Asset allocation, obbligazioni: le scelte di Schroders per il 2022

Le obbligazioni societarie hanno fatto segnare rialzi consistenti dopo lo shock da Covid-19 di marzo 2020. Il debito high yield ha guadagnato oltre il 25%. Il sostegno di banche centrali e governi, la scoperta dei vaccini a fine 2020, le riaperture e la rapida ripartenza dell’attività economica hanno favorito una ripresa degna di nota.

Attualmente però ci troviamo in una fase più matura ed eterogenea del ciclo di ripresa. A fondamentali solidi e attività economica e domanda dei consumatori tuttora robuste fanno da contraltare valutazioni elevate e incertezza circa inflazione, processo di normalizzazione della politica monetaria e Covid-19″. L’avvertimento arriva da James Molony, Fixed Income Specialist di Schroders. In questo scenario, ecco di seguito illustra la view sul comparto di Schroders.

Condizioni economiche tuttora incoraggianti ma più incerte

La Federal Reserve (Fed) ha avviato il processo di tapering del programma di acquisto di asset che avverrà a un ritmo piuttosto graduale. Il problema è che gli indici di inflazione sono ai massimi decennali.

Rick Rezek, Global Credit Portfolio Manager, ha commentato: “Le attuali pressioni inflazionistiche hanno in parte carattere transitorio. In ultima analisi, l’inflazione complessiva dovrebbe assestarsi su livelli prossimi ai target delle banche centrali. Detto questo, più a lungo l’inflazione resterà elevata, maggiori saranno le difficoltà per la Fed e non si esclude un aumento del nervosismo sui mercati. Il rischio principale è che le pressioni inflazionistiche inducano le autorità monetarie a effettuare un inasprimento più rapido del previsto, ma tale eventualità non rientra nel nostro scenario di base. Nonostante la riduzione degli stimoli della Fed, le condizioni monetarie rimarranno accomodanti e la riduzione della liquidità non dovrebbe rappresentare un rischio degno di nota per l’universo creditizio, a meno che non comprometta la crescita”.

Un altro fattore problematico potrebbero essere eventuali oscillazioni sul mercato del lavoro statunitense, poiché le aziende faticano a reperire personale e gli over 55 scelgono di non tornare al lavoro. Al contempo, l’inflazione e in particolare i prezzi dei carburanti potrebbero frenare i consumi.

Vista la diffusione della variante Omicron, appare fin troppo chiaro che il Covid-19 rappresenta tuttora un rischio importante. In alcune zone dell’Europa, sono state reintrodotte delle restrizioni, mentre negli USA il tasso di vaccinazione si conferma relativamente basso, attorno al 55%.

Quanto ai rischi macroeconomici, Julien Houdain, Head of Credit Europe, sostiene che: “Oltre a Covid-19, inflazione e politica monetaria, monitoriamo attentamente anche il rallentamento della Cina. Tuttavia, nonostante le attuali sfide, nel 2022 il Paese dovrebbe conseguire una crescita discreta. Guardiamo con un po’ più di ottimismo ai mercati emergenti. Diversi Paesi emergenti hanno già dovuto fronteggiare enormi difficoltà poiché sono stati costretti a operare un inasprimento monetario drastico in risposta all’inflazione; pertanto, non escludiamo parziali progressi sul fronte delle politiche”.

Le aziende appaiono solide, ma non mancano le criticità

Il rimbalzo degli utili societari da marzo 2020 ha favorito un sostanziale rafforzamento dei bilanci, a tutto vantaggio dei mercati del credito. D’ora in avanti tuttavia, il margine per ulteriori progressi sarà probabilmente limitato.

Così Julien Houdain: Dati i termini di paragone dell’anno scorso, nel medio periodo potremmo assistere a nuovi modesti aumenti degli utili, ma l’impennata post riapertura è ormai esaurita. In particolare, resta da vedere in che misura le aziende riusciranno ad assorbire l’aumento dei costi di produzione (tra cui costo del lavoro e delle materie prime) e a trasferire tali rincari ai consumatori. Nel caso di alcune società del comparto automotive e dei materiali, tale processo è già in atto”.

Saida Eggerstedt, Head of Sustainable Credit, afferma: “La maggior propensione ad assumersi impegni vincolanti dimostrata alla COP26 da diversi Paesi del mondo conferma che le informative e gli obiettivi in materia ambientale e climatica sono sempre più al centro della pianificazione finanziaria delle aziende. Anche se nel 2021 i mercati sono stati influenzati da fattori sociali come la politica cinese della “Prosperità comune” e la necessità di relazioni più solide con i fornitori, la governance (la G di ESG) si confermerà un importante driver degli spread creditizi. I nostri clienti e le autorità normative si attendono più trasparenza sul fronte ESG, pertanto l’ascesa dei bond ESG e l’engagement possono contribuire a classificare le aziende a seconda della sostenibilità e dell’impatto sociale, nonché a individuare quelle più promettenti”.

Sacche di valore in Asia, mercati emergenti e universo high yield

Le valutazioni delle obbligazioni societarie investment grade sono tutt’altro che convenienti, ma tali asset godono di un grande sostegno e dovrebbero dare prova di stabilità se il tapering e l’adeguamento della politica monetaria si svolgeranno come previsto. Le emissioni investment grade USA presentano tuttora un reddito ragionevole (in parte per via dei rendimenti più elevati dei Treasury) e pertanto catturano l’interesse degli investitori esteri. In Europa, i rendimenti sono più bassi, ma gli spread offrono più valore.

Le sacche di valore più interessanti, tuttavia, sono localizzate in Asia, nei mercati emergenti e in alcune aree dell’universo high yield. Al momento, il differenziale di rendimento fra i titoli BB di Europa e USA implica un tasso di default rispettivamente di 3,7x e 1,9x, le medie a cinque anni. Il debito high yield in euro offre valore rispetto all’omologo statunitense alla luce di spread più contenuti rispetto a quelli USA, una situazione inusuale. Una ragione potrebbe essere la maggiore esposizione dell’Europa al rallentamento della Cina, a forze cicliche e a problemi lungo le catene di approvvigionamento, che tuttavia dovrebbero attenuarsi. Più in dettaglio, gli spread dei titoli BB in euro sono quasi 3,5x quelli delle emissioni BBB, un livello ben superiore a quello storico.

Saida Eggerstedt ricorda le potenziali opportunità legate agli investimenti nella sostenibilità in Cina: “Dopo anni di crescita sostenuta, la Cina deve recuperare terreno in termini di decarbonizzazione. Pertanto occorreranno investimenti su larga scala lungo tutta la catena del valore. Nel 2021, le emissioni di green bond e obbligazioni ESG sono aumentate, ma soprattutto nel settore immobiliare. Nel 2022, ci concentreremo anche sui bond ESG in altre aree, come le rinnovabili, grazie alle quali la Cina sarà in grado di sostituire il carbone in favore di fonti di energia più sostenibili, oppure i produttori di componenti per veicoli elettrici. In ambito sociale, le obbligazioni che favoriscono l’accesso ai servizi di base saranno accolte con favore dagli investitori orientati all’impatto come noi”.

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