Good Morning America

In una mattina in cui i mercati asiatici sono avidi di temi è nuovamente la politica a lasciare il segno.

Dopo l’ incontro avvenuto venerdì tra il candidato repubblicano alla Casa Bianca John McCain e il Dalai Lama, che si trovava in visita negli Usa. Dopo le foto di rito fatte in Colorado con McCain che si è fatto ritrarre in compagnia del Dalai Lama ad Aspen con il preciso intento di mandare un messaggio di sostegno al Tibet e, nello stesso tempo, uno schiaffo alla Cina, la Cina si è fatta sentire.
Il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino ha dichiarato che “Personaggi importanti” negli Stati Uniti devono smettere di sostenere il Dalai Lama e “le forze separatiste” del Tibet e che “La Cina è seriamente preoccupata” dalla notizia dell’incontro tra McCain e il leader spirituale tibetano, dato che la questione del Tibet è “un affare interno cinese”.

Ma siamo sicuri che a McCain che a stento distingue i confini dei paesi con cui gli Stati Uniti sono in guerra sia realmente interessato alle sorti del Tibet? Giusto pochi giorni fa commentando con sarcasmo il viaggio a Kabul di Obama, McCain ha confuso l’Afghanistan con l’Iraq. Rispondendo a Diane Sawyer, nel seguitissimo talk show del mattino dell’emittente Abc “Good Morning America”, McCain ha parlato dei pericoli della guerriglia talebana nelle regioni di confine “tra l’Iraq e il Pakistan. E’ molto grave – ha detto McCain – una situazione molto grave, ma ci sono molte cose che si possono fare, c’è molto lavoro. Sono preoccupato per la situazione al confine tra l’Iraq e il Pakistan”. Peccato che tra Iraq e Pakistan ci siano di mezzo l’Iran e, appunto, l’Afghanistan.

Dobbiamo probabilmente considerare l’azzardata mossa contro la Cina, che peraltro sino ad ora non ha mai espresso simpatie particolari per i democratici e che avrebbe preferito una riconferma dei repubblicani, come una sorta di chiamata alle armi delle truppe religiose che hanno garantito a Bush i voti necessari alla sua rielezione e che dovrebbero cominciare a muoversi anche per lui?

Il tema è caldo dato che sfidando il boicottaggio sancito dall’amministrazione Bush sin dal suo insediamento nel 2001, il Congresso americano controllato dai democratici ha ricominciato a stanziare finanziamenti per il fondo dell’Onu sulla popolazione (Unfpa). La mossa suona come una sfida alla Casa Bianca, che critica l’organismo delle Nazioni Unite per la sua posizione sull’aborto e la pianificazione familiare, accusandolo tra l’altro di favorire la politica della Cina di imporre un limite di un figlio per famiglia ai cinesi. Per la Casa Bianca, l’Unfpa promuove il ricorso all’aborto selettivo e politiche familiari basate sulla contraccezione e non sull’ educazione e l’astinenza.

Resta da vedere quali saranno i prossimi passi che McCain sfruttando religione e sentimenti anticinesi farà per conquistarsi lo scettro in palio tra pochi mesi.

Siamo senza benzina per colpa dei cinesi sarà il prossimo slogan elettorale?

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