Asset allocation: 4 motivi di ottimismo per i titoli della transizione energetica

I titoli legati alla transizione energetica hanno messo a segno una performance positiva nel 2020, mentre nel 2021 hanno attraversato un periodo più turbolento e complesso, a causa delle pressioni sulle catene di approvvigionamento e dell’aumento dell’inflazione. “Nel 2022, nonostante le incertezze, siamo convinti che questo si rivelerà un settore favorevole per gli investitori, per almeno quattro motivi”. parola di Mark Lacey, Head of Global Resource Equities, e Alexander Monk, Portfolio Manager, Global Resource Equities, di Schroders, che di seguito illustrano le ragioni.

  1. La sottoperformance crea nuove opportunità di acquisto

Molte aziende che operano nel settore dell’energia a basse emissioni di carbonio si trovano ora nell’occhio del ciclone, con forti pressioni di mercato che in molti casi hanno portato a una debolezza delle valutazioni. In quanto investitori nella transizione energetica, dobbiamo sempre guardare alla capacità di un’azienda di tornare ai livelli di redditività raggiunti in tempi meno difficili. Tuttavia, è anche importante ricordare che le attuali sfide sul fronte delle catene di approvvigionamento e dell’inflazione sono davvero eccezionali. Anche se gli attuali colli di bottiglia nelle supply chain e l’aumento dei costi stanno impattando domanda e redditività di breve termine, il potenziale di queste aziende sul lungo periodo non è cambiato.

E soprattutto, nonostante le pressioni attuali, le opportunità legate alla transizione energetica sul lungo periodo restano invariate. Sfruttare le perturbazioni di breve termine come opportunità di acquisto è fondamentale per chi investe in questo segmento con un orizzonte di lungo termine, soprattutto considerando il potenziale di crescita di questo trend strutturale.

  1. Le pressioni sulle catene di approvvigionamento si stanno attenuando in alcune aree

È ancora presto per assistitere a una riduzione significativa delle problematiche legate alle supply chain o all’aumento dei costi che hanno impattato il mercato nel 2021. I prezzi di materie prime ed energia restano vicini ai massimi recenti, mentre i costi di spedizione e i tempi di consegna per componenti chiave come i semiconduttori continuano ad aumentare. Inoltre, stiamo anche iniziando a vedere i primi segnali di inflazione salariale, che rappresenta un’ulteriore fonte di pressione sui profitti delle aziende che operano nel settore.

Ci sono però timidi segnali di miglioramento in alcune aree. I prezzi dell’acciaio in Cina e negli Stati Uniti hanno iniziato a scendere dai loro picchi di settembre 2021 e in alcuni porti il numero di container fermi nei terminal sta iniziando a calare. Questo dovrebbe ripercuotersi anche sui costi di trasporto. Anche il numero di autisti sta iniziando a risalire, avvicinandosi ai livelli pre-pandemici. A misura che le restrizioni legate alla pandemia verranno allentate e si tornerà su livelli di capacity precedenti (supponendo che non emergano varianti più gravi), le catene di approvvigionamento diventeranno più flessibili.

  1. Le decisioni politiche avranno un impatto significativo nel 2022

Verso la fine del 2021, i ritardi, i cambiamenti e i dibattiti sulle policy legate all’energia hanno causato una incertezza significativa sui mercati. La maggior parte delle tecnologie nel settore della transizione energetica non ha più bisogno del sostegno delle policy per essere efficiente in termini di costi, ma le azioni politiche possono ancora provocare aggiustamenti notevoli a livello di domanda, a seconda di quando e come vengono attuate. È stato il caso dei progetti di energia rinnovabile negli Stati Uniti: i ritardi e il dibattito sul piano “Build Back Better Act” del Presidente Biden, che include nuovi crediti d’imposta che sarebbero utili per gli sviluppatori di futuri progetti rinnovabili, ha comportato un calo degli ordini per nuovi progetti. Sebbene questi crediti d’imposta non siano necessari per sostenere la crescita dell’industria, gli sviluppatori sono incentivati ad aspettare una conferma dei benefici prima di dare il via ai progetti.

Un lieve rallentamento delle installazioni nei settori eolico e solare, dopo due anni di crescita estremamente solida, era già previsto per quest’anno, prima di una nuova accelerazione nel 2023 e nel 2024. Tuttavia, le attuali dinamiche delle politiche stanno aggravando questo rallentamento. Il calo degli ordini per le attrezzature eoliche può essere attribuito ai costi più elevati e alle pressioni sulle catene di approvvigionamento, ma anche il ritardo nella firma della legge Biden ha pesato in tal senso.

Anche se il prossimo voto del Senato sulla legge è previsto per quest’anno, non vi è certezza su tempi e contenuti di tale regolamentazione. Fare luce sui progressi in questo ambito potrebbe essere fondamentale per sbloccare ulteriore domanda e chiarire le prospettive sui rendimenti per il settore.

  1. La domanda resta invariata

Le pressioni sulle catene di approvvigionamento e l’incertezza sulle politiche degli Stati Uniti naturalmente non sono di supporto sul fronte dei nuovi ordini. Tuttavia, la domanda nel settore della transizione energetica continua a rimanere molto solida, il che aiuta in una certa misura a compensare queste disruption. Ci aspettiamo di vedere una crescita particolarmente forte della domanda di batterie, un’accelerazione nei progetti legati all’idrogeno dopo un anno di ritardi, e una fase di consolidamento nel solare, sia per i progetti di piccola che di vasta scala.

Anche la domanda di apparecchiature elettriche e di gestione dell’energia dovrebbe confermarsi solida: gran parte delle aziende nel settore offre prospettive positive per i prossimi anni. Infine, la domanda di veicoli elettrici dovrebbe continuare ad accelerare, con tassi di penetrazione in molti Paesi (in particolare in Europa) che raggiungeranno quasi il 20% nella seconda metà del 2021.

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