Asset allocation, M&A: i driver di rendimento per il 2022

Come l’economia nel suo complesso, anche il settore fusioni e acquisizioni (M&A) ha registrato un notevole rimbalzo dall’estate del 2020. La nuova ondata di attività di M&A ha riguardato la maggior parte dei settori economici ma, come sempre, il settore sanitario e quello tecnologico hanno riportato il maggior numero di operazioni.

A livello regionale, il Nord America continua a guidare la ripresa delle operazioni di M&A per un valore di oltre 10 miliardi di dollari, e numerose operazioni sono state annunciate anche in Europa e in Asia.

Dall’inizio del quarto trimestre del 2021, l’attività M&A sembra essersi stabilizzata ai livelli di metà ciclo. Infatti, con la nomina del nuovo presidente della Federal Trade Commission (FTC) statunitense lo scorso giugno, gli operatori del mercato M&A temono un incremento nella vigilanza da parte delle autorità della concorrenza, in particolare sulle grandi operazioni che potrebbero avere un impatto negativo sui consumatori americani. Anche se l’attività negli Stati Uniti resta positiva, sono pressoché assenti le operazioni di dimensioni superiori ai 10 miliardi di dollari.

In Europa, tuttavia, l’attività M&A resta molto soddisfacente. Senior banker confermano che molti progetti di M&A restano congelati per il momento, a causa delle incertezze legate ai potenziali cambiamenti pro-consumatori nelle politiche della FTC.

“Riteniamo che, una volta risolti questi dubbi, presumibilmente durante il 2022, il numero di operazioni M&A negli Stati Uniti dovrebbe iniziare a normalizzarsi”, commenta in questo scenario Stéphane Dieudonne, Senior fund manager di Candriam, che di seguito spiega nel dettaglio la view.

Nel 2021, l’attività M&A ha mostrato resilienza durante le diverse ondate dell’epidemia da Covid-19 e delle sue nuove varianti. Gli accordi di fusione sono stati infatti adattati per tenere conto di questi nuovi fattori di rischio. Nel complesso, siamo piuttosto ottimisti riguardo all’attività M&A per il prossimo anno. L’attività M&A è un dato facile da valutare, ma probabilmente non è l’unica fonte di rendimento in una strategia di risk arbitrage. Non abbiamo aspettative precise sul numero di operazioni M&A nel 2022, ma anche fattori di rendimento meno presenti sui titoli di giornale possono essere altrettanto utili. Gli investitori interessati al Risk Arbitrage farebbero bene a tenere conto dei livelli di spread, del tasso di operazioni non portate a termine e del numero di offerte a prezzi più alti.

Prevediamo un semaforo verde nel 2022 sia per i livelli degli spread sia per i tassi di closing delle operazioni. Infatti, gli spread del Risk Arbitrage sono ora tra le due e le tre volte più alti rispetto ai livelli pre-pandemici, per un livello di rischio equivalente. I tassi delle operazioni non portate a termine restano a livelli storicamente bassi o, dovremmo dire, i livelli di closing sono alti. Il numero di offerte al rialzo, o guerra delle offerte, si è attenuato rispetto ai primi mesi del 2021. Ma tenete sotto controllo i livelli degli spread e i tassi di closing.

In ogni caso, si può tenere traccia del numero di operazioni di M&A se si vogliono prevedere i bonus delle banche, ma, se si vuole capire dove si presentano le opportunità di risk arbitrage oggi, occorre guardare agli spread.

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