Mercati, obbligazioni: le emissioni della settimana sotto la lente al 28/01/22

Attendendo gli sviluppi sul fronte del Quirinale, è stato il meeting della Fed il vero “driver” sui mercati, italiani e non, di tutta la settimana. Con l’inflazione sui massimi dal 1982, gli investitori si aspettavano che l’istituto centrale Usa confermasse il percorso verso un rialzo dei tassi a marzo, con i mercati che scontano complessivamente quattro ritocchi verso l’alto del costo del denaro nel corso del 2022. L’attenzione degli operatori si è concentrata per percepire eventuali spunti utili a definire con maggior precisione il futuro del tapering, che potrebbe subire un’ulteriore accelerazione, e le sorti del bilancio della Fed. La pubblicazione delle minute del meeting di dicembre aveva infatti messo in luce un inaspettato riferimento ad una riduzione del bilancio con ricadute sui mercati obbligazionari che avevano visto salire rapidamente i rendimenti.

Nonostante l’avvicinarsi del “Festival di SanRemo”, l’atteggiamento di Powell non è stato da “Colomba bianca” e come da attese, ha definito probabile un rialzo dei tassi a marzo ribadendo l’intenzione di porre fine agli acquisti di titoli nello stesso mese, in quella che il governatore ha definito una battaglia serrata contro l’inflazione. Powell ha spiegato che molte cose non sono ancora state decise compreso il ritmo del rialzo dei tassi.

Il riferimento al fatto che presto verrà presa una decisione su quando iniziare a ridurre il portfolio da oltre 8mila0 miliardi in bond in mano alla Fed, ha fatto lievitare i tassi dei Treasuries a lungo termine. Le conseguenze del meeting si sono fatte sentire anche sulla parte breve della curva con il tasso del due anni che ha toccato il massimo da 23 mesi negli scambi asiatici ed anche in Giappone dove il tasso dei governativi a due e cinque anni è salito al massimo degli ultimi sei anni. Alcuni analisti vedono ora cinque rialzi dei tassi nel 2022 rispetto ai quattro precedenti al meeting.

Altro fattore che ha condizionato i mercati è stata la crisi tra Ucraina e Russia, che sembra essere pesante visto anche l’annuncio del cantante Pupo di rischiare l’arresto in Ucraina per il fatto di aver cantato qualche mese fa in Crimea, ex territorio ora occupato dai Russi. Non hanno fatto bene ai mercati gli annunci di ritiro di delegazioni diplomatiche da Kiev e le dichiarazioni del presidente Usa Biden che ha detto che prenderà in considerazione sanzioni personali nei confronti dell’omologo russo Putin se la Russia invaderà l’Ucraina. Per i mercati sono importanti le parole e quando il ministro degli esteri russo ha affermato che la guerra con l’Ucraina è una soluzione impensabile c’è stata un’immediata ricopertura soprattutto per i titoli emergenti, Ucraina in primis.

In un contesto decisamente particolare per i Btp per via della corsa al Colle, i riferimenti dello spread contro Bund sono stati mediamente di poco sotto quota 140 punti base, con rendimento medio dell’1,35% per il decennale benchmark, il giugno 2032.

Le nuove emissioni governative sotto la lente

Ha preso il via la tornata d’aste di fine mese in un momento complicato per la carta italiana su cui gravano, oltre che i timori per l’inflazione, come su quella europea in generale, anche quelli specifici per le elezioni presidenziali. Il primo giro prevedeva il collocamento del nuovo Btp short e di due Btpei a cinque e 30 anni per un totale massimo di 4,75 miliardi di euro. L’ultima asta di questi titoli si è tenuta a fine novembre dopo la cancellazione di quella prevista per fine dicembre. Per l’asta di medio-lungo di venerdì, il Tesoro ha offerto un massimo di otto miliardi in due Btp e un Ccteu.

Sul primario la Germania ha offerto quattro miliardi in Bund febbraio 2032 e la Grecia 625 milioni in titoli di Stato a 26 settimane. Le attese di un intervento in senso restrittivo da parte della Fed nel prossimo futuro non sono prive di ricadute sulla politica monetaria della Bce che deve fare i conti con l’inflazione record del blocco arrivata a dicembre al 5%. In settimana l’economista capo Lane ha detto che Francoforte avvierà una stretta se l’inflazione resterà oltre il target del 2% ma che al momento questo scenario pare meno probabile. Per le altre banche centrali troviamo quella del Canada che potrebbe alzare i tassi per la prima volta dal 2018, mentre la Bank of England sembra indirizzata verso un rialzo in febbraio.

Il Land tedesco NRW ha riaperto un suo vecchio deal: NRW 1.75% 11 luglio 2068. Prime indicazioni di rendimento in area 77 punti base sul tasso midswap, poi abbassate nella fase finale a 76 punti base. Ammontare dell’emissione 850 milioni di euro, i  titoli (Isin DE000NRW0LA3) sono immediatamente fungibili con il circolante già emesso portando il totale dell’emissione a 3 miliardi di euro. Prezzo di emissione 122.507, equivalente a un rendimento dell’1.125%. Rating AA/AAA e lotto minimo mille euro con multipli di mille.

I nuovi bond corporate sotto i riflettori

La banca tedesca di sviluppo Kfw, tripla A e con garanzia statale, ha emesso cinque miliardi di euro con scadenza a cinquje anni e rendimento negativo ms -19 con prezzo d’emissione fissato a 100,399 che ha faticato a mantenersi vicini a quel livello in grey market, assestandosi più verso l’area 100,20. Isin del titolo DE000A3MP7H9 con taglio minimo da mille euro con multipli di mille.

Sul fronte corporate la volatilità dei mercati ha frenato gli emittenti che in genere preferiscono collocare nuova carta in condizioni di mercato più equilibrate, in ogni caso alcune società hanno ugualmente sfidato la volatilità.

La Volkswagen Financial Service, uno dei principali gruppi europei automobilistici, ha collocato un’obbligazione senior in euro suddivisa in due tranche: una prima tranche con scadenza a tre anni, 31 gennaio 2025, e prime indicazioni di rendimento nell’area di 45 punti base sulla curva midswap, una seconda tranche  con scadenza a cinque anni, 31 gennaio 2028, e prime indicazioni di rendimento nell’area di 85 punti base sulla curva midswap. Gli ordini degli investitori hanno raggiunto i 5.9 miliardi e hanno permesso all’emittente di ridurre il rendimento: la tranche a tre anni (Isin XS2438615606) offre un rendimento di 38 punti base sul tasso midswap, la tranche a cinque anni (XS2438616240) offre un rendimento di 80 punti base. Per la tranche a tre anni cedola 0.25%, prezzo di emissione  99.86e ammontare da un miliardo di euro, per la tranche a cinque anni cedola 0.875%, prezzo di emissione 99.594 con ammontare un miliardo. Rating delle obbligazioni A3/BBB+ e lotto minimo di negoziazione mille euro con multipli di mille, adatti agli investitori retail.

Buon interesse sul deal della utility inglese Thames Water che è uscita con 575 milioni di euro con scadenza nel 2028 a rendimento ms+75. La cedola è stata fissata al 0.875% con prezzo d’emissione a 99,907, Isin XS2438026440; stesso importo per la scadenza 2032 con cedola fissata all’1,25% e prezzo d’emissione a 99,015, Isin XS2438026366. Rating Baa1, taglio minimo da 100mile euro con multipli di mille, nel post trading, migliore performance della breve che ha mantenuto di più i livelli di prezzo d’emissione.

Webuild ha collocato sul mercato nuove obbligazioni sostenibili per un controvalore di 400 milioni di euro, attirando ordini per 900 milioni. Il bond scadrà in data 28 luglio 2026 ed ha cedola fissa 3,875%. I capitali raccolti serviranno a rifinanziare il debito in scadenza e per scopi generali, al contempo essendo legati all’obiettivo di dimezzare le emissioni altamente inquinanti (Scope 1 e 2) entro il 2025.  Con questa emissione, Webuild allunga il suo debito a una durata media di 3,7 anni. il debito di Webuild è considerato speculativo, BB-, vale a dire molto rischioso.

La società calcistica dell’Internazionale di Milano, l’Inter, dopo aver collocato nel 2017 il primo bond da 300 milioni sinkable 4.875% che scadrà alla fine del 2022 (isin XS1739592142), ha annunciato l’emissione di un nuovo bond senior da 415 milioni di euro, funzionale al rimborso del debito in scadenza ed al ribilanciamento dello stesso con una scadenza a cinque anni, nel novembre 2027. Rating atteso B+ e rendimento che dovrebbe essere compreso nella forchetta 6.75%-7%, stante la situazione meno fluida dell’attuale azionista di riferimento nel core business in Cina, rispetto al momento della precedente emissione.

Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC) emetterà le prime obbligazioni petrolifere degli Emirati Arabi Uniti. L’operazione avverrà più in là nel corso di quest’anno, attraverso la sussidiaria ADNOC Murban RSC. Nel Golfo Persico, la compagnia è l’ultima in ordine di tempo a rivolgersi al mercato dei bond per finanziarsi. Negli ultimi anni, lo hanno già fatto Saudi Aramco e QatarEnergy. L’emissione dovrebbe beneficiare del rating AA di Fitch, in linea con il giudizio sovrano dell’azionista di controllo, l’Emirato di Abu Dhabi.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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