Criptovalute, ecco le città e le nazioni hub per il Bitcoin

L’anno che si sta per chiudere ha visto diverse città e paesi far evolvere il loro approccio al Bitcoin e ora si candidano a diventare veri e propri hub nel 2022, come riportato da Cryptonomist.ch.

El Salvador, il più grande esperimento di Bitcoin

Il caso più eclatante è sicuramente quello di El Salvador. Nel paese del centro America dal 7 settembre 2021 Bitcoin è valuta legale insieme al dollaro USA. Questo vuol dire che i salvadoregni possono pagare ed essere pagati in Bitcoin (o in dollari). Questa scelta ha reso El Salvador inevitabilmente uno dei paesi con il maggiore tasso di adozione di Bitcoin.

Ma quello del presidente Nayib Bukele è un progetto ambizioso che punta anche a produrre BTC e a utilizzarlo per gli investimenti.

È allo studio una soluzione per minare Bitcoin con l’energia prodotta dai vulcani che andrebbe ad alimentare una mining farm locale. Quanto questa mining farm sia in grado di produrre resta da vedere.

El Salvador ha anche aperto un fondo alimentato sia in dollari che in Bitcoin. Di tanto in tanto, quando Bitcoin subisce cali di prezzo, il presidente Bukele autorizza acquisti da centinaia di BTC che vanno ad alimentare il fondo.

Con i guadagni di Bitcoin, il paese sta già realizzando scuole e ospedali. L’ultimo progetto è realizzare una “Bitcoin city”. Per farlo sarà emesso un bond da un miliardo di dollari. Non resta che attendere come tutto questo evolverà e se altri paesi seguiranno l’esempio del piccolo stato americano.

Il Brasile strizza l’occhio a Bitcoin

Il prossimo stato che potrebbe adottare Bitcoin come valuta legale è il Brasile. Se ciò avvenisse sarebbe veramente rivoluzionario. Il Brasile è il più grande stato sudamericano e conta oltre 200 milioni di abitanti. Questo sì che potrebbe portare ad una crescita massiccia dell’adozione di Bitcoin.

Al momento però si tratta solo di una proposta di legge avanzata dal deputato Aureo Ribiero che è stata approvata dalla Commissione competente e ora dovrà passare al voto del Parlamento.

Sicuramente il Brasile è terreno fertile per Bitcoin. Basti pensare che qui sono già in commercio gli ETF su Bitcoin spot che negli Stati Uniti ancora devono essere approvati dalla SEC.

Kazakistan, la nuova terra del mining

Trasferendoci in Asia, merita una menzione il Kazakistan. È qui che si è spostato il mining di Bitcoin dopo il ban dalla Cina.

Il Kazakistan può vantare un costo dell’energia molto basso, ma si tratta di energia proveniente da combustibili fossili. Insomma, non è una fonte “green”.

Il governo sta tentando di correre ai ripari frenando il mining illegale. Probabilmente adotterà una legge che permetta ai miner di essere tassati e che li impegni ad adoperare energie pulite.

Città crypto friendly: la rivalità tra Miami e New York

Tra le città crypto friendly va sicuramente menzionata Miami. La metropoli della Florida si sta facendo notare nel panorama crypto anche per le aperture del sindaco, Francis Suarez, il quale è persino disposto a ricevere lo stipendio in Bitcoin.

La città ha anche una sua criptovaluta, il Miami-Coin e lo scorso giugno ha ospitato la Bitcoin Conference, ovvero l’evento Bitcoin più importante al mondo.

A tentare di oscurare Miami ci sta provando New York. La Grande Mela vanta ora un sindaco pro-Bitcoin, Eric Adams che vuole fare di New York un hub crypto. Anche lui si è detto pronto a ricevere lo stipendio in Bitcoin.

Dubai, il vero hub crypto

C’è una città che è in pole position per essere un vero hub crypto: Dubai. Sì perché la capitale degli Emirati Arabi ha delle “zone franche”, ovvero dei particolari luoghi dove aprire un’attività è conveniente (ma non esente da licenze e autorizzazioni).

Una di queste zone franche, la Dubai World Trade Centre Authority ha sottoscritto un accordo con l’autorità locale Securities and Commodities Authority per ospitare attività crypto. Tra i primi ad avvantaggiarsi di questo accordo c’è Binance che collaborerà con la DWTCA per accelerare la nascita di questo hub. Questo renderebbe Dubai uno dei cuori pulsanti del settore.

 

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