Asset allocation, Cina: l’outlook di Schroders per il 2022

La brusca decelerazione dell’economia cinese, iniziata nella seconda metà del 2021, si protrarrà anche nel 2022; pertanto la crescita del PIL rimarrà modesta e abbiamo quindi rivisto le stime di crescita del PIL dal 7,7% al 4,7% nel 2021″. Questa la view degli analisti di Schroders, che di seguito illustrano l’outlook per il 2022 per quest’area geografica.

Data la politica di tolleranza zero contro il Covid-19, le restrizioni continueranno a pesare sull’attività economica, in particolare nel settore dei servizi. Il governo è intervenuto a sostegno del settore energetico dopo che svariati blackout ne avevano frenato l’attività. Tuttavia, è probabile che permanga la pressione sulle riserve di carbone, perlomeno in inverno. Di conseguenza, i produttori devono fare i conti con i maggiori costi dell’energia in una fase in cui la domanda all’esportazione sembra destinata a rallentare.

In ogni caso, la principale fonte di preoccupazione è il settore del real estate. Lo scetticismo circa la solidità dei costruttori fortemente indebitati ha comportato una marcata riduzione delle vendite di immobili nuovi; è quindi venuta meno una fonte fondamentale di finanziamento e si è innescato un circolo vizioso caratterizzato da contrazione dell’attività edilizia, ristrutturazioni del debito più frequenti e riduzione del fatturato. È comunque probabile che a un certo punto le autorità decidano di prendere in mano il timone per stabilizzare la situazione, onde scongiurare potenziali conseguenze negative di un collasso del mercato residenziale. La buona notizia è che nessuno dei possibili sviluppi coglierà i mercati del tutto impreparati.

Inoltre, gli investitori dovrebbero beneficiare di una maggiore chiarezza circa le modalità di implementazione delle riforme governative. Un eventuale allentamento mirato della stretta normativa in ambiti quali tecnologia e istruzione si rivelerà probabilmente positivo per gli asset di tali settori. Infine, un aumento del reddito disponibile delle famiglie derivante da riforme e potenziali misure di stimolo potrebbe sostenere la componente dei consumi che sinora ha segnato il passo nell’ambito della ripresa.

Outlook azionario cinese

Alla luce della politica di tolleranza zero del governo cinese, una riapertura delle frontiere nel 2022 appare improbabile. Di conseguenza, la ripresa dei consumi sarà probabilmente trainata dalla spesa interna, destinata ad aumentare in seguito alla diminuzione dei casi di Covid.

L’inflazione dei prezzi di produzione dovrebbe toccare il picco nel 2022 e sono anche attesi progressi lungo le catene di approvvigionamento nel complesso. Inoltre, alcuni produttori di beni di consumo – favoriti dalla solidità del marchio – potrebbero riuscire a trasferire i maggiori costi di produzione ai consumatori finali. Pertanto, l’anno prossimo potrebbe rivelarsi più propizio per le azioni delle aziende dei beni di consumo di alta qualità.

Se da un lato l’inflazione dei prezzi al consumo potrebbe essere prossima al picco, dall’altro è improbabile una discesa a livelli nettamente più bassi. In Cina, siamo alle soglie di un periodo di inflazione strutturale trainata da fattori di lungo periodo quali l’invecchiamento demografico, il focus sulla decarbonizzazione e il persistente e prolungato quantitative easing a livello globale.

Ci aspettiamo che la crescita si concentri soprattutto in aree strategiche come le nuove infrastrutture e gli investimenti di capitali in progetti green, in linea con le politiche del governo. D’altro canto, è verosimile un ulteriore rallentamento degli investimenti immobiliari dato il deleveraging in atto sul mercato del real estate.

Nel 2022, potrebbero risolversi i colli di bottiglia sul fronte dell’offerta, ma non si esclude una flessione dell’export. Aumenta quindi l’importanza della “strategia di doppia circolazione”, vale a dire il focus sulle esportazioni in un’ottica di lungo periodo e il sostegno ai consumi interni, alla localizzazione dell’attività di R&S e allo sviluppo di prodotti locali. In tale contesto, i consumi interni dovrebbero confermarsi un driver di crescita fondamentale nel 2022 e oltre.

Siamo convinti che le relazioni USA-Cina rimarranno abbastanza complicate e anche eventuali progressi in termini di riduzione dei dazi non garantiscono un re-rating significativo del mercato. La Cina continuerà a promuovere la “doppia circolazione” a fronte di tensioni geopolitiche più acute.

La correzione del mercato azionario cinese nel 2021 fa nascere numerose opportunità in svariati settori. Nel complesso, ci sembra che le valutazioni siano adeguate e offrano una maggiore protezione dal rischio di ribasso in un contesto macroeconomico ancora difficile nel 2022.

Outlook debito cinese

Una replica della solida sovraperformance relativa del 2021 non è scontata, ma alle soglie del 2022 confermiamo il grande ottimismo circa le obbligazioni cinesi onshore.

I bond della Cina restano un’opportunità di investimento estremamente valida. L’espansione economica ha rallentato (dall’8-9% del decennio scorso al 5% stimato nel 2022) con l’attenzione che si sposta dalla quantità alla qualità della crescita. Tale transizione potrebbe porre le basi per un’economia più sostenibile e stabile in futuro; in ogni caso un tasso di crescita complessiva più basso è positivo per le obbligazioni poiché i tassi di interesse si manterranno probabilmente bassi.

Inoltre, i nuovi temi – prosperità comune, riforma del quadro normativo e riduzione dell’indebitamento – sono favorevoli agli investimenti in obbligazioni.

Il Congresso nazionale del Partito Comunista a ottobre 2022 darà nuovo impulso all’attuazione delle riforme. Ciò sarà positivo per le obbligazioni, poiché è probabile che gli investitori continuino a restare cauti e ad ampliare l’esposizione ai bond cinesi in presenza di attese di crescita più modeste e del rischio di impennate della volatilità.

Infine, le obbligazioni cinesi sono un’asset class matura e gli investitori iniziano a considerarle un bene rifugio emergente. Le valutazioni interessanti, un contesto economico incoraggiante, una politica monetaria divergente, una crescente accessibilità, l’inclusione negli indici, la bassa volatilità e i vantaggi in termini di diversificazione sono solo alcune delle ragioni per cui continuiamo a favorire le obbligazioni cinesi. Inoltre, Pechino promuove tuttora la divisa cinese come valuta di riserva internazionale, pertanto le obbligazioni governative locali rivestiranno un ruolo cruciale come fulcro degli investimenti in asset denominati in renminbi.

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