Asset allocation, Mid Small cap: l’analisi di Intermonte

Le Mid & Small cap rimangono sotto pressione nel breve termine, anche se supportate dagli afflussi PIR. E’ quanto emerge dall’ultimo report di Intermonte sull’andamento del segmento italiano delle mid-small cap a febbraio. Ecco di seguito una sintesi delle principali evidenze emerse.

Performance

Il mercato azionario italiano (prezzi al 17 febbraio 2022) è sceso del 2,1% nell’ultimo mese e dell’1,9% YTD. L’indice FTSE Italy Mid-Cap (-2,7% nell’ultimo mese) ha sottoperformato l’indice principale dello 0,6% (-4,5% YTD su base relativa), mentre l’indice FTSE Italy Small Caps (-2,0% nell’ultimo mese) – performando lo 0,2% meglio del mercato nell’ultimo mese – fa l’1,6% peggio dell’indice da inizio 2022. Guardando alle performance delle mid/small cap in tutta Europa, l’indice MSCI Europe Small Caps è sceso del 4,6% nell’ultimo mese, con una performance peggiore delle mid/small cap italiane.

Stime 

Dall’inizio dell’anno, abbiamo attuato solo piccole revisioni delle nostre stime EPS 2021 e 2022, ad eccezione di alcuni rialzi stime sui titoli energetici. Nell’ultimo mese, se ci concentriamo sulla nostra copertura mid/small cap, abbiamo ridotto la previsione EPS 2021 del 2,0%, ma abbiamo lasciato invariata la previsione EPS 2022 (-0,1%).

Valutazioni

Se confrontiamo la performance YTD con la variazione delle stime FY22 nello stesso periodo, vediamo che i titoli FTSE MIB hanno registrato un re-rating YTD dello 0,7%, mentre le mid e le small cap hanno subito un de-rating rispettivamente del 2,8% e dell’1,4%. Su base P/E, il nostro panel è scambiato con un premio del 34% rispetto alle large cap, ben al di sopra del premio medio storico (17%), ma in linea rispetto a un mese fa (34%).

Liquidità

Guardando all’andamento ufficiale dell’indice italiano, notiamo che la liquidità per le large cap nell’ultimo mese (misurata dai volumi medi moltiplicati per i prezzi medi in un periodo specifico) è superiore alla media annuale, risultando del 18,8% superiore alla media a 1 anno, in accelerazione rispetto a un mese fa, quando la stessa metrica era del -6,6%. È interessante notare come la liquidità per le mid-cap abbia visto un andamento molto più debole, mostrando una variazione del -2,2%, mentre per le small cap la stessa metrica è diminuita del 4,7%. Vale la pena notare che la liquidità media giornaliera per la nostra copertura mid/small cap è stata di 2,7 mln di euro nell’ultimo mese, ancora in crescita del 17% rispetto al periodo corrispondente di un anno fa.

Strategia d’investimento

L’inflazione e le reazioni delle banche centrali rimangono il driver principale che spiega la performance dei mercati, prolungando la pressione sui titoli growth e quindi sulle mid-cap. Il mercato ha continuato a penalizzare i titoli growth che scambiano a multipli superiori alla media storica, nonostante la direzione delle stime si sia dimostrata solida. Il timore principale è che le banche centrali siano in ritardo sul controllo dell’inflazione, riflettendo forse un potenziale errore di politica monetaria che potrebbe condurre ad una recessione (ad esempio l’appiattimento della curva dei rendimenti). Questo timore è, a nostro avviso, prematuro: ci aspettiamo che le banche centrali rimangano flessibili e che, nel corso dei prossimi mesi, riconsiderino i recenti annunci più restrittivi per rinnovare il loro sostegno alla crescita economica attraverso politiche monetarie più dovish. Per quanto riguarda le mid/small cap italiane, continuiamo a credere che il value vs growth non abbia senso se questo significa passare da titoli di qualità superiore a titoli di qualità inferiore. I titoli italiani di alta qualità possono essere scambiati a multipli considerabili elevati, ma non molto lontani dal livello di supporto fondamentale. Per esempio, la recente acquisizione lanciata su BEST da Engineering a 27x 2022P/E fornisce un supporto fondamentale alle valutazioni dei titoli digitali, specialmente dopo il recente de-rating. Nel prossimo mese, la maggior parte delle mid/small caps divulgherà i dati del 2021 e commenterà le prospettive del 2022 nel contesto dei problemi legati alla catena di approvvigionamento e al rincaro dei costi energetici. Una maggiore visibilità sulla direzione degli utili dovrebbe rassicurare gli investitori nell’attuale contesto di incertezza. Notiamo, inoltre, che la nostra copertura delle mid/small cap italiane ha un’esposizione diretta trascurabile all’Ucraina o alla Russia, ma un conflitto sarebbe un fattore negativo in termini di volatilità e liquidità.

Pir

Per quanto riguarda i fondi PIR, Assogestioni ha appena riportato una forte raccolta netta nel 4Q21 (380 mln di euro), ma la recente volatilità del mercato, se prolungata, potrebbe rappresentare un “vento contrario”: confermiamo le previsioni di raccolta positive per il 2022, anche se con un’accelerazione meno aggressiva.

 

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