Mercati: il vero pericolo non è l’Ucraina

Le tensioni geopolitiche stanno certo contribuendo ad aumentare il clima di incertezza sui principali listini azionari mondiali, che ieri hanno registrato un brusco calo accompagnato da un deciso incremento della volatilità. Ma non sono certo la causa di questa inversione ribassista delle Borse dai recenti top.

Il quadro geopolitico

Procediamo per ordine. La Russia, come noto, ha schierato circa 100 mila soldati lungo il confine orientale dell’Ucraina e nelle ultime settimane ha inviato altre truppe in Bielorussia, sul confine settentrionale del Paese. L’Ucraina è di fatto circondata su tre lati e cià fa temere un’imminente invasione. Mosca però nega. Dal canto suo, Kiev ha schierato l’esercito. E il presidente americano Biden ha allertato circa 8.500 soldati da inviare nel Baltico e nell’Est Europa minacciando poi pesanti sanzioni qualora Mosca dovesse procedere all’invasione.

I recenti ribassi delle Borse

Ieri l’indice S&P 500 è scivolato nell’intraday fino a 4.220 punti facendo segnare il 12% in meno rispoetto al top di inizio anno. E il Vix, il cosiddetto indice della paura che misura la volatilità dell’S&P 500, è balzato a quota 36,7, livello che non toccava da fine gennaio del 2021. Di riflesso, i listini europei hanno accusato una brusca correzione, Ftse Mib compreso, ieri sceso di oltre il 4%.

Oggi nel Vecchio Continente si assiste a un recupero e, su tutti, spicca l’Euro Stoxx 50, in rialzo dell’1,15% al momento.

La ragione principale della correzione dei mercati

Il tema principale dello storno in atto sui principali listini azionari è il tightening, ovvero il cambio di registro nella politica monetaria segnalato dalla Fed di recente.

Sembra che Wall Street stia mandando un pizzino di avvertimento al Fomc di mercoledì: attenti a quello che segnalate”, fa notare Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners Sgr, che afferma poi: “Vedremo come se la gestirà Powell, la mia impressione è che dovrà tenere ferma la barra: la Fed è stata già fin troppo erratica di recente, prima negando la necessità di alzare i tassi nel 2022, poi affermandola e stabilendo sei mesi per tapering per poi ridurli a quattro. Eventuali marce indietro devasterebbero la sua credibilità”.

Come comportarsi

La prima, fondamentale, regola da seguire è posizionare rigidi livelli di stop loss sugli indici azionari. Sull’S&P 500, nel dettaglio si può adottare come supporto cruciale quota 4.000 mentre sul Ftse Mib il livello di stop è individuabile a ridosso dei 4.000 punti.

Dopodichè, calma e sangue freddo e non affrettarsi a vendere prima del necessario.

 

 

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