Asset allocation: lo stock picking passa dagli utili

Nonostante la nostra posizione tattica neutrale sulle azioni, le prospettive sono a nostro avviso positive. Il mercato è sostenuto dalle prospettive positive per le economie che si stanno riprendendo dalla pandemia, il che dovrebbe più che compensare i rischi di ribasso, come la possibilità che la Fed commetta l’errore di inasprire in modo troppo aggressivo la sua politica, spinta dal panico causato dall’inflazione”. Ad affermarlo sono gli esperti della a cura della Strategy Unit di Pictet AM, che di seguito illustra nel dettaglio la view.

La Fed sta sicuramente diventando più aggressiva, tuttavia è probabile che i tassi di riferimento reali rimangano sostanzialmente accomodanti nel prossimo futuro e le banche commerciali sembrano essere pronte a incrementare i prestiti erogati.  E se Omicron si rivelasse una variante meno grave del previsto, la crescita potrebbe fare un nuovo balzo in avanti.

Anche se la crescita degli utili societari ha chiaramente raggiunto il picco e il consenso ora sconta un aumento annuo degli utili a termine a 12 mesi solo del 5% per l’MSCI All Country World, rispetto al picco del 55% della scorsa primavera, la forte crescita degli Stati Uniti e la resilienza dei margini aziendali ci fanno sentire molto più positivi rispetto al mercato.

Le azioni cinesi potrebbero ancora dettare il passo. Sono valutate in modo interessante dopo le perdite subite nel 2021. La politica monetaria cinese sta diventando cautamente espansiva e si prevede un miglioramento delle prospettive di crescita per il Paese, poiché il peggio della crisi del settore edilizio potrebbe essere passato. Tuttavia, i segnali di ripresa su tutti e tre i fronti sono ancora incerti e giustificano un approccio attendista per un altro mese o due. Per il momento la nostra esposizione verso la Cina resta quindi neutrale nonostante il nostro sovrappeso sull’Asia (Giappone escluso).

Incertezza sulla riapertura – Paniere di settori che probabilmente beneficerà della riapertura post-COVID vs settori che hanno registrato una buona performance durante la pandemia a confronto con titoli value vs titoli growth dell’indice MSCI, ribasati a 100 al 01/01/2020

Per contro, sottopesiamo i mercati emergenti al di fuori dell’Asia a causa del peggioramento della dinamica economica, dell’accelerazione del ritmo degli aumenti dei tassi e dei rischi politici, come le tensioni montanti tra Russia e Ucraina. Sottopesiamo anche alcuni settori difensivi, come i beni di consumo di base e i servizi di pubblica utilità.

Continuiamo a dare la preferenza ai mercati e ai settori value ciclici, come l’eurozona, il Regno Unito, i titoli finanziari e il real estate. Le small cap statunitensi sono ora molto interessanti, date le valutazioni su livelli storicamente bassi in relazione a quelle delle large cap, l’elevata quota di titoli ciclici value al loro interno e l’esposizione a quella che a nostro avviso sarà una delle economie più dinamiche al mondo nel prossimo anno.

Uno sviluppo degno di nota nel mercato azionario è quanto strettamente la correlazione tra titoli value e growth si rispecchi in quella tra i settori che traggono vantaggio dalla normalizzazione post-COVID e quelli risultati vincitori nel corso della pandemia. In altre parole, i settori al centro della ripresa post-COVID condividono le loro caratteristiche con i titoli value, mentre quelli che hanno ottenuto buoni risultati durante il lockdown paiono molto simili ai titoli growth. In generale, il mercato non è ancora convinto che la pandemia sia finita.

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