breve termine, il vuoto di informazioni nuoce ai prezzi degli attivi, come dimostra il recente ampliamento degli spread creditizi. I differenziali di rendimento dei titoli statunitensi di qualità investment grade si sono riportati sui livelli di inizio anno, a 103 punti base (pb), mentre quelli europei sono 8 pb in più, ossia 111 pb. Mentre gli spread dei titoli high yield europei sono persino aumentati rispetto a inizio anno, negli Stati Uniti il livello iniziale non è stato raggiunto. Comunque, a novembre l’ampliamento è stato rispettivamente di 47 e 51 pb, la maggiore variazione registrata da marzo 2020.

Gli spread dei titoli investment grade e high yield hanno registrato la maggiore variazione mensile da marzo 2020

Fonte: Fonte: Bloomberg, indici ICE (HUC0, HECM, C0A0, ER00); dati al 30 novembre 2021. HY= high yield, IG= investment grade. RHS = scala destra

Fattori tecnici

Se non altro, la recente impennata della volatilità potrebbe finire col giocare a favore dei fattori tecnici del mercato delle obbligazioni societarie in quanto l’offerta potrebbe risentire degli andamenti stagionali, in un mese già di per sé lento. Solitamente le nuove emissioni vanno a rilento nelle ultime due settimane di dicembre; oggi, tuttavia, riteniamo che il rallentamento dell’offerta sia stato in qualche modo anticipato. Di contro, in prospettiva la domanda di obbligazioni societarie e di rischio in generale dipenderà probabilmente dal livello di incertezza creato dal virus. Nel complesso, a novembre il segmento high yield ha registrato deflussi per circa USD 4 miliardi negli Stati Uniti ed EUR 200 milioni in Europa, mentre per i titoli investment grade le sottoscrizioni sono state pari a USD 426 milioni negli Stati Uniti e a EUR 5,3 miliardi in Europa. Agli investitori che pensano di trarre vantaggio dalle migliori valutazioni registrate in questi mercati va ricordato che a dicembre i livelli di liquidità sono più bassi.

Cosa significa per gli investitori obbligazionari?

Quel che sappiamo davvero in questo momento è che questa nuova variante si accompagna a un certo grado di incertezza nel breve termine. A mano a mano che il vuoto di informazioni verrà riempito da nuovi dati, capiremo in che situazione ci troviamo dal punto di vista della salute pubblica e, aspetto non meno importante, quali misure prenderanno i governi. Finora, al di là dei divieti di viaggio, non sembra che i governi dei Mercati Sviluppati siano inclini a rischiare restrizioni alla mobilità. Hanno, invece, deciso di prendere Omicron ad esempio per sottolineare l’importanza della vaccinazione e dei richiami. A questo punto, la situazione può evolversi in maniera positiva o negativa e, di conseguenza, non riteniamo che l’acquisto indiscriminato di titoli di credito sia la scelta giusta. Oggi, tuttavia, sempre che le risposte politiche alla nuova emergenza non comportino chiusure a livello nazionale, notiamo che i fondamentali creditizi tuttora solidi si accompagnano a sacche di valore più appetibili. A nostro avviso, nell’attuale contesto, gli investitori non potranno che trarre vantaggio da un approccio più selettivo.

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