Forex: Euro a rischio di ulteriori ribassi

La scorsa settimana abbiamo lasciato un Euro Index (paniere valutario di mia crreazione) “bersagliato da più parti”, mentre oggi appare sempre più a rischio.

In effetti, il benchmark da me realizzato effettua un movimento altalenante dalla seconda metà dello scorso mese di novembre appoggiandosi, in varie occasioni da allora, a una sottile fascia di supporto che raggruppa gli ultimi minimi.

L’area interessata coincide, largo circa, con la fase di congestione realizzata due anni fa in quanto, anche in questa occasione, abbiamo assistito a una fase altalenante, ma per altri motivi. Inoltre, le ultime candele tendono alla negatività e non è da escludere il prossimo inizio di una fase ribassista della moneta unica.

Fondamentale pertanto sarà la tenuta dei recenti minimi, mentre la Fed inizierà presto ad aumentare i tassi Usa. La situazione geopolitica non aiuta di certo a calmare le acque e non è da sottovalutare.

Abbiamo visto che, in casi estremi, può accadere (e accade) di tutto e di più sui mercati. Vedi banalmente la giornata di ieri martedì 1° marzo. Il mese inizia alla grande, poi ha anche 31 giorni…

Come di consueto, vado curiosare tra gli elementi che compongono il mio Euro Index alla ricerca di eventuali spunti operativi, conferme o smentite.

A livello complessivo, per quanto riguarda la tabella, nel 24% dei casi (in forte calo rispetto al 58% della scorsa settimana) la divisa europea è in uno scenario rialzista o moderatamente rialzista nei confronti delle altre divise, mentre le performance a 5 giorni evidenziano soprattutto, e nuovamente, un forte rafforzamento dell’euro nei confronti del Russian rouble (+31%), ma anche alcuni rialzi nei confronti di qualche divisa dell’Est Europa.

La situazione rimane di conseguenza tendenzialmente ribassista nel medio periodo e neutrale nel breve, ma tende a peggiorare e potrebbe farlo con velocità.

Scendo nei particolari per scavare qualche particolarità nei confronti della divisa europea e del dollaro Usa.

I movers e spunti sull’euro

L’Eur/Usd accusa un nuovo minimo dalla fine del mese di maggio 2020 e tende a proseguire la discesa al di sotto di 1,10. L’Eur/Cad ha infranto al ribasso il “supporto dinamico di 1,57 circa” confermando la precedente ipotesi di “Elevato rischio di peggioramento”. La discesa potrebbe aver appena iniziata. Nuovo obiettivo verso 1,50. L’Eur/Cad è sui minimi e potrebbe proseguire al ribasso verso 1,38. L’Eur/Chf rompe al ribasso il precedente supporto di 1,035/0 e tende ad avvicinarsi ulteriormente a 1. L’Eur/Jpy non riesce a mantenersi al di sopra di 129 generando un segnale di peggioramento, mentre potrebbe presto raggiungere 125. L’Eur/Nzd ha centrato proprio ieri l’obiettivo 1,65, ma potrebbe proseguire la discesa verso 1,61/0. L’Eur/Sek riesce a consolidare sui massimi e potrebbe rafforzarsi ulteriormente verso 10,85/90. Attenzione ora alla tenuta di 10,50. L’Eur/Zar riesce a consolidare per il momento, ma attenzione alla tenuta di 16,90. L’Eur/Rub ha messo a segno un rimbalzo che è già passato alla storia e potrebbe rafforzarsi ulteriormente.

La divisa europea potrebbe accusare una “mini” correzione anche durante le prossime giornate. L’Eur/Sek è una mosca bianca, mentre l’Eur/Rub fa storia a sé.

Alcune idee sul dollaro Usa

L’Usd/Aud infrange al ribasso, anche se di poco, il supporto di 1,385/0, ma consolida. La tenuta prolungata dei minimi attuali potrebbe portare a un rimbalzo verso 1,42/3. L’Usd/Cad ha interessato gli estremi dell’area 1,265/1,280 (realizzati 1,2654 e 1,2878) confermando la validità degli stessi, mentre cerca la strada del recupero. L’Usd/Chf prosegue la fase altalenante “tra 0,91 e 0,935/40 ciò che lo rende poco interessante in questo momento”. L’Usd/Cnh realizza un nuovo minimo dalla fine del mese di aprile 2018 e rimane in difficoltà. L’Usd/Jpy cerca di mantenersi in corrispondenza dei recenti massimi. Attenzione alla tenuta confermata di 114. L’Usd/Nok ha testato in varie occasioni il “supporto di 8,80 circa” (realizzato 8.766) e conferma della sua importanza. Ora il dollaro ha un dilemma; realizzare un triplo minimo ascendente e rimbalzare o cedere sotto 8,80 circa. Possibile un tentativo rialzista, ma attenzione alla fascia di resistenza di 9,00/15 circa. L’Usd/Nzd ha sfiorato in varie occasioni l’obiettivo di 1,45 mantenendosi in una situazione di equilibrio precario. La situazione rimane a rischio e potrà migliorare solo sopra 1,51 circa. L’Usd/Sek ha confermato di aver “ancora il tempo per riprovarci” a riportarsi al di sopra di 9,48, mentre sembra in grado di avvicinarsi ulteriormente a 10. Attenzione alla tenuta di 9,30/20. L’Usd/Zar ha generato un falso segnale ribassista a 15, mentre potrebbe generare un segnale rialzista sopra 15,6 con obiettivo un dollaro scarso.

Ps: ripropongo l’Usd/Rub nella sezione “Trade opportunity”.

Il biglietto verde, questa volta, sembra aver le carte in regola per guadagnare terreno nei confronti di varie realtà.

La seguente grafica mostra la tendenza di qualche importante cross.

Trade opportunity

Riprendo oggi l’analisi dell’Usd/Rub pubblicata la scorsa settimana che potete rileggere cliccando sul seguente link: https://www.bluerating.com/mercati/752629/forex-euro-index-bersagliato-da-piu-parti.

Riporto per comodità la precedente strategia operativa.

“Direi di proseguire in questo modo sfruttando/aspettando la fuoriuscita da 75/81 circa.
Long su tenuta di 75 e sopra 81 con obiettivi rispettivi 81/2 e 86, poi 90 e 96/8.
Short sotto 75 con obiettivi 70 e 67/5, poi 61/0”.

Nel nostro caso, il superamento di 81 ha favorito qualche long e il quasi perfetto raggiungimento del 2° obiettivo posto a 90 (realizzato 89,9996, anche se fa un po’ ridere…). Poco dopo, si è spinto fino oltre 121 polverizzando l’obiettivo 98, ma questo è un’altra storia e non c’entra nulla con l’analisi tecnica. Pertanto, mi sono fermato al raggiungimento di 90.

In effetti, il dollaro aveva offerto un’ottima opportunità tecnica ben evidenziata dal grafico Point and Figure 1X3, ossia un quadruplo massimo statico, che ha portato a un ottimo trade, anche se relativamente scontato grazie alla strategia del breakeven e alla condizione geopolitica.

Ho ripreso oggi questo articolo per sottolineare che ora non è il momento di operare.

Non si deve operare in qualsiasi situazione di mercato.

Otto giorni fa avevamo una resistenza costituita da ben 4 massimi statici e non potevamo sottarci all’invito, ma ora c’è una guerra e una Banca centrale, ovviamente quella russa, che ha portato lo scorso 28 febbraio il “Key Policy Rate (%)” da 9,50% al 20% per difendere la propria moneta nazionale. A ognuno il proprio compito. La CRB potrebbe riunirsi il prossimo 18 marzo.

Come se non bastasse, la volatilità a 5 giorni dell’Usd/Rub si agirà attorno al 170% e, intervenire in una simile situazione, non è investire, non è fare trading, non è speculare, ma è pura scommessa.

Pertanto, a rischio di deludere alcuni, non presenterò nessuna strategia operativa per i motivi come sopra, ma solo una rappresentazione grafica.

Accanto dunque presento il grafico logaritmico dell’Usd/Rus che interessa la resistenza dinamica del trend ascendente in essere dal minimo del 2015. L’area di 120/22 circa trova dunque una resistenza e appare cosi “meno isolata” di prima.

L’Usd/Rub realizza tuttavia un nuovo massimo assoluto.

A cura di Giovanni Maiani, analista tecnico di lungo corso, docente Siat e responsabile delle gestioni patrimoniali di Banca Bsm

https://giovannimaiani.blogspot.com/
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