Older (Carmignac): “Azioni big tech interessanti”

Di questi tempi, parlare di asset allocation è quanto mai complicato, tra venti di guerra e incertezza su tutti i fronti. Da inizio anno, poi, ben prima del conflitto russo-ucraino, i mercati sono stati per lo più orientati dalle notizie macroeconomiche, perdendo di vista i fondamentali delle aziende. Come muoversi quindi? Cosa sta succedendo ai titoli della tecnologia? Come posizionare il portafoglio? Ne parliamo con David Older (nella foto), gestore con un’ampia esperienza nei settori della tecnologia, telecomunicazioni e media a livello globale di Carmignac Investissement.

 Un paio di settimane fa Meta, capogruppo di Facebook, ha perso oltre 230 miliardi di dollari di valore di mercato, toccando il record storico di perdite di un singolo titolo in un solo giorno. Le aspettative sugli utili del IV trimestre erano molto alte, se non altro perché il maggiore competitor di Meta, Alphabet (capogruppo di Google), aveva riportato risultati finanziari eccellenti solo un paio di giorni prima. Purtroppo la trimestrale di Meta è stata molto deludente – e preoccupante – su diversi fronti. I risultati hanno confermato che Facebook sta iniziando a rallentare. E il settore tecnologico che tanto ha performato nel 2020-2021 è ha perso moltissimo. Cosa sta succedendo?

Nell’ultima conference call sui risultati trimestrali di Meta, la forward guidance sui ricavi pubblicitari è apparsa ben al di sotto delle attese, suscitando una serie di interrogativi sulle prospettive di business fondamentali dell’azienda. Per Meta, per spiegare il rallentamento della crescita, il management ha citato tre venti contrari: una minore efficacia di targeting degli annunci dovuta a delle modifiche sulla privacy dei dispositivi Apple, la concorrenza di TikTok e tassi di monetizzazione più bassi per i Reel. Riteniamo che il calo del prezzo delle azioni di Facebook sia corretto in questo momento. Però, stiamo assistendo a un sell-off indiscriminato nel settore tecnologico dall’inizio dell’anno che non riteniamo del tutto giustificato, data la crescita vertiginosa e i risultati straordinari di alcune delle più grandi aziende tech. Le vendite di Amazon nel 2021 hanno sfiorato il 70% in più rispetto al 2019, ovvero l’anno prima della pandemia; il fatturato di Alphabet è stato di quasi il 60% maggiore rispetto al 2019. Eppure, al 22 febbraio, questi due titoli hanno riportato un calo del 10% dall’inizio dell’anno. A nostro avviso, attualmente i mercati si stanno adattando a un contesto caratterizzato da un supporto monetario significativamente minore, oltre che da un aumento dei tassi e dell’inflazione. In altre parole, i mercati sono stati per lo più orientati dalle notizie macroeconomiche, perdendo di vista i fondamentali delle aziende.

Nel complesso, il settore tech e soprattutto le aziende che al momento non sono profittevoli, potrebbero risultare sfavorite quest’anno, con gli investitori che cercano opportunità in aree sottovalutate in passato, come il settore energetico. Questo continuerà nel 2022 e oltre?

L’allocation dei mercati si è spostata verso i settori energetico e bancario, in cui le attese sugli utili per azione sono state riviste al rialzo sulla scia dell’’incremento dei prezzi delle commodity, dell’inflazione e dei rendimenti a breve termine. Se da un lato questi venti di coda ciclici possono essere molto intensi per un certo periodo di tempo, preferiamo la crescita costante che caratterizza alcuni settori come quello tecnologico, che ha registrato una crescita robusta e, secondo noi, stabile e duratura negli ultimi anni. negli ultimi anni che, a nostro avviso, resta stabile e duratura. All’interno del comparto tecnologico manteniamo un atteggiamento cauto nei confronti dei titoli con multipli elevati, concentrandoci invece sui nomi la cui valutazione si è ridotta, all’interno di segmenti sostenuti da potenti trend secolari come l’infrastruttura cloud e la cybersecurity.

Quale impatto sull’equity avranno i tassi di interesse che aumentano?

L’aumento dei tassi di interesse sta influendo negativamente sui titoli long duration, in particolare quelli che non possono contare sugli utili per sostenere la valutazione. Gli investitori dovrebbero concentrarsi sulle aziende di qualità, ovvero quelle che dispongono di alti livelli di liquidità e bassi livelli di debito, nonché della capacità di aumentare i prezzi per preservare i margini in un contesto inflazionistico. Alcuni segmenti di mercato traggono anche un beneficio diretto dall’aumento dei tassi, primo fra tutti il settore bancario, dove la redditività aumenta insieme alla crescita dei rendimenti a breve termine.

Cosa suggerire agli investitori? È davvero il caso di entrare sulle correzioni?

I mercati potrebbero continuare a essere volatili nel breve termine ma hanno subito una forte correzione dall’inizio dell’anno e alcuni titoli growth di alta qualità hanno visto un significativo azzeramento delle valutazioni, generando opportunità interessanti. Complessivamente, continuiamo a credere nel potenziale a lungo termine delle aziende altamente innovative, soprattutto quelle attive nel settore della digitalizzazione e investiamo sulla base di una tesi di investimento pluriennale.

A quali titoli guardate? Dove sono le opportunità?

Stiamo osservando attentamente e investendo nella digitalizzazione. Il trend della trasformazione digitale è appena iniziato, dato che le aziende stanno trasferendo sempre più le loro operazioni nel cloud. Infatti, la spesa per il cloud dovrebbe più che raddoppiare entro il 2025. Guardiamo con interesse ai provider di infrastrutture cloud come Microsoft, Amazon, Alphabet o le aziende che beneficiano di questo passaggio, come ad esempio Palo Alto, azienda specializzata in cybersecurity, o Salesforce, azienda di servizi CRM. Stiamo anche studiando il modo in cui le tecnologie green possono aiutare a combattere il cambiamento climatico. Troviamo interessanti opportunità soprattutto nell’universo delle energie rinnovabili, con aziende come Sunrun o Orsted, che offrono infrastrutture per l’energia solare ed eolica, o aziende che stanno investendo per migliorare l’utilizzo delle batterie, indispensabili per lo sviluppo delle auto elettriche. Siano esposti a quest’ultimo attraverso player che si occupano esclusivamente di veicoli elettrici, come Tesla, ma anche produttori di auto tradizionali, come Volkswagen, che sta intraprendendo un percorso di transizione green. Le innovazioni tecnologiche stanno anche rivoluzionando il settore sanitario. L’intelligenza artificiale semplifica l’identificazione dei geni che interessati da mutazioni pericolose, in modo che possano essere individuati e trattati con la terapia genetica. In generale, cerchiamo investimenti relativi alle innovazioni tecnologiche offerte o implementate da società di tutto il mondo. Infine, cavalchiamo anche il tema della riapertura delle economie, con i consumatori del mondo occidentale che mostrano una crescente propensione a viaggiare e a spendere in servizi, investendo in Uber, Booking, Ryanair o Mastercard.

Growth o value? L’outlook di lungo periodo continua a essere positivo? E cosa si intende per lungo periodo?

Se da un lato ci aspettiamo che l’inflazione rimanga costante negli Stati Uniti (anche se in calo rispetto ai massimi raggiunti quest’anno) e che quindi i tassi di interesse salgano, non prevediamo che i tassi aumentino tanto rapidamente quanto è avvenuto a seguito del cambio di passo della politica monetaria della Fed a dicembre. Quindi, in futuro, il movimento dei tassi di interesse – anche se orientato al rialzo – dovrebbe essere assorbito più facilmente. Nel frattempo, il contesto globale continua a essere caratterizzato da una normalizzazione dell’attività economica da livelli elevati e insostenibili e solitamente il rallentamento della crescita è di buon auspicio per i titoli growth. La nostra view sul PIL statunitense è stata e resta più cauta di quella del consensus. Inoltre, di recente abbiamo rivisto al ribasso le nostre aspettative di crescita per l’economia statunitense a causa delle continue strozzature dell’offerta. In qualità di investitori a lungo termine, siamo fiduciosi sul potenziale dei titoli in cui investiamo in un orizzonte d’investimento di 3-5 anni.

 

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