Mercati: le nuove (poche) emissioni della settimana sotto la lente

Settimana di grande impegno ed interesse per le banche centrali, impegnate nelle ultime riunioni del 2021 e con la prospettiva di capire le mosse per il 2022 in materia di politica monetaria.

Al centro dell’attenzione era soprattutto la Fed, che negli ultimi mesi è stata un “market mover” rilevante per i mercati, dove l’incertezza sul tapering e sui tassi d’interesse, ha spesso alimentato la volatilità. In questa riunione finale, Jerome Powell ha annunciato una forte accelerazione del tapering, il programma di riduzione degli acquisti di asset che la banca centrale effettua ogni mese.

A partire dal mese di gennaio del 2022, gli acquisti di asset passeranno a 60 miliardi di dollari di bond, rispetto ai 120 miliardi al mese previsti con il piano originario di Quantitative easing lanciato nel 2020, per contrastare gli effetti della pandemia.

E’ probabile che quando la Fed deciderà di azzerare totalmente gli acquisti di asset che avvengono mensilmente, temporalmente potrebbe essere verso la fine del primo quadrimestre, la stessa inizierà ad alzare i tassi di interesse.

Dal “dot plot” del Fomc, il braccio di politica monetaria della banca centrale, è emerso che gli esponenti della Fed prevedono per l’anno prossimo tre rialzi dei tassi, rispetto a una sola stretta che era stata precedentemente prevista per l’anno prossimo. Sempre dal dot plot, emergono due strette monetarie nel 2023 e altre due nel 2024, per un totale di sette rialzi dei tassi nel periodo compreso tra il 2022 e il 2024.

Durante la conferenza stampa successiva, il governatore Powell ha confermato che gli sviluppi economici ed i cambiamenti all’outlook avallano questa evoluzione di politica monetaria, che continuerà a fornire un appropriato supporto all’economia, ribadendo che i tassi rimarranno al livello attuale fino a quando le condizioni del mercato del lavoro non avranno raggiunto livelli coerenti con le valutazioni della Commissione in merito alla massima occupazione; in ogni caso le varianti del virus che in questa fase rappresentano dei rischi per la ripresa di molti paesi, non sono viste dal board della Fed come un ostacolo al programma di tapering, vista la solidità dell’economia Usa.

Di tutt’altro tenore è stata invece la riunione di politica monetaria a Francoforte, dove non erano previsti impegni a lungo termine. Diversamente dalla Fed, la Bce potrebbe continuare ad attenersi alla tesi dell’alta inflazione temporanea.  In quest’ottica saranno di grande interesse le proiezioni macroeconomiche dello staff, mentre le attese di rialzo dei tassi nel blocco scavallano il prossimo anno per spingersi al 2023, stante anche la situazione difficile di gestione delle varianti pandemiche in alcuni stati.

Le nuove emissioni governative sotto la lente

Un segnale importante che registra un ritorno alla normalità dei mercati, ha riguardato la cancellazione dell’ultima asta dell’anno a fine dicembre. In generale il Tesoro ha sempre annullato le aste di metà agosto e di fine anno, con l’eccezione del 2020 quando la necessità di fondi legati al blocco del sistema economico per la pandemia, le aveva confermate.

Pertanto in questa settimana si è registrata l’ultima asta dell’anno con il il Tesoro che ha messo a disposizione fino a 3,5 miliardi di euro nel nuovo Btp a 3 anni dicembre 2024 con tassi in rialzo rispetto al -0,16% di metà novembre sul titolo agosto24. Il titolo emesso è flat di cedola ed è stato emesso al prezzo di 100,29 che corrisponde ad un rendimento negativo a scadenza del 0,096%, taglio minimo mille euro con multipli di mille e Isin IT0005474330.  Sul breve emissione del Bot 14 dicembre 2022 che in asta è risultato pari a -0,467% dal -0,533% del collocamento precedente. Sul breve anche la Spagna che ha offerto fino a 2 miliardi in Letras a tre e nove mesi.

Spread del nostro benchmark decennale a quota 126 circa contro Bund, con rendimento di poco sopra allo 0,9%.

Oramai la parte di primario per il 2021 è terminata e si riguarderà a questo mercato nella prima settimana del nuovo anno. La Commissione Europea, ha annunciato il piano di emissione di bond per coprire il fabbisogno finanziario nell’ambito di Next Generation Eu per il primo semesttre 2022, che prevedono l’emissione di  50 miliardi di euro di obbligazioni a lungo termine tra gennaio e giugno 2022, che saranno integrati da buoni dell’Ue a breve termine.

Per la parte corporate non ci sono state emissioni di rielievo se non piccole riaperture sia in euro che in dollari, anche per le aziende il funding di rilievo riprenderà nei primi giorni del nuovo anno.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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