Asset allocation: l’outlook sugli emergenti di Schroders

Lo stimolo globale in risposta alla pandemia sta ora iniziando a calare. L’anticipazione di condizioni monetarie più rigide ha esercitato una pressione al rialzo sul dollaro statunitense. I colli di bottiglia, le perturbazioni del mercato del lavoro, l’aumento dei prezzi dell’energia e il recupero economico post-pandemia da COVID-19 hanno anche creato un’inflazione più persistente del previsto, che ha alimentato i timori di stagflazione. In questo scenario, ecco di seguito la view di Tom Wilson, Head of Emerging Market Equities di Schroders.

C’è una normalizzazione in corso a livello globale, sostenuta dalla distribuzione del vaccino, così come da alti livelli di immunità post-infezione. In generale, questo dovrebbe comportare meno restrizioni future all’attività. Naturalmente, le nuove varianti rappresentano un rischio continuo.

L’inasprimento delle politiche da parte della Fed può essere un ostacolo continuo, ma i mercati emergenti sono più resistenti rispetto all’ultimo ciclo di rialzo dei tassi. In generale, i conti esterni sono in buono stato, il recente afflusso di capitali è stato meno “caldo” rispetto al 2013, le valute dei mercati emergenti sono generalmente a buon mercato e i rendimenti del debito locale di tali Paesi sono relativamente interessanti.

La ridotta disponibilità di credito in Cina si fa sentire. L’azione normativa ha creato incertezza e ha avuto un impatto economico diretto attraverso il settore immobiliare. Ci aspettiamo che la politica diventi più stimolante e che l’impulso di credito raggiunga il minimo e si riprenda.

Nella seconda metà del 2022, c’è il potenziale per un miglioramento delle prospettive macroeconomiche in Cina. Anche se i profitti aziendali saranno colpiti dal rallentamento della crescita di quest’anno, i mercati guardano al futuro e potrebbero iniziare a considerare una ripresa.

I rischi chiave per l’outlook includono la geopolitica, le nuove varianti del COVID-19 in grado di eludere i vaccini, lo scenario in cui l’inflazione non si dimostri transitoria e il futuro percorso di regolamentazione in Cina. Quest’ultimo punto si riferisce agli obiettivi di “prosperità comune” del Governo nell’affrontare la disuguaglianza e migliorare la mobilità sociale. Il ritmo delle nuove iniziative sembra essersi allentato, ma continuiamo a monitorare da vicino gli sviluppi, in particolare in vista del Congresso Nazionale del Partito nel quarto trimestre del prossimo anno.

Nel complesso, le valutazioni dei mercati emergenti non sono a buon mercato rispetto allo storico. Tuttavia, ciò nasconde notevoli variazioni in termini di Paese, settore, titolo e stile d’investimento.

Passando al 2022, potremmo iniziare a vedere un contesto più positivo. La politica monetaria ha anticipato un’inflazione più alta e i tassi reali sembrano interessanti. Se la pressione inflazionistica dovesse allentarsi, ciò potrebbe fornire spazio per un allentamento monetario. Nel frattempo, l’economia cinese ha potenziale per iniziare a migliorare.

A livello di Paesi, manteniamo una visione relativamente meno favorevole sulla Cina, anche se negli ultimi mesi abbiamo ridotto la scala del nostro sottopeso. Anche se continuiamo a vedere prospettive promettenti a lungo termine in India, sostenute dal progresso delle riforme, le valutazioni costose continuano a moderare il nostro appetito.

Al contrario, ci piacciono i mercati emergenti dell’Europa orientale di Polonia e Ungheria, dove la crescita economica è forte e le valutazioni sono ragionevoli. La Russia è un mercato da noi favorito, date le valutazioni convenienti e poiché è un beneficiario dei prezzi più alti delle materie prime. Tuttavia, i rischi geopolitici persistono, e stiamo monitorando attentamente gli sviluppi, dato il recente aumento delle tensioni con l’Occidente.

Anche il Brasile potrebbe presentare un’opportunità nel 2022: le valutazioni riflettono un elevato rischio politico e un’inflessione potrebbe creare margine per un allentamento monetario nell’ultima parte del prossimo anno. Rimaniamo modestamente sovrappesati sulla Corea grazie a un’ampia selezione di opportunità azionarie e a valutazioni interessanti.

Il debito dei mercati emergenti

“Mentre gli investitori potrebbero temere gli effetti di un aumento dei tassi di interesse statunitensi, i mercati sono macchine da sconto e molto è stato prezzato. Il dollaro è in rialzo del 18% rispetto all’inizio del ciclo precedente. Le banche centrali dei Paesi emergenti hanno implementato aumenti preventivi per molti mesi. E le valute, in generale, non hanno mai riguadagnato completamente i propri livelli di valutazione reale dal periodo precedente al primo ciclo di tapering. Stavolta le valutazioni sono molto più brillanti”, sostiene James Barrineau, Head of Global EMD Strategy di Schroders, che di seguito dettaglia la view.

Se l’inflazione si modera e torna vicino ai livelli target della Banca Centrale nel 2022, allora le prospettive per gli investitori EMD in valuta locale potrebbero essere molto brillanti. Nel corso del 2021, il rendimento del mercato EMD locale, misurato dall’indice GBI-EM Global Diversified, è salito dal 4,2% al 5,65% con il progredire dei cicli di rialzo. Lo spread – o differenza di rendimento – rispetto ai Treasury di duration simile è salito a poco più di 430 punti base.

Le banche centrali più credibili, come quelle di Russia e Messico, saranno probabilmente le prime a frenare i rialzi. Altre in Europa centrale e in Brasile impiegheranno altri mesi per frenare le tendenze dell’inflazione. I Paesi asiatici sono più vicini alla credibilità dei mercati sviluppati rispetto ad altre regioni dei mercati emergenti, e mentre i rendimenti locali sono più bassi, la volatilità della valuta è anche molto più contenuta. Nel corso del 2022, ci aspettiamo che praticamente tutta l’asset class abbia completato i cicli di rialzo e si ritrovi con tassi d’interesse reali ben al di sopra delle controparti sviluppate, forse con cicli di taglio dei tassi in vista.

Le valute dovranno cooperare con una visione rialzista dei tassi affinché la maggior parte degli investitori sia invogliata a investire. La stabilità del renminbi cinese, dove i tassi reali – cioè al netto dell’inflazione – sono i più positivi dell’asset class, segnala che i tassi positivi sono una forte attrattiva nonostante i significativi problemi sovrani. Nella regione privilegiamo anche la Malesia e l’Indonesia su una base simile. Il rublo russo sembra quasi a prova di proiettile con solidi conti esterni. In America Latina, il Messico si distingue per la vicinanza agli Stati Uniti e la mancanza di tensioni fiscali.

Sul lato del debito in dollari, le prospettive sono meno brillanti. Nel debito IG dei mercati emergenti, lo spread rispetto ai Treasury statunitensi è storicamente basso, ma offre ancora un modesto aumento rispetto al debito sviluppato con rating simile, che ha ancorato la stabilità. Gli spread dei titoli dei mercati emergenti ad alto rendimento sono più attraenti di quelli statunitensi, ma mancano di un ambiente operativo stabile. Essere attivi e adottare un approccio selettivo è fondamentale.

Alcuni crediti con rating più basso faticheranno parecchio con i requisiti di finanziamento e la necessità di una stretta fiscale (molti Paesi sub-sahariani e di frontiera). Altri potrebbero non essere candidati al default, ma dovranno confrontarsi con le politiche atte a riconquistare la sostenibilità del debito mentre la crescita e la spesa rallentano.

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