Investimenti: le conseguenze della rotazione del rischio

“In questo inizio d’anno le pressioni inflazionistiche appaiono più  persistenti e si annuncia un brusco aumento dei tassi e del rischio  geopolitico. Per contro, il contesto economico rimane costruttivo  grazie all’impatto minore del previsto della variante Omicron. Questo aspetto, unitamente alle aspettative di utili decenti per i  prossimi 12 mesi, continua a privilegiare gli attivi rischiosi. Tuttavia, la volatilità e le valutazioni in alcuni segmenti richiedono  un atteggiamento neutrale nei confronti del rischio”. Ad affermarlo è Matteo Germano, Head of Multi-Asset di Amundi, che di seguito spiega nel dettaglio la view.

Crediamo  che gli investitori dovrebbero evitare la tentazione di entrare  sui mercati senza prima valutare attentamente i  fondamentali. Farebbero invece bene a modificare l’esposizione,  bilanciando le opportunità a lungo termine e le opportunità tattiche con le valutazioni. Inoltre, raccomandiamo di mantenere delle  coperture e di esplorare un’ampia gamma di attività globali e  diversificate per ottenere dei rendimenti reali da più fonti.  

Idee ad alta convinzione  

Per quanto riguarda le azioni, siamo neutrali sui mercati  sviluppati e su quelli emergenti. I recenti movimenti nei  segmenti più costosi che hanno risentito dei timori sull’inflazione  ci convincano della bontà del nostro approccio selettivo. Gli  investitori dovrebbero prendere in considerazione l’ipotesi di  ruotare la loro esposizione per beneficiare dei recenti  movimenti senza aumentare il loro rischio complessivo. Ciò  ci consente di essere marginalmente positivi sull’Europa (nel  complesso rimaniamo neutrali sulle azioni) viste le prospettive di  una robusta ripresa dell’economia e di una crescita degli utili, le  valutazioni relative attraenti e l’orientamento della regione verso i  titoli value. Lo stesso vale per la Cina: le azioni quotate a Hong  Kong appaiono ora interessanti visto che la visibilità della politica  è migliorata e le attuali valutazioni basse scontano già le  incertezze future.

Nel reddito fisso, con una posizione  complessivamente cauta sulla duration, confermiamo la nostra  opinione difensiva sui bund quinquennali tedeschi. Questa  opinione è in linea con il contesto globale di inflazione elevata, di  comunicazioni più da falco delle banche centrali (Fed, Bank of  England) e di una potenziale riduzione graduale del Quantitative  easing (QE) da parte della BCE, che ha avuto un atteggiamento  meno da colomba del previsto, ma che non sembra aver fretta di  alzare i tassi di riferimento. Tuttavia, stiamo monitorando la  situazione politica nei Paesi periferici della zona Euro come l’Italia.  In Asia, siamo più positivi sul debito locale del governo cinese a  motivo dei suoi vantaggi in termini di diversificazione, di un  contesto favorevole in un quadro di indebolimento della crescita e  di un allentamento monetario mirato. Stiamo seguendo il tono   politico più accomodante della PBoC e la debole dinamica della  crescita. Per quanto riguarda più in generale le obbligazioni dei  mercati emergenti, manteniamo il nostro approccio neutrale. 

D’altro canto, siamo ottimisti riguardo alle obbligazioni  Investment Grade e High Yield in euro in un contesto dove  continua la caccia ai rendimenti reali. Nonostante il leggero  indebolimento, la dinamica economica rimane favorevole. In  secondo luogo, i fattori tecnici, la domanda ragionevolmente  vigorosa della BCE (anche se leggermente ridotta) e le bassi  percentuali di default nel segmento High Yield depongono a  favore del credito europeo. Ciò nonostante, non possiamo  perdere di vista i rischi asimmetrici, gli effetti negativi sui tassi  reali più alti e il potenziale inasprimento delle condizioni  finanziarie (rischio non presente al momento). Pertanto, rimaniamo vigilanti in un contesto di restringimento degli spread  nelle obbligazioni societarie Investment Grade. Le valute  rimangono per noi un terreno dove provare a implementare  le nostre opinioni applicando i criteri geopolitici e del relative  value.

Per quanto riguarda le valute dei mercati sviluppati, siamo  costruttivi sul carry trade del paniere di valute con GBP/CHF, ma  siamo prudenti sulla sterlina rispetto all’euro e al dollaro USA. Se  da un lato prendiamo atto del fatto che il rallentamento  dell’economia mondiale e l’aumento dell’inflazione ci inducono a  rivedere in parte l’opinione negativa su valute rifugio come il  franco svizzero, dall’altro riteniamo che quest’ultimo sia tra le  valute più sopravvalutate dell’universo dei G10. Inoltre, la sterlina  beneficerà probabilmente dell’impatto meno grave – rispetto a  quanto si prevedeva – della variante Omicron sulla crescita del  Paese. Nel frattempo, nei mercati emergenti, continuiamo a  credere che le ambizioni della Cina di diventare una  superpotenza globale e la sua importanza geopolitica nel  commercio asiatico supporteranno gli attivi cinesi, compreso il  renminbi. Tuttavia, siamo ora dell’idea che l’attuale contesto  internazionale attorno alla Russia potrebbe pesare sul rublo  nonostante la solidità delle partite correnti e le valutazioni  attraenti della valuta.  

Rischi e coperture 

L’inflazione e gli errori politici sono alcuni dei principali rischi che  potrebbero avere un enorme impatto sui mercati. In generale, gli  investitori dovrebbero utilizzare i derivati per salvaguardare  l’esposizione alle azioni dei mercati sviluppati e al credito (High  Yield USA) dai rischi di ribasso e dalla volatilità.  

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