Mercati, bond alle prese con una nuova inversione dei tassi

Mettiamo subito da parte ogni tipo di considerazione e commento su quanto sta succedendo dal punto di vista politico perché non ci sarebbero parole che possano giustificare o comprendere quando stia accadendo a pochi kilometri dai nostri confini. Gli effetti sui mercati sono devastanti e per le economie di tutti i paesi coinvolti si tratta di una seconda ondata di pandemia come quella vissuta nei primi giorni del marzo 2020. Mentre stavamo ricucendo le enormi ferite lasciate dal Covid, ecco arrivare questa mazzata imprevedibile e inattesa.

Le obbigazioni governative sotto i riflettori

Tutti gli investitori sono in difficoltà anche per la difficoltà di capire gli sviluppi di questo evento e cosa potrà succedere ai titoli azionari ed obbligazionari investiti da questa guerra. Le notizie si accavallano e in molti casi sono diverse sullo stesso argomento a distanza di pochi minuti.

In primo luogo i titolo di Stato russi sono stati declassati a BB+ dall’agenzia di rating S&P per le preoccupazioni sulle sanzioni occidentali; su questi titoli  laa Banca di Russia ha dichiarato di voler vietare la distribuzione delle cedole a favore degli investitori stranieri, in relazione alle scadenze di pagamento degli OFZ, i titoli di Stato federali in rubli, l’equivalente domestico dei nostri Btp.

L’incertezza vale anche per i corporate, si pensi alla diffusione nei portafogli di titoli di società come Gazprom che tra le altre cose ha in agenda un rimborso su un bond in dollari da 1.3 miliardi il prossimo 7 marzo e che ha dichiarato di aver già messo da parte ed attivato tutto per effettuare il rimborso del titolo e la cedola. Per ora non ci sono comunicazioni sui titoli sovrani emessi in valute diverse dal rublo e che sono stati collocati sui mercati internazionali. In ogni caso le restrizioni ed i problemi di settlement potrebbero rallentare notevolmente l’eventuale pagamento delle cedole e i rimborsi, sempre che altri provvedimenti non vengano presi vista l’evoluzione continua delle cose.

Sui mercati sono presenti anche molti titoli dell’Ucraina, che ha onorato il primo marzo il pagamento delle cedole sulla serie di titoli in dollari 7,75% rinegoziati qualche anno fa con la prima scadenza di questi che sarà il prossimo 1 settembre. Questo titolo che ha taglio da 100mila dollari e Usin XS1303921214, quotava in area 43 centesimi; per gli altri si scende proporzionalmente fino ai 27 centesimi della scadenza 2027 Isin US903724AU61.

Sembra incredibile ma l’Ucraina ha emesso un titolo in settimana chiamato  “war bond” con cui ha raccolto capitali da destinare al rafforzamenteo dell’esercito contro l’invasione russa.  Il loro ammontare è stato di 8,14 miliardi di Hrivnia, una cifra corrispondente a circa 240 milioni di euro. La durata è stata fissata in 12 mesi e la cedola è dell’11%. Il governo ha accolto  positivamente l’esito del collocamento, tant’è che si riserva di tornare presto sui mercati internazionali con l’emissione di un nuovo bond in valuta straniera, dollari o euro o entrambi. Va sottolineato che si tratta di un investimento ad altissimo rischio, le agenzie di rating hanno declassato anche il rating dell’Ucraina ai livelli: B- per S&P, CCC per Fitch e B3 per Moody’s.

La reazione istuzionale ha permesso di compattare anche la Bce che ha allontanato al momento ogni decisione in materia di tassi d’interesse, fino a quando la situazione non sarà tornata alla normalità. Inoltre la stessa Fed ha posto fine ad ogni speculazione sui tassi d’interesse, con un intervento diretto del governatore Powell che ha affermato che il rialzo sarà dello 0,25%. Questo ha calmierato i mercati governativi che in una fase di tensione ed avversione al rischio, ha riportato i valori indietro di qualche settimana.

Per qualche momento il Bund tedesco decennale è tornato anche in terreno negativo e ora oscilla a cavallo dello zero. Un deciso miglioramento anche per tutti gli altri titoli dell’Eurozona con il nostro Btp sceso mediamente in area 1,55% a fronte di uno spread medio di 155 punti. Il Portogallo è tornato sotto l’1% mentre la Spagna viaggia ancora poco sopra; sopra di noi non più solo la Grecia al 2,35% ma anche Cipro all’1,72%, isola particolarmente vicino al turismo e commercio con la Russia.

Tra i governativi vi sono stati degli incrementi su titoli già in circolazione da parte della Francia sugli Oat maggio 2045 e 2053 e dalla Spagna con il Bonos novembre 2033 e con il luglio 2042.

I nuovi bond corporate sotto la lente

Stante la situazione generale il mercato primario ha subito una brusca frenata, infatti la forte volatilità dei prezzi consiglia di rimandare a tempi “più tranquilli” le offerte, è il caso della Carraro che aveva annunciato un collocamento in questi giorni di un nuovo titolo sul mercato per 120 milioni indirizzato ai retail e quindi con taglio minimo da mille euro con multipli di mille che è invece stato rimandato a tempi migliori.

Qualche sovranational ha incontrato l’interesse del mercato, tra questi in euro il Coucil of Europe Development Bank a cinque anni emesso per 1 milardo con rendimento ms-20 e che ha visto richieste vicino ai tre miliardi. Rating Aa1/AAA/AA+, taglio da mille euro conmultipli di mille e Isin XS2454764429.

La Renten bank, con garanzia statale della Germania ha emesso 2 miliardi con scadenza a cinque anni e cedola dello 0.10%, isin del titolo XS2453958766, Aaa/AAA/AAA di rating e taglio da mille euro con multipli di mille.

In dollari la Bei su scadenza 2029 con tre miliardi all’1,75%, rating massimo e taglio retail da mille euro con multipli di mille, Isin US298785JR84.

Qualche corporate sul mercato del dollaro tra cui lo storico magazzino Macy’s che ha collocato due titoli da 425 milioni ciascuno, rispettivamente con scadenza 2030 e cedola del 5.875%, Isin US55617LAQ59, mentre l’altro ha scadenza 2032 con cedola 6.125% e Isin US55617LAR33. Entrambi hanno taglio minimo da 2mila dollari con multipli di mille e godono di rating Ba2/BB/BBB-.

La Borsa di Chicago CME ha emesso 750 milioni di dollari con scadenza nel 2032 e cedola del 2.65%; taglio minimo da 2mila dollari con multipli di mille, Isin US12572QAK13, rating Aa3/AA-.

Anche il Nasdaq è tornato sul mercato con 550 milioni con scadenza trentennale e cedola fissata al 3.95%. Rating del gruppo Baa2/BBB+, taglio minimo da 2mila dollari con multipli di mille e prezzo d’emissione fissato a 99,391,isin US631103AM02.

Buona attività tra gli emergenti con il Chile che ha emesso 2 miliardi con scadenza nel 2042 e cedola del 4.34%, il taglio è professionale da 200mila dollari con multipli di mille e Isin US168863DY16, il Paese è tra quelli con il miglior rating del Sud America: A1/A/aA-.

Dopo un periodo turbolento che ha portato alla rinegoziazione del titolo sovrano e di molte provincie, arriva una buona notizia per l’Argentina che è riuscita a chiudere i negoziati con il Fondo Monetario per una nuova distrubuzione del debito contratto qualche anno fa. I titoli del paese e delle provincie hanno visto migliorare le quotazioni. E’ probabile che la chiusura del negoziato in corso da tempo sia stato “facilitato” dalla crisi in Ucraina e che le autorità internazionali cerchino di prevenire altre situazioni di tensione. Per i titoli del comparto emergente c’è stato un certo “sell off” negli ultimi giorni, il cosidetto “fly to quality” o avversione al rischio; in un’ottica d’attenzione futura, i paesi dell’America latina potrebbero recuperare il terreno perso negli ultimi anni in favore di altri paesi come Russia ed altri ora nel pieno della crisi.

Ad un mese dal collocamento ufficiale, lo stato di El Salvador sarebbe riuscito ad attirare promesse verbali di investimento per 500 milioni di dollari per il lancio del suo primo Bitcoin bond o anche ribattezzato bond “vulcano”. Il Bitcoin bond di El Salvador avrà durata di dieci anni e offrirà cedola del 6,5% fisso; ammontare un miliardo di dollari. Su questo tipo di titolo pesa il rischio della volatilità del sottostante a cui si aggiunge il rischio Paese.

A cura di Carlo Aloisio, senior broker

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