Investimenti, meglio andare corti sul dollaro

Il rally che il dollaro Usa ha registrato lo scorso anno si è progressivamente esaurito nel secondo semestre, nonostante la netta incorporazione nelle valutazioni della stretta decisa dalla Fed. Ciò è in parte dovuto alla risposta sincronizzata dei mercati obbligazionari. I timori di inasprimento si sono incentrati sulla Fed, ma i rendimenti dei Bund hanno a malapena seguito l’aumento dei rendimenti dei Treasury USA, mantenendo i differenziali di rendimento invariati”. A farlo notare è Thomas Hempell, Head of Macro & Market Research di Generali Investments, che di seguito spiega nel dettaglio la view.

Inoltre la volatilità dei rendimenti, che tende a favorire il dollaro, si è attenuata. L’ultimo rimbalzo nel cambio EUR/USD riflette in parte il mispricing della BCE: i mercati ora scontano oltre 20 punti base di aumento dei tassi di deposito BCE nei prossimi 12 mesi, dove noi prevediamo tassi piatti per tutto l’anno.

I rischi di inflazione sono più forti negli Stati Uniti, dove la ripida discesa della disoccupazione e l’aumento degli affitti si sommano ai problemi della catena di approvvigionamento. Questo lascia spazio a una maggiore differenziazione tra paesi nelle risposte politiche ai rischi d’inflazione.

Tuttavia, qualsiasi spinta al dollaro derivante dalla divergenza delle politiche sarà probabilmente di breve durata.

Il dollaro ha raggiunto elevate valutazioni e il grande spostamento registrato durante il 2021 con un posizionamento speculativo verso la valuta USA ha probabilmente fatto il suo corso. La persistente ripresa globale comporterà dei venti contrari per il dollaro, che è anticiclico. È ancora prematuro ridurre le posizionai nel dollaro, tuttavia il picco non è lontano.

 

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