Caro cliente, finisco l’anno e ti mando a quel paese

Pubblichiamo di seguito un contributo “originale” inviatoci da un nostro lettore e relativo al tema della frustrazione che spesso può sopraffare il professionista. Come sempre vi invitiamo a scriverci a [email protected]

Gentile redazione di Bluerating, vi leggo da diversi anni e colgo l’opportunità di potervi scrivere qualcosa di me. In particolare ho deciso di scrivere a voi come un sorta di saluto finale verso i colleghi che come me leggono la vostra testata. A partire da gennaio lascerò il mondo della consulenza per iniziare un’attività imprenditoriale completamente estranea al mondo finanziario e quindi posso finalmente dire che è arrivato il momento di togliermi qualche sassolino dalla scarpa. Leggo spesso di colleghi in conflitto con la propria mandante ma devo essere sincero che io non ho mai avuto problemi con la mia, tant’è che non ho mai avuto necessità di cambiarla per oltre 12 anni. Io credo piuttosto che buona parte della frustrazione che talvolta vivono i colleghi (e mi ci metto dentro) derivi dal rapporto con taluni clienti. Il fatto è che non si può dire, perché il cliente è sacro. La verità è che spesso, perdonatemi il termine, i clienti andrebbero mandati a quel paese, perché alcune persone, specie i cosiddetti hnwi, trattano noi consulenti come dei segretari sempre pronti a corrergli dietro. Io ne ho almeno una decina di clienti così e vi assicuro che, una volta che avrò ceduto il mio portafoglio, di scrivergli un paio di righe di congedo su Whatsapp per mandarli cordialmente a quel paese. Ve lo confesso, non vedo l’ora. La consulenza mi mancherà, ma certi clienti proprio no, anche se per fortuna la maggior parte di quelli che ho avuto sono stati adorabili. Un abbraccio grande a tutti voi colleghi e un consiglio spassionato: se riuscite, non fatevi troppo mettere i pieni in testa.

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