Asset allocation: come muoversi ora sull’azionario Usa

“L’atmosfera è un po’ cupa in questo momento, specialmente nel Nord Europa, e i mercati non offrono motivi di conforto. L’S&P 500 è quasi ai massimi storici ma i pessimisti possono sempre dire che non c’è molto spazio per un rialzo e tirano in ballo l’andamento deludente e volatile di questo inizio d’anno. Inoltre, a peggiorare la situazione ci sono anche l’inflazione e il Covid“. L’0avvertimento arriva da Cormac Weldon, responsabile azionario Usa di Artemis IM, che di seguito illustra nel dettaglio la propria viesione e il proprio outlook per i prossimi mesi.

D’altro canto, vale la pena ricordare che il pessimismo può essere costoso per gli investitori. Infatti, chi avesse liquidato i propri investimenti a gennaio 2020 avrebbe evitato le perdite realizzate nel successivo mese di marzo, quando il Covid si è diffuso e i mercati azionari di tutto il mondo sono crollati, ma difficilmente sarebbe stato grado di ricomprare al momento giusto.

L’S&P500 è ora più alto del 40% rispetto a due anni fa, prima che la maggior parte di noi sapesse veramente qualcosa sul Covid. Quelli che hanno tenuto duro sono stati premiati. Spesso l’ottimismo dà buoni risultati.

Covid

Man mano che emergono dati sulla variante Omicron, si ha l’impressione di essere nelle ultime fasi della crisi indotta dal coronavirus. La mancanza di ricoveri in ospedale e l’aumento delle vaccinazioni fanno cullare l’idea che la vita stia per ritornare ad una qualche forma di normalità. Pertanto, la nostra analisi si concentra su quelle società che trarranno vantaggio da questi sviluppi.

Un tema di nostro gradimento è quello della “sopravvivenza del più adatto”, rappresentato perfettamente da Planet Fitness, una società di cui deteniamo azioni in portafoglio. Grazie ad un’offerta scarna e accessibile, il marchio assumerà presto una posizione di assoluto rilievo nel panorama nazionale delle palestre negli USA. Le sue strutture sono per chi si allena regolarmente con serietà, non per i vanitosi che vogliono fare solo sollevamento pesi. Non ci sono vasche termali o extra di lusso. Circa il 20% dei concorrenti ha chiuso definitivamente i battenti durante la pandemia. Planet Fitness ha invaso il loro territorio, traendone enormi vantaggi e profitti.

Un altro settore che probabilmente trarrà vantaggio dal ritorno alla normalità è quello dell’assistenza sanitaria. Poiché i ricoveri dovuti al coronavirus diminuiscono notevolmente, gli ospedali possono offrire più trattamenti e operazioni a coloro i cui letti sono stati occupati dai malati di COVID negli ultimi due anni. Deteniamo azioni di Intuitive Surgical, un leader di mercato nella chirurgia robotica. Un chirurgo si siede dietro una console e manovra le braccia del robot Da Vinci dell’azienda per fare incisioni ed eseguire operazioni come appendicectomie e interventi alla cistifellea. Rende le procedure meno invasive e più veloci e accelera anche la degenza, tagliando i costi e aumentando l’efficienza. Ci aspettiamo un incremento delle attività per quest’anno.

Inflazione

Molte persone si preoccupano dell’inflazione. Negli Stati Uniti l’Indice dei Prezzi al Consumo è in aumento del 7% rispetto all’anno precedente. Siamo probabilmente vicini al picco, ma non è detto che il tasso di inflazione continuerà ad essere così alto. L’inflazione è alimentata da diversi fattori, non ultima la crisi del settore internazionale della logistica. Il mercato ad essere maggiormente penalizzato è quello delle auto usate, data la ridotta disponibilità di nuove automobili. Di conseguenza, a novembre 2021 i prezzi medi delle auto di seconda mano erano più alti del 28,6% rispetto a 12 mesi prima.

I prezzi devono aumentare del 7% ogni anno per avere un’inflazione aggregata costante del 7%. È improbabile che gli aumenti continuino a questi ritmi. Man mano che la produzione di nuove auto risale, ci aspettiamo che i prezzi delle auto usate scendano, con un impatto deflazionistico. La stessa forza che spinge i prezzi al ribasso opererà in altri settori, via via che si risolvono i problemi del settore logistico.

Naturalmente, il mercato del lavoro è teso – e dobbiamo affrontare anche l’inflazione salariale. Abbiamo vissuto quello che alcuni chiamano il Grande Pensionamento, con un gran numero di nati nel baby boom che sono andati in pensione prima del previsto a causa della pandemia. Un numero considerevole, soprattutto di donne, ha anche lasciato la forza lavoro per fornire assistenza ai bambini durante la crisi del Covid. Altri si sono dimessi per mettersi in proprio. Il settore dell’ospitalità statunitense, caratterizzato da una preponderante presenza femminile, ha assistito ad un esodo mensile medio di 700.000 dipendenti durante lo scorso anno. Se si vuole stabilire un confronto con il picco della recessione del 2009, si osserva che allora c’erano sette disoccupati per ogni posto di lavoro disponibile mentre oggi ce n’è uno solo.

Pensiamo che questa sarà una fonte di inflazione più persistente, ma salari più alti – e costi più alti – riporteranno le persone nella forza lavoro e incoraggeranno altri a riqualificarsi per lavori meglio pagati. Un processo del genere richiederà tempo, ma dovrebbe contribuire a risolvere il problema.

Interventi della Fed

La maggiore preoccupazione è rappresentata forse dalla risposta della Fed, sulla possibilità della stessa di accelerare un allentamento quantitativo troppo rapidamente o di aumentare i tassi di interesse a livelli troppo elevati. La speranza è che le cose non vadano in tale direzione ma, in ogni caso, sembra inevitabile un aumento dei tassi di interesse – cosa quest’ultima che comporterebbe anche un abbassamento dell’inflazione. Un incremento dei tassi di interesse può avere effetti avversi sulle azioni di società tecnologiche ad alta crescita che stanno sviluppando una loro base di clienti e stanno incrementando rapidamente i ricavi ma che non sono ancora profittevoli. In fase di calo dei tassi di interessi nel corso della pandemia, le valutazioni di queste società sono aumentate in misura considerevole mentre ora gli investitori stanno cominciando a nutrire dubbi sui multipli applicati alle azioni delle stesse. Circa il 40% delle società del NASDAQ, su cui sono quotate molte azioni tecnologiche, hanno perso almeno la metà del loro valore dal picco raggiunto in passato, anche se l’indice è in ribasso solo del 7%.

Una scarsa esposizione a queste società ci ha messo in difficoltà negli ultimi due anni. Ora invece speriamo di trarre vantaggio da una tale situazione. Agli investimenti già menzionati, si possono aggiungere quelli nella Pool Corporation, il maggiore distributore all’ingrosso di prodotti per piscine, nella Advanced Drainage System, il più grande produttore di tubi negli USA, e nella Norfolk Southern Railroad.

Queste società sono tutte componenti redditizie della più grande economia del mondo, che sta passando dalla pandemia all’endemia e si sta rimettendo in moto. Forse l’atmosfera in questo momento è un po’ cupa ma non è difficile trovare motivi per essere allegri.

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