Asset allocation, attenzione: la Cina ha cambiato rotta

Mentre molte economie occidentali erano alle prese con l’aumento dell’inflazione e l’infinito dibattito sul tapering, il 2021 è stato considerato da Xi Jinping una “finestra di opportunità” per i responsabili politici per affrontare gli squilibri strutturali dell’economia cinese. L’inasprimento del credito e della regolamentazione in Cina, tuttavia, ha ora lasciato il posto a una stabilità politica e a forti stimoli, in un momento in cui la liquidità negli Stati Uniti si sta contraendo. In questo scenario, ecco di seguito la view e l’outlook sulla Cina di Iain Cunninghamm, Portfolio Manager di Ninety One.

L’economia cinese ha subito quattro flessioni cicliche nell’ultimo decennio: 2011-2012, 2014-2015 e 2018-2019 e 2021 fino a oggi. Queste flessioni sono state innescate da inasprimenti delle politiche, avvenuti all’inizio del 2011, 2014, 2018 e 2021 e terminati con un allentamento seguito da stimoli.

Anche questa volta i policymaker cinesi sono rimasti fedeli allo stesso schema. Alla fine del 2020 avevano dichiarato di vedere il 2021 come una “finestra di opportunità” per affrontare gli squilibri strutturali. Quella “finestra di opportunità” era guidata da una forte crescita globale, che sosteneva la forza delle esportazioni cinesi, mentre l’economia domestica dimostrava un’elevata probabilità di superare il suo obiettivo di crescita annuale.

In quel contesto positivo, le autorità hanno coraggiosamente spostato l’economia in un ciclo di decrescita del credito, applicato regolamenti macroprudenziali ai promotori immobiliari e al mercato immobiliare, attuando anche un ampio ripristino normativo e dell’antitrust. Nel complesso, ciò ha spostato la politica da “allentata” nel 2020 a “rigida” nel 2021, con gli asset di rischio cinesi e asiatici che hanno risentito di condizioni di liquidità più restrittive, venti contrari normativi e la prospettiva di una crescita economica più debole.

L’effetto economico di queste misure restrittive ha cominciato a farsi sentire negli ultimi trimestri, con l’economia cinese in fase di rallentamento, ed è altamente probabile che la crescita continui a indebolirsi nei prossimi trimestri, dato che gli effetti dell’inasprimento continuano a diffondersi. Di conseguenza, alla fine del 2021, i responsabili politici cinesi hanno impresso una svolta alla loro politica. In particolare:

  • Nel novembre dello scorso anno la politica monetaria del terzo trimestre della People’s Bank of China ha cancellato tre frasi chiave che erano nei rapporti precedenti:
  1. la valvola dell’offerta di moneta sarà adeguatamente controllata
  2. astenersi dall’adottare misure indiscriminate di stimolo del credito
  3. mantenere l’attuazione della normale politica monetaria.

La rimozione di queste dichiarazioni da falco ha aperto le porte a un allentamento nel 2022.

  • Ciò è stato poi seguito dalla frase “la stabilità è la massima priorità” apparsa dopo l’assemblea del Politburo di dicembre. Nel frattempo, la sintesi dell’incontro ha rimosso i riferimenti normativi e ha chiesto “sostegno per una ripresa sostenuta dei consumi”, “sostengo per il sano sviluppo del settore immobiliare” e sottolineato la necessità di “spingere per la costruzione di alloggi sociali”.
  • Infine, la Central Economic Work Conference – una riunione annuale che definisce l’agenda nazionale per l’economia – ha evidenziato la necessità di un allentamento della politica fiscale e monetaria convenzionale, elogiando il ruolo positivo svolto dal capitale nell’economia – un netto cambiamento dal linguaggio di fine 2020, incentrato sul “frenare l’espansione disordinata del capitale” e sull'”antimonopolio”. Riteniamo che la politica abbia cambiato chiaramente direzione, l’allentamento stia arrivando e alcune delle politiche dell’ultimo anno che hanno ostacolato i mercati finanziari (regolamentazione e deleveraging) passeranno in secondo piano per il momento, come altre volte nell’ultimo decennio, mentre le autorità cercheranno di stabilizzare l’economia nel 2022.

Sebbene permangano rischi di ribasso per l’economia, i policymaker cinesi hanno cambiato rotta. E’ probabile che la crescita cinese si indebolisca ulteriormente nei prossimi trimestri, ma l’aumento dell’azione da parte dei responsabili politici aumenta le probabilità che i mercati del rischio possano superare qualsiasi debolezza interna di questo tipo, a parità di altre condizioni. Permangono due rischi esterni evidenti per i mercati asiatici: le non corrette valutazioni degli asset dei mercati sviluppati e le previsioni di un inasprimento repentino da parte della Federal Reserve.

Ma questi rischi sono probabilmente prezzati. I premi per il rischio sono elevati in Cina e nel più  ampio mercato asiatico, il sentiment è depresso e il cambiamento di politica probabilmente porterà a un contesto macroeconomico e di mercato più positivo. Stiamo già vedendo segnali di sovraperformance relativa dei prezzi dopo un periodo di notevole sottoperformance, con l’Hang Seng Technology Index che ha sovraperformato il Nasdaq durante il sell-off tecnologico dall’inizio dell’anno. Ciò avviene dopo che la velocità e la portata con cui è stata implementata la regolamentazione nel settore tecnologico nel 2021 hanno spaventato il mercato.

E tutto questo mentre la stima di mercato dei tassi terminali rimane di 80 punti base al di sotto dei dot plot della Fed, suggerendo la possibilità di sorprese rialziste finalizzate ad avere un impatto negativo sugli asset di rischio dei mercati sviluppati. Nelle prossime settimane e mesi, i dati in Cina rimarranno relativamente deboli e rifletteranno il rallentamento messo in atto durante la “finestra di opportunità” dello scorso anno. Gli stimoli, tuttavia, sono in corso. Entro la fine dell’anno, a dominare le prospettive dell’economia cinese sarà una politica di alleggerimento.

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