Molti Paesi hanno invitato i propri cittadini a lasciare l’Ucraina, parecchie ambasciate sono state chiuse (o sono in procinto di disimpegnarsi), i nostri media espongono foto dei civili ucraini che si stanno preparando alla battaglia (inclusi i bambini).
Curioso come in tutto questo trambusto quelli più moderati al momento appaiano proprio quelli maggiormente coinvolti, con Mosca che continua a ribadire di non avere intenzione di procedere militarmente e Kyev che pare altrettanto pragmatica nel ritenere forse eccessive le preoccupazioni a gran voce manifestate dal mondo occidentale.
Nel frattempo 38 senatori repubblicani hanno siglato una lettera congiunta chiedendo un test cognitivo dell’ormai ottuagenario presidente USA il cui stato mentale si sarebbe “notevolmente deteriorato” negli ultimi due anni. Una procedura applicata anche a Trump durante la sua presidenza, ma Trump non era seduto nella stanza dei bottoni alla vigilia di un possibile conflitto su larga scala quale quello che sembra prospettarsi in questi giorni.
Le reazioni dei mercati
Sul fronte azionario in Europa l’indice Euro Stoxx 50, il Dax eil Ftse Mib lasciano oggi sul campo oltre il 3%. Sul fronte commodity, l’oro si conferma al di sopra della soglia dei 1.850 dollari per oncia e il petrolio arretra dell’1,6% dopo aver toccato toccato al soglia dei 95 dollari per barile. Per quanto riguarda le valute l’euro/dollaro scivola sotto quota 1,1330.