Quirighetti (Decalia): “Rialzisti sulle azioni (ma con moderazione)”

Nel 2022 il ritorno alla normalità sarà più accidentato e più lungo del previsto rispetto a un anno fa, «ma siamo ancora rivolti nella giusta direzione». Parola di Fabrizio Quirighetti (nella foto), responsabile investimenti della ginevrina Decalia che, durante un incontro con la stampa, ha detto: «il quadro globale rimarrà complessivamente favorevole alle azioni e agli asset reali rispetto alle obbligazioni e alla liquidità. La crescita continuerà, anche se in misura minore rispetto al 2021, l’inflazione resterà elevata ancora per un po’ e la politica monetaria sarà meno accomodante ma ancora di supporto.

Di conseguenza, la posizione di Decalia oggi è la stessa di un anno fa, ossia «modestamente rialzista sulle azioni e chiaramente sottopesata sulle obbligazioni» e la tesi d’investimento positiva: «continuiamo a credere che il futuro percorso dei tassi reali sarà il motore principale dei mercati obbligazionari, creditizi e azionari, così come le rotazioni dei fattori/stili, in futuro».

Quirighetti si aspetta quindi «che una continuazione delle recenti forze di mercato buy-the-dip, combinate con tendenze economiche sostenute, uno slancio positivo degli utili, l’allentamento delle interruzioni della catena di approvvigionamento e tassi d’interesse ancora bassi, compensino più che bene i timori temporanei derivanti da una stretta della Fed ben delineata e dal ritardo del pacchetto di stimolo americano».

Quale portafoglio. A livello di portafoglio, Decalia continua a sostenere un posizionamento azionario bilanciato e di elevata qualità, sia in termini di settori sia di stili. Nel corso dell’ultimo anno, la società ha integrato la propria allocazione del portafoglio azionario di base con attività regionali satellite selettive, in modo da ricalibrare le polarizzazioni settoriali, per raggiungere una posizione più ciclica e meno growth. A questo proposito, l’esperto ha aggiunto: «mentre la nostra preferenza strutturale a lungo termine si rivolge ancora a mercati in crescita diversificati di maggiore qualità e resilienza, come gli Stati Uniti e la Svizzera, la Cina offre alcune opportunità tattiche, dato il miglioramento delle valutazioni e il contesto macro più favorevole. Ma con prudenza».

Sulla Bce. «Il Presidente Lagarde ha riconosciuto che l’inflazione è in un trend al rialzo e da qui la necessità a marzo di rivedere in questa direzione le sue previsioni. L’incertezza resta elevata, in particolare sull’inflazione a medio-lungo termine e sulle prospettive di crescita che riteniamo porteranno la BCE a rinviare annunci significativi. Ma Lagarde non ha negato la possibilità di un primo rialzo dei tassi nel 2022, anche se ha sottolineato la sequenza: nessun rialzo dei tassi prima di fermare gli acquisti netti di asset», spiega Quirighetti. Il riferimento va al fatto che la BCE ridurrà gli acquisti netti complessivi di asset nei prossimi tre trimestri, fermando gli acquisti di emergenza pandemici entro la fine del primo trimestre ed espandendo il tradizionale programma di acquisto di asset (APP) nel secondo e terzo trimestre. Durante la conferenza stampa è emerso chiaramente che il Consiglio direttivo è stato sorpreso dall’ultimo aumento dell’inflazione, ma Lagarde ha sottolineato che si aspettano che i prezzi diminuiscano sostanzialmente durante l’anno. «I fattori principali che causano questa impennata inflattiva sono il forte aumento dei prezzi dell’energia e dei prodotti alimentari sulla base di un mix di fattori stagionali. Dall’altro lato, però, arrivano rassicurazioni dal fatto che, nonostante il continuo miglioramento del mercato del lavoro, la crescita dei salari è rimasta finora contenuta», spiega. E conclude: «il presidente Lagarde ha sottolineato che è ovvio che una posizione di politica monetaria espansiva per sostenere l’economia è ancora necessaria. Tuttavia, i rischi di un aumento dei tassi nell’anno in corso sono chiaramente aumentati, il che ha spinto i rendimenti dei titoli di stato in Europa già più in alto».

Uno sguardo all’obbligazionario. L’esperto consiglia «una strategia a bilanciere sui tassi, soprattutto sulla curva del dollaro» e, coerentemente con la visione costruttiva sugli attivi rischiosi, «un leggero sovrappeso sul segmento delle obbligazioni a elevato rendimento e sul debito dei mercati emergenti, dove continuiamo a privilegiare gli investimenti gestiti attivamente». Infine, Quirighetti mantiene una visione neutrale sull’oro e un leggero sovrappeso sulle altre materie prime. Per quanto riguarda le valute, «rimaniamo tatticamente cauti sull’euro contro il dollaro. Infine, vale la pena ricordare che il franco svizzero, sostenuto da forti fondamentali strutturali, rimane la nostra scelta preferita all’interno di un sottopeso complessivo di valute difensive».

Decalia oggi, che è presente a Ginevra, Zurigo, Milano (SIM), ha circa 5 miliardi di franchi svizzeri in gestione (85% gestiti, 15% advisory) e conta su un organico di 65 persone. La società, che si rivolge perlopiù ai clienti molto facoltosi, agli imprenditori e agli istituzionali, oltre ai fondi tematici, è molto attiva sul fronte dei private markets, ovvero in aziende non quotate o in asset reali, principalmente attraverso strumenti di private equity, private debt, private infrastructure e private real estate. In Italia, a Milano, un anno fa la società ha aperto un ufficio di wealth management gestito da Francesco Figliomeni (ex Banca Profilo), oggi responsabile WM di Decalia asset management sim. Ci lavorano dieci persone tra analisti e portfolio manager e l’ad è Giancarlo Grassini. Il servizio si rivolge solo alla clientela italiana. Al momento ha in gestione 350 milioni di euro.

 

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!