Investimenti: shock da stagflazione a diverse latitudini

L’attacco russo all’Ucraina è sempre in primo piano. Mentre la tragedia umanitaria continua ad aggravarsi, i mercati finanziari e gli analisti hanno affrontato le implicazioni economiche e politiche degli eventi in corso. I prezzi dell’energia sono rimasti su una forte tendenza al rialzo nel corso dell’ultima settimana. Se sostenuto, il forte aumento dei prezzi dell’energia e le pronunciate interruzioni delle catene di approvvigionamento si tradurranno in un significativo freno all’attività economica globale e in una grande spinta all’inflazione.

L’impatto del conflitto probabilmente varierà significativamente tra le diverse aree geografiche“. L’avvertimento arriva da Silvia Dall’Angelo, Senior Economist per la divisione internazionale di Federated Hermes, che di seguito illustra nel dettaglio la view.

Le sanzioni, che si sono intensificate costantemente nell’ultima settimana, saranno pesanti per la Russia, ma anche l’Europa si distingue come altamente vulnerabile, soprattutto a causa della propria dipendenza dalle materie prime energetiche russe e, più in generale, dei suoi legami commerciali e finanziari con la Russia.

Gli Stati Uniti sembrano più al sicuro, dati i loro trascurabili legami commerciali e finanziari con la Russia, anche se gli alti prezzi internazionali dell’energia agiranno come una spinta all’inflazione e un freno alla crescita. Di conseguenza, la risposta politica sarà probabilmente diversa sui lati opposti dell’Atlantico. I paesi europei probabilmente ricorreranno a un certo allentamento fiscale per attutire il colpo ai consumatori dagli alti prezzi dell’energia, dedicando allo stesso tempo più spesa pubblica alla crisi dei rifugiati e alla difesa.

Per quanto riguarda la politica monetaria, tutte le banche centrali stanno affrontando uno shock stagflazionistico esogeno su cui non possono fare molto.

Tuttavia, in un ambiente in cui l’inflazione è già alta e i mercati del lavoro si stanno restringendo – favorendo potenzialmente l’emergere di effetti secondari – è probabile che le banche centrali mantengano per ora un atteggiamento cautamente rigido (hawkish), con gradi diversi nelle diverse zone.

Il presidente della Fed Powell ha fortemente suggerito che la Fed aumenterà i tassi di 25 punti base al prossimo incontro di marzo, ma non ha escluso la possibilità di un aumento dei tassi di 50 pb negli incontri successivi. La situazione è più complicata per le banche centrali europee.

La Banca d’Inghilterra probabilmente aumenterà i tassi di 25 punti base nella sua prossima riunione di marzo, a causa delle stesse preoccupazioni sull’inflazione, ma il percorso successivo è molto incerto.

Infine, la Bce sta probabilmente affrontando il trade-off crescita-inflazione più difficile, anche se i recenti dati economici (precedenti al conflitto in Ucraina) indicavano una prospettiva di inflazione più preoccupante. In futuro, l’evoluzione e la portata del conflitto in Ucraina saranno un input importante per le decisioni di politica monetaria ovunque, e in Europa in particolare.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!