Mercati, debito pubblico italiano: le stime per i prossimi mesi

Gli ultimi mesi del 2021 hanno visto un continuo ridimensionamento del debito pubblico italiano che è passato dal record storico di 2.734 miliardi a 2.678 miliardi, di molto inferiore alle previsioni del Governo che lo stimava in 2.732 miliardi.

“Non dobbiamo comunque dimenticare che nel 2021 il debito è aumentato di 105 miliardi, molto meglio del 2020 quando salì di 163 miliardi, ma anche molto peggio dei 28 miliardi del 2019″. A farlo notare sono gli analisti della Mazziero Research, che di seguito illustrano le loro stime a riguardo.

 

Anche il rapporto debito/PIL dovrebbe migliorare in modo consistente – non abbiamo ancora il dato ufficiale – e dovrebbe trovarsi intorno al 150%, più probabilmente al 149,5%, contro le stime NaDEF 2021 del 153,5% e in forte discesa dal 155,6% del 2020. A solo titolo di raffronto ricordiamo che nel 2019 il rapporto debito/PIL fu del 134,3%.

I rendimenti in rialzo sui titoli di Stato, anche per l’imminente riduzione degli acquisti della BCE, costituiscono un rischio per la spesa in interessi, sebbene la scadenza nel 2022 di 60 miliardi di BTP con cedole tra il 2,5 e il 2,75% annuo dovrebbe mitigare l’impatto.

Secondo le nostre stime il PIL 2022 dovrebbe crescere del 4,1% e potrebbe ulteriormente aumentare di 0,2-0,3 punti percentuali con l’abbandono delle limitazioni relative alla pandemia.

Tuttavia, il peggioramento della crisi tra Russia e Ucraina determinerà un impatto sul PIL; abbiamo quindi posto sotto revisione le nostre stime che aggiorneremo nel consueto “PIL e debito flash” di inizio marzo.Attualmente stimiamo un PIL 2022 al 4,1%, tale crescita potrebbe ulteriormente aumentare di 0,2-0,3 punti percentuali con l’abbandono delle limitazioni relative alla pandemia nel 2° trimestre.

Ciò potrebbe non solo consentire il recupero delle attività ancora soggette a restrizioni, ma fornirebbe un senso di liberazione psicologico ai cittadini favorendo la volontà di ritornare a una vita normale in termini di consumi, svago, turismo ecc.

L’aggravarsi della crisi tra Russia e Ucraina creerà sicuramente un impatto sulle attività produttive e commerciali con una conseguente riduzione del PIL.

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