Investimenti, l’Osservatorio di Equita sui Mercati dei Capitali

Equita ha pubblicato il sesto Osservatorio sui Mercati dei Capitali, lo studio che analizza annualmente i principali trend di sviluppo dei mercati azionari e obbligazionari in Italia, ponendo particolare attenzione agli impatti per investitori e intermediari finanziari degli sviluppi regolamentari che interessano i mercati dei capitali e alle tematiche di sostenibilità.

I dati raccolti dal team di Investment Banking di Equita evidenziano come nel 2021 le emissioni azionarie in Italia sul mercato regolamentato Euronext Milan siano calate in termini di volumi. Nonostante le IPO e gli aumenti di capitale siano aumentati da 0,6 miliardi di euro a 1,8 miliardi (+220%) e da 1,0 miliardi a 1,3 miliardi (+33%) rispettivamente, ciò non è bastato per contrastare il calo dei volumi delle operazioni di ABB (-52% a 1,9 miliardi) e delle emissioni di convertibili (-21% a 2,3 miliardi). In termini di numero di operazioni, il numero totale su Euronext Milan è rimasto pressoché stabile (29 nel 2021 rispetto a 27 nel 2020), le IPO concluse con successo sono cresciute a 5 (1 nel 2020), gli aumenti di capitale hanno raggiunto quota 7 (6 nel 2020) mentre le operazioni di ABB sono rimaste pressoché invariate (14 nel 2021 vs 13 nel 2020). In forte calo invece le emissioni di convertibili, passate da 6 a 3).

Con riferimento al segmento Euronext Growth Milan, in termini di offerta le emissioni azionarie sono aumentate del 434%, totalizzando poco meno di 1 miliardo di euro nel 2021 (vs. 181 milioni nel 2020). Le IPO hanno registrato un aumento del 511% rispetto al 2020, rappresentando la maggior parte delle emissioni dell’anno (87%). Analogamente, anche le operazioni di ABB hanno mostrato un forte aumento dei volumi di emissioni (+439% rispetto al 2020). Il numero delle operazioni complessive di equity capital markets su Euronext Growth Milan è aumentato del +93% (58 operazioni rispetto a 30 nel 2020) e le IPO hanno rappresentato il 76% del totale delle emissioni azionarie (+110% rispetto al 2020), gli aumenti di capitale il 16% (+29% rispetto al 2020) e le operazioni di ABB il 9% (+400% rispetto al 2020). Infine, solo 2 le SPACs quotate nel 2021 (nessuna nel 2020).

Analizzando le emissioni azionarie complessive sul mercato italiano, queste sono risultate in calo 4%, da 8,7 miliardi nel 2020 a 8,3 miliardi nel 2021, nonostante l’andamento positivo degli indici che nel corso del 2021 hanno registrato una performance a doppia cifra (es. FTSE MIB +23%). Se si confronta dunque il mercato azionario domestico – che vanta poco più di 8 miliardi di euro raccolti e 52 operazioni nel 2021 – con le altre principali stock exchange europee, l’Italia si posiziona ancora tra le ultime posizioni. Solo la Svizzera e la Spagna, infatti, hanno fatto peggio rispettivamente in termini di volumi e numero di operazioni.

Il numero dei broker di equity research attivi si è attestato a 12 nel 2021 (vs. 11 nel 2020) e la ripartizione delle società coperte per capitalizzazione di mercato ha continuato a concentrarsi principalmente sulle società più grandi (oltre 2,5 miliardi di euro) e su quelle medie (comprese tra 500 milioni ed 2,5 miliardi): queste rappresentano rispettivamente il 44% e il 34% del totale delle società coperte. Il numero dei broker nel sales & trading è anch’esso calato (16 player attivi nel primo semestre 2021 vs 18 nel primo semestre 2020) e se si guardano le statistiche rispetto a dieci anni prima, il calo risulta ancora più marcato perché si confronta con 31 broker attivi nel 2011 (-48%). Più in dettaglio, il calo dal 2011 ha riguardato 7 operatori stranieri e 11 italiani che hanno interrotto la loro attività nel periodo di riferimento, a cui si sono aggiunti solo 4 nuovi broker italiani. Le statistiche mostrano però un posizionamento rafforzato degli operatori indipendenti: come accaduto durante gli anni precedenti, secondo i sondaggi fatti presso investitori italiani ed internazionali, gli operatori indipendenti hanno migliorato il loro posizionamento in termini di numero di coperture di equity research e di attività di sales & trading.

Passando al mercato del debito, il volume delle emissioni obbligazionarie corporate è aumentato del 38% nel 2021: il totale delle operazioni registrate è stato pari a €42 miliardi (€12 miliardi in più rispetto all’anno precedente). Con riferimento alla tipologia di rating, le emissioni “Investment Grade” (29,3 miliardi nel 2021) hanno rappresentato il 70% del totale delle emissioni sul mercato italiano (+64% rispetto al 2020) mentre i bond “High Yield” (pari a 10,4 miliardi) il 25% delle emissioni totali (+84% rispetto al 2020); le emissioni “Not rated” invece ammontano a 0,8 miliardi, ovvero il 2% delle emissioni totali (-52% rispetto al 2020), mentre le emissioni “Crossover” si sono attestate a 1,3 miliardi (3% delle emissioni totali, -73% rispetto al 2020). Il settore energy e chimico ha rappresentato circa il 49% del volume totale delle emissioni nel 2021, seguito dal settore delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha rappresentato il 17%. I settori con emittenti frequenti (come ENEL – 13 miliardi, ENI – 3 miliardi, Autostrade – €1 miliardo) hanno mostrato un livello di attività più elevato. Con riferimento ai volumi dei Minibond, questi sono diminuiti del 6% (151 milioni in totale nel 2021) a causa degli impatti derivanti dal Covid-19. Il numero delle emissioni è comunque aumentato da 19 al 22 (+16% rispetto al 2020).

Analizzando le tipologie di investitori, l’Osservatorio evidenzia un dato importante per il mercato azionario: nel 2021 gli investitori istituzionali hanno rappresentato il 100% della domanda totale di IPO su Euronext Milan, così come era avvenuto nel 2020. Nessuna operazione di primario ha dunque coinvolto investitori retail. Se si osservano i dati del mercato secondario, poi, il peso degli investitori istituzionali nel capitale sociale delle società italiane incluse nel FTSE All-Share è rimasto invariato rispetto al 2020 e pari al 12%. Le analisi evidenziano anche che i mercati azionari italiani dipendono ancora molto dagli investitori esteri: questa categoria ha rappresentato nel 2021 il 92% del totale degli investitori istituzionali attivi in società quotate incluse nel FTSE All-Share (93% nel 2020). Sul mercato obbligazionario invece, nel 2021 gli asset managers sono stati la categoria di investitore più rilevante nel mondo del debito, con un peso del 62% (65% nel 2020): la seconda categoria è stato il segmento bancario, con le banche che hanno rappresentato il 17% del portafoglio ordini, dato superiore al 2020 (12%); infine, i fondi assicurativi e pensionistici hanno continuato a svolgere un ruolo importante nelle operazioni promosse dagli emittenti italiani con un peso del 14%.

Infine, la sezione dell’Osservatorio dedicata alla sostenibilità evidenzia come anche nel 2021 siano proseguite le iniziative istituzionali e comunitarie volte a promuovere la sostenibilità e conferma come i flussi di investimenti ESG abbiano raggiunto nuovi livelli record, confermando il ruolo dell’Europa di principale mercato. Proprio l’Europa nel 2021 ha rappresentato più dell’80% degli investimenti sostenibili e dei flussi azionari dei mercati sviluppati. Guardando alle emissioni obbligazionarie sostenibili come green, social e sustainability-linked bonds, queste hanno superato nel primo semestre 2021 496 miliardi a livello globale (+59% rispetto al 2020), continuando il percorso di forte crescita degli anni precedenti. A guidare questo trend positivo troviamo i green bond che nel primo semestre 2021 hanno raggiunto tre quarti del totale emissioni del 2020.

E proprio sul tema della sostenibilità l’Italia sembra ricoprire un ruolo importante: se si guarda ai volumi cumulati di green bond emessi nel periodo 2014-2021 l’Italia ha raggiunto 31 mld e il 76% di questi è riferito al solo periodo 2019-2021. Gli emittenti più significativi continuano a essere le corporate (67% del totale, con i finanziari al 33% del totale).

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